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L’insaziabile di Antonia Bird finalmente in Blu-ray

Creato il 23 gennaio 2014 da Fascinationcinema

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L’insaziabile (traduzione che rimanderebbe immediatamente a un porno, a sostituire lo splendido titolo originale, Ravenous, letteralmente “vorace, ingordo”), firmato dalla regista londinese Antonia Bird, uscì nelle sale italiane il 20 Agosto del 1999, in un’epoca in cui i film considerati di nicchia venivano relegati a sommesse uscite estive, dunque destinati ai pochi spettatori rimasti in città e incuranti della canicola. Ravenous, magnifico dramma/horror a sfondo cannibalico, che vede nel cast un potentissimo Robert Carlyle  insieme a Guy Pearce, Jeremy Davies e David Arquette, godrà di un’attesa distribuzione in Blu-ray per il mercato americano a partire dal prossimo mese di Giugno, a marchio Scream Factory. La pellicola ha visto la co-produzione della Repubblica Ceca, Uk e USA; tuttavia, con la Fox 2000 a farla da padrone, è stato il secondo e ultimo film americano della Bird, dopo il malriuscito Un folle stagione d’amore (1995). La lavorazione fu costellata da innumerevoli difficoltà produttive, con la regia affidata in prima battuta al cineasta macedone Milcho Manchewski (Prima della pioggia, 1994, che gli valse una nomination all’Oscar e il Leone d’oro a Venezia, oltre a numerosi altri premi), spinto ad abbandonare il set dopo tre settimane di lavorazione a causa di dissidi con la casa produttrice. La stessa Bird incontrò non poche difficoltà con gli studios, che fecero una serie di scelte senza la sua approvazione. La regista prese il timone del progetto su suggerimento di Robert Carlyle, suo amico di lunga data e protagonista di altri suoi due notevoli lavori: Il prete (1994), che suscitò le ire della Chiesa cattolica e Face, del 1997. Ravenous passò in sordina sia negli USA che nel Regno Unito, con magri incassi al box-office, per divenire in seguito oggetto di culto da parte di una consistente schiera di estimatori. Antonia Bird, scomparsa lo scorso Ottobre all’età di 62 anni a causa di un tumore tiroideo, ha messo in scena quella che lei stessa definì “un’allegoria della società, in primis di Los Angeles, il luogo più cannibalico che abbia mai visto”: sullo sfondo della Guerra tra Stati Uniti e Messico (1846/1848), si snoda una vicenda di cannibalismo con al centro il misterioso Colqhoun (Carlyle), che giunge in uno sperduto avanposto militare californiano fingendosi un uomo di chiesa; il personaggio è ispirato – per ammissione dello stesso sceneggiatore, Ted Griffin – alla figura di Alfred “Alferd” Packer, membro dell’esercito americano accusato di cannibalismo nel 1873, e vi sono inoltre echi della vicenda del Donner Party, gruppo di pionieri che ricorse all’antropofagia per sopravvivere.

L’uomo che mangia un altro uomo per acquisirne la potenza, questa è la tematica centrale del narrato: il Luogotenente Boyd (Pearce), mandato in quel luogo come punizione per la sua codardia in battaglia, è la controparte di Colqhun, del quale conosce la vera natura ma viene considerato folle dai propri superiori, poiché il suo racconto è troppo inverosimile e spaventerebbe i cercatori d’oro che, d’estate, si riversano in quelle zone. Colqhun è figura carismatica che fa leva sulle debolezze del soldato vigliacco, consapevole del fascino che esercita su di lui. Si può leggere un sotto-testo omosessuale nel rapporto ambiguo che lega i due personaggi, coronato da un finale tanto tragico quanto inevitabile: chiave di lettura che può rivelarsi consona, se si considerano le posizioni politiche (e l’acume critico) della Bird, donna di sinistra e antimilitarista.

Mal digerito (è il caso di dirlo) sia dal pubblico che dalla critica, eccezion fatta per Roger Ebert che comprese il valore del film, Ravenous resta a tutt’oggi ancora incompreso, nonostante la rivalutazione tardiva: etichettato come horror o black comedy, è in realtà opera sfaccettata, forte di una regia ottima e di un montaggio mirabile (a opera di Neil Farrell, già editor per Hamlet di Kenneth Branagh). Indimenticabile lo score, composto a quattro mani da Michael Nyman (tra gli altri, L’ultima tempesta di Greenaway e Lezioni di piano della Campion) e Damon Albarn, fondatore dei Blur e dei Gorillaz.

Film assolutamente da riscoprire per chi non lo conoscesse già, confidando in un’uscita Blu-ray anche per il mercato europeo.

Chiara Pani

 


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