Spesso si legge, o si sente dire, che l’insegnante deve essere obiettivo, super partes, mentre nella scuola italiana ce ne sarebbero troppi schierati da una parte (politica).
Non sono certo la persona più qualificata per parlare, visto il mio curriculum scolastico mediocre. Lo farò lo stesso.
Dopo la scuola dell’obbligo, in barba ai consigli dei miei insegnati di scuola media, e a certe inclinazioni artistiche (mi dicevano che avevo una buona predisposizione per il disegno), mi iscrissi al Liceo Classico Gabriello Chiabrera di Savona.
Mica cotica.
Fu una catastrofe di dimensioni bibliche: non avevo mai studiato, e fui allegramente massacrato; quindi respinto.
L’anno seguente cambiai sezione, e incontrai un insegnante; si chiamava Ravera (non ricordo più il nome). Fu lui che fece scoprire a me e a tutta la 4E, Gabriel Garcia Marquez. E George Orwell.
Poi, abbandonai la scuola, senza arrivare nemmeno alla maturità.
Dopo molti anni (più o meno una decina), scoprii che era di sinistra. Eppure ci aveva fatto apprezzare “La fattoria degli animali”, e poi “1984″. Libri che secondo alcuni, una persona come lui non avrebbe mai proposto ai suoi studenti. Invece lo fece, eccome.
Allora, non ero in grado di apprezzare quelle letture, e nemmeno il suo rigore di professore. Perché era inflessibile, ed era sinceramente desideroso di creare delle persone limpide e rette.
Amava il suo lavoro.
È morto parecchi anni fa, ma la passione per l’insegnamento, per lui veniva prima di ogni altra cosa.