A Vado Ligure (un comune accanto a Savona), da circa 40 anni c’è una centrale a carbone. Come si può intuire, è il fulcro di dure contestazioni, che si sono rinfocolate da quando Tirreno Power (che la gestisce), ha annunciato l’ampliamento.
Ma quello che viene denunciato in questo articolo, mi appare particolarmente grave.
Si può essere a favore della centrale (io sono contrario, mentre nei confronti della piattaforma Maersk, altro argomento caldo, che coinvolge ancora Vado Ligure, ho invece una posizione favorevole), ma arrivare a questo genere di censura mi pare incredibile.
Eppure è accaduto. Una serie di comici rinvii, giustificazioni, il tutto concluso sotto il silenzio tombale della Publikompass, che gestisce la pubblicità su La Stampa; e che ovviamente non sembra interessata a spiegare perché dal “sì” si è passati al “forse”, per poi adottare il “ni” e infine, abbracciare il “no”.
Evidentemente pagare per informare non basta, si viene comunque zittiti.
Consiglio ai promotori dell’iniziativa di provare con Il Secolo XIX (storica testata ligure, forse più interessata a informare). E mi viene da pensare: per fortuna esiste il Web, grazie a un signore, Tim Berner Lee, che lo voleva libero e accessibile a tutti. E quelli che ancora pensano di vietare e impedire, un consiglio.
Davvero pensate di proporre su iPad e affini, i vostri giornali a pagamento? Credete sul serio che dopo un simile, spocchioso atteggiamento, troverete persone disposte ad abbonarsi per avere un’informazione a norma dell’inserzionista?
Se il lettore sente odore di guinzaglio, passa a un’altra fonte di informazione. Leggi bene: un’altra fonte di informazione.