L'inps risparmia sugli invalidi ; altri rubano !

Creato il 04 giugno 2012 da Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
TORINO
Dal 2 novembre 2009 la sua vita non è più la stessa. Distrutta da una fiala di Vaxigrip la mattina in cui si è sottoposta al vaccino antinfluenzale. Da allora Marisa Cirio, 54 anni, cammina con un girello, è costretta a portare l’apparecchio acustico, ha grossi problemi di memoria ed è obbligata a vivere con il pannolone: «Non mi vergogno a dirlo». E non ha paura neppure di annunciare che «da oggi smetto di curarmi».
Malgrado le sue condizioni siano peggiorate, malgrado sia sempre più dipendente da altri (a iniziare dalla madre e dalla sorella che per starle accanto ha diritto a permessi retribuiti dal lavoro), l’Inps è stata costretta dalla Commissione medica che l’ha convocata per la visita medica di controllo a ritirare l’assegno di accompagnamento che le era stato garantito quando è stata riconosciuta invalida al 100 per cento. Non solo: Marisa Cirio dovrà restituire all’Istituto di previdenza quanto le è stato versato (a questo punto indebitamente) dal primo novembre 2011 al 31 maggio di quest’anno: è già arrivato il bollettino da oltre 200 euro della prima rata che non pagherà.
«Un’assurdità», dice la Cirio mostrando il plico di documenti che dimostrano quanto tremendi siano stati su di lei gli effetti del vaccino. L’inchiesta della magistratura - sul suo e altri casi analoghi - è finita nell’archiviazione. Un altro paradosso: «Non c’è sufficiente letteratura medica per dimostrare la causa-effetto delle complicanze. Fatto è - dice lei - che mentre io sto sempre peggio, per l’Inps sono invece meno grave di tre anni fa».
Marisa - che vive con un figlio anch’esso invalido - aveva diritto ai buoni taxi che non le sono mai arrivati, ha l’esenzione dal ticket ma spende ogni mese 960 euro di parafarmaci e dispositivi medici indispensabili che quei 470 euro dell’accompagnamento non bastano comunque a coprire. Per questo, se quel contributo non arriverà più, non tornerà indietro: «Smetto di curarmi».
Il suo caso fece clamore. La procura aprì un’inchiesta. «Assistevo persone anziane, in “nero”, quel poco per tirare avanti - ricorda la Cirio -, con le mie allergie chiesi al medico della mutua se non fosse il caso di vaccinarmi contro l’influenza. Il dottore mi disse: “E’ una precauzione”. Andai in farmacia a comprare il vaccino e me lo feci iniettare dal mio medico». Pochi giorni dopo sono comparsi gli effetti, fino alla para-paresi: «Al Cto pensarono alle conseguenze di un’ernia, volevano operarmi subito. Ma dalla risonanza magnetica capirono che non era quello il problema. Mi indirizzarono alle Molinette, e là scoprirono che si trattava di una mielite acuta, che mi era venuta per il vaccino, a causa delle mie basse difese immunitarie».


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