Essere l’inquilina del secondo e ultimo piano… No perché, prima o poi, era ovvio che ve ne parlassi visto che ho sempre vissuto al secondo piano...Quando abitavo con i miei, sotto avevamo una simpatica 80enne che non stava mai in casa, o meglio ci stava solamente quando mio fratello decideva di lanciarsi dal letto correndo poi per le stanze come un matto e lei puntualmente saliva per lamentarsi e per dire che le era sembrato il terremoto e aveva avuto una gran paura. La sera però si rifaceva…Eh si perché, tra una commissione per i vicini meno in salute di lei e una sosta di compagnia dall’amica rimasta vedova, arrivava la mezzanotte e quella era l’ora di andare a nanna. Ma se lei prima di andare a letto, non beveva qualcosa di caldo(e ovviamente le crollavano tutti i pentolini all’apertura dello scolapiatti con conseguente trambusto infernale) e non cantava, non riusciva a prendere sonno…Ed ecco quindi che allo scoccare della mezzanotte riproponeva tutto il repertorio anni ‘40 con canzoni di Orietta Berti e Nilla Pizzi che a lei facevano dormire e a te salire un nervoso indescrivibile. Ora che è cambiato palazzo ed è cambiato il mio modo di vivere la casa, i “problemi” sono altri…Ho scoperto che se abiti al secondo piano quando stendi i panni, è matematico e va sempre messo in conto, che ti dovrai fare tutte le rampe delle scale per andare a recuperare:a)la/le molletta/e che ti è/sono scivolata/e dalle mani senza che tu te ne sia nemmeno reso conto; b)il calzino o il paio di mutande, che inizialmente sono rimasti incastrati nel lenzuolo(le centrifughe queste maledette) e che quando il lenzuolo si distenderà bello lungo in verticale, si libereranno e andranno giù in picchiata, atterrando ovviamente nell’unica pozzanghera di tutto il circondario.Ho scoperto che i piccioni(che ahimè qui ce ne sono una marea) scambieranno il tuo camino per la loro oasi di pace facendo però male i conti. Talvolta capita infatti che qualcuno vi rimanga incastrato e dopo averti fatto prendere qualche infarto dovuto al rumore delle ali che sbattono proprio dietro la cappa del tuo camino e dopo aver notato qualche piuma che è atterrata proprio sulla griglia per le legna, è comunque sempre lui ad avere la peggio. Lui non sa che da lì non si libererà mai più e io sarò costretta a chiamare la ditta Spazzacamini by the cavia & the cavia’s brother che con molto coraggio e soprattutto abilità (ehhhhhhhhhhhhh) cercheranno di rimuovere l’inquietante cadavere (ovviamente tutto questo in mia assenza perché non oso immaginare quanto possa essere trash l’immagine di un piccione morto nel camino tutto sporco di fuliggine, brrrrrrrrrrrrr). Naturalmente non vedo l’ora sia ottobre, quando accenderò il camino e sarò certa che ai piccioni passerà la voglia di rifugiarsi dalle mie parti…A mali estremi…Ho scoperto che, causa vento, tenere le finestre aperte è un’utopia o meglio se le tenessi aperte, poi nel giro di poco tempo dovrei sostituire tutti i telai delle porte che a forza di sbattere si staccheranno dal muro(per ora sono attrezzata con dei pesi da apporre davanti alle porte, che però non sempre mi ricordo di mettere e quindi SBOINGGGGGGGGGGG).Ho scoperto che devi fare attenzione a tutti i movimenti e soprattutto a spostare con delicatezza le sedie specie dopo la mezzanotte quando tutto il resto della palazzina dorme e stai pur certa che proprio quando cerchi di fare piano creerai il peggiore dei trambusti di tutta la giornata.Però, tutto sommato, al mio piano ho la vista lago, non è mai troppo caldo e anche per gli inquilini del piano di sotto non dovrei essere una vicina poi così molesta, visto che sono sempre gentili e quando hanno la frutta o la verdura del loro orto, me ne fanno gentilmente dono! L’altra sera il signor F. mi ha regalato i pomodori e le pere del suo alberello e dopo averne mangiate un po’ fresche, ho deciso di impiegarle per questo goloso crumble, dolce che a me con una bella pallina di gelato fa sempre una gran gola. Ed avendo anche in casa delle ottime more di rovo raccolte di fronte casa della cavia(io a mani nude, lui con guanti e forbici tipo quelle per decespugliare una siepe) e delle pesche, ho pensato di impiegarle per un crumble, che per tre mattine di seguito abbinato ad un bicchiere di latte freddo ha costituito la nostra colazione. D'altronde io i crumble li adoro e non potrei mai farne a meno...E con la temperatura esterna alle stelle, anche mangiato dopo due giorni, si è mantenuto sempre tiepido o_O!Ecco la ricetta e sotto trovate delle note, poiché incredibile ma vero, nella sua semplicità il crumble in questione potrebbe non soddisfarvi. Crumble con pesche e moreIngredienti per 6 personePer la frutta
- 450 gr di pesche nettarine sode ma non troppo*
- 280 gr di more lavate e asciugate
- 2 cucchiai di zucchero di canna
Per le briciole- 80 gr di farina di mais fioretto**
- 100 gr di farina 00
- 60 gr di zucchero semolato
- 70 gr di burro freddo
- 50 gr di mandorle intere sbucciate***
ProcedimentoPreriscaldare il forno a 180°.Con un coltello affilato ridurre le mandorle a pezzi non troppo piccoli. Lavare le pesche e ridurle a piccoli pezzi senza sbucciarle(il peso di 450 gr. deve essere dei pezzi di pesche al netto del nocciolo). Metterle in una ciotola, unirvi le more lavate e delicatamente asciugate, cospargere con lo zucchero di canna e lasciare da parte. In una ciotola a parte unire le due farine, lo zucchero e il burro freddo a dadini e impastare velocemente formando delle grosse briciole. Unire infine le mandorle. Prendere sei piccole teglie monoporzione, adatte per la cottura in forno(le mie 11cmX9cm). Formare una strato di frutta(unendo anche l'eventuale succo perso dalle pesche), cospargere con le briciole e mettere in forno per circa 50 minuti o finchè le briciole non saranno dorate e la frutta morbida. Servire tiepido.
Ed eccoci agli appunti. - * Io questo crumble l’ho fatto due volte per ottenere un buon risultato poiché al primo tentativo, le pesche che ho utilizzato erano troppo dure e senza il più minimo succo e ne era uscito un crumble aspro e pungente e “secco”, al quale neanche voglio più pensare. Questo (e cioè il secondo) era perfetto perché le pesche erano dure ma non troppo e mentre le tagliavo perdevano un leggero succo. Assaggiandone un pezzo prima di procedere ho anche appurato che le pesche fossero dolci e saporite. A mio avviso quindi per questo crumble occorrono pesche, meglio se nettarine, di buona qualità.
- **Per la presenza della farina di mais le briciole erano quasi croccanti e a mio avviso va messa e sostituita al massimo con la farina di riso.
- ***Mangiandolo abbiamo apprezzato molto la presenza delle mandorle tagliate al coltello da me. Vi preciso però che aggiungendo della farina di mandorle o delle mandorle sminuzzate in un tritatutto, non si avrebbe lo stesso risultato. Infatti le mandorle tagliate al coltello, risultano essere in pezzi irregolari, alcuni dei quali belli grandi e ricordatevi che più sono grandi i pezzi che incontrerete mentre lo mangiate e più vi risulteranno piacevoli al palato.
- Infine vi dico che la prossima volta che lo faccio, nell’impasto delle briciole sbriciolerò degli amaretti. Vi farò sapere l'esito, ma già so che potrebbe stupirmi…
Scusate se mi sono dilungata, ma erano delle precisazioni necessarie per la riuscita della ricetta ;-)!