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L’inglese biblico di Thor: da Stan Lee a Walter Simonson

Creato il 24 giugno 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Ho già parlato in altri articoli delle sfumature difficilmente traducibili dell’inglese dei fumetti d’oltreoceano1. Adesso, scendendo in dettaglio, mi ripropongo di evidenziare in questo articolo le caratteristiche del linguaggio originale degli dèi asgardiani nella rivista di .
La lingua e l’immaginario religioso dei paesi anglosassoni dipendono in modo più che rilevante dalla King James Version, la Bibbia inglese pubblicata nel 1611 a tutt’oggi in uso nelle chiese conservatrici inglesi ed americane.

Pag. 17 di The Mighty Thor numero 155Pag. 17 di The Mighty Thor numero 155

Pag. 17 di The Mighty Thor numero 155

La trovata geniale di Stan Lee fu di mettere in bocca agli dei asgardiani proprio questo inglese elisabettiano. Questa sfumatura è, però, totalmente invisibile nella traduzione e il linguaggio degli dei norreni perde la sua solennità per divenire semplice italiano.
Vediamo in concreto di cosa sto parlando con un esempio specifico, una vignetta tratta da The Mighty Thor #155: mettiamo a confronto testo originale e traduzione, curata dall’Editoriale Corno.

Il _Mitico_Thor_053_17
Il _Mitico_Thor_053_17

Tratto dal Mitico Thor n.53, Editoriale Corno, 1° serie.

Sleep thou well, my father” è reso in italiano con: “dormi bene padre mio!”. Ma l’inglese, echeggiante i dialoghi shakespeariani ed i versi biblici, suona molto più solenne. “Thou” viene utilizzato al posto del corrente “you” e la costruzione della frase è anomala se raffrontata all’inglese moderno, visto che il soggetto è posizionato dopo il verbo, a scopo rafforzativo.
Which grants thee” è tradotto nel mitico Thor italiano: “che ti dà”. Si nota l’uso del pronome personale complemento “thee” che in inglese moderno corrisponde a “you”. Per quanto riguarda il verbo “grants“, va evidenziato che esso in inglese include la sfumatura di “concede”, “permette di avere”, perduto nella sua traduzione.
And whilst Thou slumberest on” è tradotto con “e mentre dormirai”. Il verbo “dormire” (to slumber) è qui in una forma poco in uso e reso in una costruzione arcaica: “thou slumberest” significa “tu dormi”. La “st” finale indica il tempo presente. Nello stesso Thor, in altri punti, troveremo simili esempi, come “thou sayest”, “tu dici”, “thou dost”, “tu fai”, ecc…
Shall I perish in the trying” è una frase molto elegante, ma arcaica. In inglese corrente si direbbe “I will perish in the trying”. “Shall” è pochissimo in uso nell’inglese moderno e, comunque, non è mai utilizzato in una simile costruzione, poiché posporre il soggetto al verbo ausiliare è il modo per formulare una domanda.
At thy side” corrisponde al moderno “at your side”, cioè “al tuo fianco”. “Thy” sarebbe quindi il moderno “your”.

Con il n.337 della prima serie americana, nel 1983, comincia la fortunata gestione di Walter Simonson. Durante questa gestione non si contano i riferimenti biblici. Il n.361 è intitolato “The Quick and the Dead”, a suo tempo tradotto dalla Play Press: “Lo svelto ed il morto”. L’errore nasce dal fatto che il traduttore ignorava evidentemente che si tratta di una citazione letterale della King James Version: la frase significa, in realtà, “i vivi ed i morti”.

Thor_vol2-503-001-03
Thor_vol2-503-001-03

Nel 1998 The Mighty Thor ricomincia dal numero 1, con la seconda serie. Nella vignetta qui sopra, oltre al ritorno dell’inglese arcaico utilizzato da Lee, troviamo un font particolare che evidenzia la peculiarità del linguaggio di Thor. “Thou” invece che “you”; “didst” anziché “did” e l’uso di questo per coniugare il verbo al passato; “thy” invece di “you”; “dost” anziché “do” utilizzato anche come ausiliare premesso al verbo – forma che sopravvive nelle frasi negative ed interrogative dell’inglese moderno.

Queste ed altre sfumature sono intraducibili e patrimonio esclusivo degli originali in inglese dei nostri fumetti preferiti. Speriamo che ci sarà porta in futuro l’occasione di discutere ulteriormente quest’ interessante argomento.


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