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L'inossidabile Gheddafi tenta la via del ricatto....e Hillary risponde

Creato il 07 aprile 2011 da Marianna06

La Libia accusa la Gran Bretagna di aver danneggiato un oleodotto durante un nuovo attacco aereo.

Si tratterebbe del giacimento petrolifero di Sarir.

E questo mentre i rivoltosi hanno, a loro volta, accusato il governo libico di  aver bloccato la loro produzione petrolifera, indispensabile al finanziamento delle loro operazioni militari contro il dittatore  e i suoi sostenitori.

Il vice-ministro degli Esteri di Gheddafi allora  lancia accuse, sottolineando che l'aggressione occidentale è contro il diritto internazionale e non è coperta dalla risoluzione  ONU.

Insomma le accuse relative al blocco della produzione di petrolio rimbalzano indifferentemente, da una parte e dall'altra, ma Gheddafi e i suoi sgherri sono ancora lì a spargere sangue innocente.

E il mondo sta a guardare la mattanza...come impotente.

Petrolio come denaro, uguale sterco del diavolo.

I ribelli avanzano e indietreggiano in una "tragico" folle balletto, di cui si farebbe molto volentieri a meno.

Francesi e militari Usa  intanto pare  rischino, sul campo , l'impantanamento.

Addirittura si teme la presenza d'infiltrati libici, fedeli al rais, negli USA ,con il pericolo di ricorso ad eventuali possibili attentati sul suolo americano.

Si dice anche , secondo fonti attendibili, che Gheddafi abbia inviato una lettera  allo stesso presidente Obama con un invito esplicito a sospendere gli attacchi aerei in Libia.

Ma la risposta degli USA, tramite Hillary Clinton, ministro degli Esteri statunitense, è stata chiara e netta per il colonnello Gheddafi : cessare i combattimenti, ritiro delle  sue truppe dalle città assediate, abbandono della Libia.

Più chiaro di così non si può.

Ma il colosso , che si sperava, dai"piedi d'argilla" è, ahimé, ancora lì a seminare morte e sgomento.

Per quanto ancora?

 

A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 

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