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L’inno nazionale.

Creato il 13 ottobre 2014 da Scurapina

Si deve al Presidente Carlo Azeglio Ciampi il rilancio del nostro inno nazionale che, fino al suo mandato, era decisamente snobbato perché qualcuno lo definiva “bruttino” e avrebbe preferito magari un’aria di Verdi, perché il testo non è di facilissima interpretazione (“stringiamci a coorte” pronunciato spesso come “stringiamoci a corte” ), perchè non ne conosciamo con sicurezza nemmeno il titolo: per i più si chiamerebbe “Fratelli d’Italia”, qualcuno lo definisce “l’inno di Mameli” (con chiaro riferimento al giovanissimo patriota che ne scrisse il testo con l’entusiasmo un po’ retorico dei vent’anni), pochissimi sanno che s’intitola “Il Canto degli Italiani“.

Il Presidente Ciampi, rammaricato perchè persino i nostri atleti non cantavano l’inno, cercò in molti modi di promuoverne l’esecuzione anche affidandola a grandi direttori d’orchestra e così anche noi, a poco a poco, abbiamo familiarizzato con il testo un po’ ostico e con la musica da marcetta militare.

Oggi viene cantato con trasporto in tutte le manifestazioni civili e sportive e, sarò anch’io un po’ retorica, ma non posso fare a meno di provare un brivido, soprattutto quando sottolinea una medaglia olimpica.

L’unica nota stonata (è proprio il caso di dirlo) è sentire i nostri calciatori cantare l’inno a squarciagola: per amore della musica forse si dovrebbe provvedere ad abbassare i microfoni.

Milano - Celebrazione del XXV Aprile


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