Six Nations - Twickenham, London
England 17 - 9 FranceVisto da diecimila metri d'altezza, Le Crunch 2011 appare di una semplicità disarmante: primo tempo in equilibrio 9-9 con tre punizioni di Toby Flood, cui risponde Dimitri Yachvili con altrettanti piazzati. A inizio del secondo tempo, l'intercetto del man of the match Palmer di un grubber di Yachvili apre una fase d'assalto alla trincea francese, conclusa in meta, l'unica della gara, dalla potenza di gambe di Ben Foden. Dopo dieci minuti, e siamo al 53', Jonny Wilkinson appena entrato sigilla il risultato con un piazzato che tra l'altro gli riconsegna il primo posto mondiale di sempre per punti segnati in Test Match ufficiali a scapito di Dan Carter; la restante mezz'ora è equilibrio "a reti inviolate", con gli inglesi a difendersi senza troppi affanni e grande aggressività dagli assalti dei Bleus.
Questo da diecimila metri d'altezza. Detto così, se ne ricaverebbe: prova di forza iniziale chiusa in parità, episodio favorevole all'Inghilterra, squilibrio, affermazione dell'Inghilterra sul piano fisico più che tattico a fronte di una Francia non molto convinta, rassegnata quasi (del resto alcuni siti francesi titolano significativamente: "Il miracolo non è avvenuto") .
Scendendo di quota e aumentando il numero di "pixel" dell'immagine, lo scenario si fa molto più articolato e interessante, pur senza "photoshoppare" una gara molto combattuta (e non solo tra le due squadre in campo come vedremo) ma effettivamente povera di eventi clamorosi, evidenti, d'impatto. Come del resto si confà ad ogni finale e questa lo era, in pectore, per il Torneo delle Sei Nazioni 2011.
- Il primo quarto di gara
Ma cosa stiamo vedendo, mi son detto? Dopo un mark il calcio profondo di Foden sorprende fuori posizione il triangolo allargato francese e la prima rimessa laterale che ne consegue viene rubata da Wood; poco dopo alla prima mischia ordinata su introduzione francese, Domingo viene sepolto dalla seconda spinta inglese, è calcio di punizione per i bianchi: la tattica e le fasi statiche in mano inglese?! Al 5' minuto, al primo affondo inglese è 3-0 piazzato da Flood.
Lo stupore prosegue: sul calcio d'avvio preso da Deacon, palla scaricata a Flood dentro i 22m, ha tutto il tempo ma apre invece di calciare! Il malcapitato inglese viene assalito da una muta, trattiene la palla e Yachvili si guadagna un rigore sotto i pali: 6' minuto, 3-3, i francesi sono leader nella pressione difensiva?!
La conferma arriva all'azione successiva: Rougerie si avventa su Foden partito dal fondo, rimane in piedi e gli sottrae l'ovale, girandosi per consegnarlo ai compagni prima che i sostegni avversari riescano a tirarlo giù: in questa fase i francesi son più veloci ad arrivare e più aggressivi su punto d'incontro dei maestri bulldog.
Al 10' la seconda mischia ordinata: se per la prima uno dice ok, ci sta, effetto sorpresa, questa invece è interessante: Youngs non inserisce la palla per l'evidente sofferenza inglese sulla spinta dei Bleus, Yachvili protesta ma l'arbitro Clancy la fa solo rifare; appena i due pack si ri-ingaggiano, l'irlandese fischia nuovamente punizione per gli inglesi. Accusa Mas si essersi legato male, sotto i suoi occhi, bah.
All'azione successiva Jauzion intercetta ma è in fuorigioco: è il 6-3 piazzato da Flood al 12'. Inizia una fase di più deciso possesso e pressione inglese, chiusa al 17' da un altro fuorigioco, stavolta di Chabal: 9-3 piazzato da Flood, il pallino pare decisamente in mano inglese.
Il Secondo quarto - Invece no, macchè pallino, i francesi partono veementi per linee verticali con Trinh Duc, poi con Chabal; l'uso delle mani di Easter in ruck è troppo evidente, Clancy assegna il secondo rigore sotto i pali a Yachvili: 9-6. All'azione successiva alla ripartenza, la mischia francese finalmente guadagna un calcio di punizione per distacco anticipato di un flanker e al 21' è parità 9-9.
Sheridan deve uscire, entra Corbisiero e la Francia vince la quarta mischia, che apre un periodo di consistente avanzata francese, prima coi trequarti poi con gli avanti Domingo e Chabal, interrotta da un in avanti di Yachvili. La quinta mischia sotto i pali al 26' gira come un fuoco d'artificio ma per Clancy tutto bene, gli inglesi possono liberare e Poitrenaud, anche oggi tanto cuore ma spreciso, si fa sfuggire una presa non difficilissima. La sesta mischia che ne consegue circa a metà campo gira ancora ma i francesi rubano palla, al che crolla e l'ineffabile Clancy la fa rifare. Stavolta gli inglesi la gestiscono liscia.
Ancora la 31', sempre a metà campo, una mischia su introduzione francese pare essere gestita tranquillamente, ma Clancy la fa rifare e indovinate come va a finire? Fischia l'ingaggio anticipato ai Bleus!
Sta di fatto che il possesso francese viene regolarmente spezzettato, mentre quello inglese si ferma per imprecisioni sui passaggi causati da una difesa francese molto montante, attenta e aggressiva.
Indovinate cosa succede alla successiva mischia al 33'? Clancy fischia introduzione storta a Yachvili. Nonostante gli "aiutini" l'Inghilterra non cava un ragno dal buco; l'aggressività francese ruba ancora palla in fase dinamica e gli inglesi si ritrovano a difendere dentro ai propri 22 metri.
Al 38' una furba in rimessa tra Yachvili e Servat non piace al guardialinee White ('nantro de bon!), il replay mostra che era proprio questione di millimetri. Il primo tempo termina - giustamente - con una mischia ordinata vinta dai francesi, che genera una discesa sul lato destro di Poitrenaud e Huget, fermata con un fallo. La punizione che ne consegue, sulla riga del fallo laterale, viene mancata da Yachvili e si va al riposo in parità.
La sensazione di tutti, confermata dai dati sulla occupazione territoriale, è che la Francia sia in controllo della gara. Se abbiamo elencato ogni singola mischia ordinata del primo tempo è per dare un perché alla sterilità della supremazia territoriale francese: errori di handling provocati da difese takkenti, mischia, arbitraggio oltremodo punitivo nei confronti dei francesi. Per quanto riguarda gli inglesi, deludente è la mediana Youngs-Flood: un sacco di errori, mai riusciti a mettere in moto Ashton o Cueto, tutte le iniziative d'attacco sulle spalle di Foden che parte da lontano, mai una sola visita dentro ai 22 metri francesi in tutto il primo tempo se non su un paio di calci di rinvio. In compenso i loose forwards inglesi si fanno apprezzare tutti: per Deacon, Palmer, Wood, Haskell (lasciamo fuori Easter, attivissimo e falloso, lui è già tra i veterani) è una specie di tesi di laurea al cospetto dei vari Dusatoir, Harinordoquy, Nallet.
La ripresa - Pronti via, il pasticcio: Yachvili calcia per allontanare dopo la presa del calcio di avvio ma viene intercettato dal gigantesco Palmer; Huget si fa sfuggire la palla in avanti, è mischia ai 5 metri.
Il pack francese spinge potente ma la mischia fa vistoso crabbing laterale verso il centro. E' una questione di vettori: spinta verso nord, movimento laterale verso est, il pack che si sposta a nord-est. Ma a Clancy va tutto bene, la palla uscita è controllata da Easter. Gli inglesi provano a sfondare a destra, bloccati; Youngs apre a sinistra a Flood che lancia Foden, il quale mette in moto le sue potenti leve e schiaccia in meta nonostante la difesa di Rougerie e Huget. E' l'azione decisiva della partita. Viziata da una mischia un po' ... questionabile, come altre prima di questa. Flood sbaglia la problematica trasformazione, è 14-9.
I francesi sono scossi: una controruck su Chabal a metà campo fa involare Haskell e Youngs che lancia Flood in un buco "all'italiana", riapre a Youngs a sostegno che a sua volta lancia Ashton materializzatosi alla sua sinistra in mezzo ai pali a volo d'angelo o tuffo di cigno come si dice in inglese ... ma ci sono almeno un paio di passaggi in avanti, nulla di fatto.
La Francia perde energie e fiducia, l'Inghilterra riprende in pieno morale e controllo installandosi nella metà campo avversaria. Vanno vicini alla meta con Hape al 49' ma vengono respinti. Al 50' gli avanti inglesi costringono Nallett al tenuto a metà campo; entra Wilkinson a sostituire uno zoppicante Flood e chiede di calciare. Centra i pali, è il 17-9 che risulterà definitivo.
Assieme a lui entrerà Bonnaire per Chabal (molte iniziative, un po' spento nel secondo tempo) ma non lascerà molte tracce. Al 54' c'è un calcio per Yachvili da posizione non facile ma potabile, centra il palo.
La partita prosegue tra tentativi di percussione francesi sempre più caotici e scontati con poco guadagno territoriale, con gli inglesi a far efficace barriera; al 55' c'è un tentativo di drop di Trinh Duc che già di per sè è una resa: esita, ci ripensa, poi esegue ma è troppo tardi, l'ovale viene rimbalzato fin dentro i 22 metri francesi.
Nonostante tutto, arriva l'opportunità per i francesi di riaprire la gara. Non per rimettere il dito nella piaga, ma questa passa da un paio di mischie ordinate. La prima a metà campo è mal gestita dagli inglesi e dà agli avversari al possibilità di aprire la fase d'attacco più incisiva di tutto il secondo tempo. L'attacco si conclude con un calcio che sfugge agli inglesi giusto sotto i pali, è mischia a favore francese al 57'. Il pack prova prima a muovere verso la meta, poi apre a Yachvili, palla a Trinh Duc, calcetto delizioso a sinistra rasoterra a entrare in area di meta, sopra c'è Rougerie al quale però sfugge la palla per un rimbalzo anomalo. Essendo passaggio in avanti, è mischia ai 5 metri con introduzione inglese, e indovinate come va a finire? Clancy fischia ai francesi la spinta anticipata. Si vede che era destino.
Tutto l'ultimo quarto di gara non è che un lungo, abbastanza noioso garbage time: i francesi fanno i loro cambi, più avanti li fa anche Johnson per i padroni di casa. Entra anche Thompson , testimone assieme a Wilko e Tindall dell'ultimo Sei Nazioni vinto dagli inglesi nel 2003 prima della trasferta australiana vincente per la Web Ellis Cup, a conquistare anche lui un calcio di punizione in mischia ordinata.
Ingressi nei 22 metri avversari ce n'è pochi; si segnala al 70' un aincursione di Ashton conclusa con la scelta sbagliata, quella meno egoistica: per evitare l'ultimo uomo prova il passaggio lungo verso Cueto alla sua sinistra che Huget intercetta. Poco dopo Tindall va in meta sul lato opposto per la gioia di tutti i membri della Royal Family presenti, ma l'arbitro aveva fischiato un fallo precendente.
Sfuma in modo caotico e "spreciso" una gara apparentemente decisa in un paio di minuti folli. Nella realtà e senza tirare in ballo complotti o sviste o altro - alla fine ha vinto chi ci ha decisamente creduto - è stata questa una gara decisamente meno bella di quella che l'ha preceduta; oltre che noiosa e confusa a tratti, essa riapre un capitolo che pareva chiuso a metà del 2010, quello delle interpretazioni arbitrali. Stavolta non nel breakdown ma nella mischia ordinata. Da italiani saremo forse ipersensibili all'argomento; siamo quindi curiosi di leggere le reazioni dei protagonisti e degli esperti, domani.