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L’insostenibile leggerezza dell’essere gay

Creato il 04 marzo 2011 da Naimasco78

Ancora tu??!!!Ma non dovevamo non vederci più??!!!

L’insostenibile leggerezza dell’essere gay
Non avendolo potuto televotare quest’anno a Sanremo e dopo il brano – culto dell’anno scorso sulla vicenda di Eluana Englaro, credevo proprio di essermi liberata definitivamente di Giuseppe Povia. E invece, a grande richiesta dei lettori di Oggi e di tutti i baciapile d’Italia, eccolo che torna con l’affaire Luca era gay e adesso sta con lei, al quale il settimanale ha dedicato questa settimana un avvincente dossier di tre pagine. In esclusiva, pensate cari amici lettori, la testimonianza del vero Luca, cioè colui al quale si ispira l’intenso brano di Povia, che racconta la sua storia, di quando credeva di essere omosessuale e del fatto che adesso effettivamente stia con una lei e abbia ritrovato la serenità grazie all’apparizione della Madonna. Ma allora è proprio vero che alla Madonna le si può chiedere qualsiasi cosa? Beh, meno male che noi in Italia non dobbiamo fare neanche tanti chilometri per sentire odore di santità, noi abbiamo il Vaticano che cura tutto, qualsiasi malattia troppo misteriosa anche per il dottor House; chissà che non riesca a liberarci per sempre da questa piaga dell’omosessualità. Ho letto l’articolo tutto d’un fiato, tanto è appassionante, venendo così a conoscenza di verità nascoste sulla vicenda e di retroscena fondamentali per capire il perchè della conversione del nostro amico Luca. Tutto iniziò con la separazione dei suoi genitori: Luca, contornato e coccolato da un oltremodo asfissiante gineceo, sente di essere attratto dai compagni di scuola simbolo di virilità e mascolinità. L’adolescente quindi decide di aprirsi con uno psicologo il quale non ci mette molto a pronunciare la prognosi: il ragazzo infatti viene inequivocabilmente dichiarato omosessuale. Rassegnato ed emotivamente scosso per l’ annuncio dello specialista, Luca decide di accettare la realtà e di buttarsi a capofitto in questa vita che il destino ha deciso spietatamente di assegnargli. Dopo un periodo fatto di locali notturni, feste e storie occasionali, Luca sente un fastidio, una voce dentro di sè che gli dice che qualcosa non sta andando per il verso giusto. “Ti credo, sono gay” avrà pensato il giovane, ma non era quello il verso cui accennava la propria coscienza. Era quindi giunto il momento di trovare una soluzione a questa punizione che gli era stata ingiustamente inflitta, questo dover essere continuamente additato come il diverso, il deviato: non c’è infatti punizione peggiore al mondo di dover essere omosessuale in Italia.

Luca quindi si rivolge a qualcosa che sta in alto, molto in alto, qualosa che evidentemente ha anche il potere di far tornare normali i gay: va infatti in pellegrinaggio a Medjugorje dove, inaspettatamente, avviene il miracolo: Luca si redime, capisce che in realtà anche per lui tira più quella cosa lì di un carro di buoi, si innamora di una ragazza e si sposa. Si conclude così l’odissea del povero Luca col quale apparentemente il destino si era inizialmente dimostrato ostile, ma che lui è riuscito a cambiare e anzi, contento come non mai di non dover più indossare quegli scomodi pantaloni di pelle e di non dover più ascoltare a forza gli album di Anna Oxa e di Barbara Streisand, decide di fare un coming out del coming out in un libro, Ero gay. A Medjugorje ho ritrovato me stesso, edito da Piemme.

L’insostenibile leggerezza dell’essere gay
In questo Paese davvero non ci facciamo mancare nulla. A parte il fatto che devo dire grazie, mille volte grazie a Umberto Brindani e al suo giornale Oggi perchè se non ci fosse non esisterebbe neanche il mio blog, per tutte le occasioni di approfondimento che settimanalmente mi fornisce. E complimenti per il tentativo di voler apparire un magazine politically correct pubblicando accanto all’intervista a Luca di Tolve un commento di Alessandro Cecchi Paone, ormai noto omo – symbol, dove spiega a chi forse non l’ha ancora capito che essere gay non è una malattia, nè una piaga d’Egitto, nè una trovata dell’Opus Dei per espiare le proprie colpe di una precedente vita. Abbiamo davvero ancora bisogno di qualcuno che ce lo faccia notare? Dobbiamo ancora sentirci dire che “solo una coppia formata da un uomo e una donna è naturalmente portatrice di novità in quanto capace di generare un’altra vita?” Forse neanche la Chiesa Cattolica allora a questo punto ha ben chiaro cosa sia l’amore. Perchè l’amore vero non è la capacita di procreare, l’amore è il voler trascorrere la propria vita a fianco di un’altra persona, e ci tengo a precisare che è venuto il momento di utilizzare il termine PERSONA, perchè siamo tutti persone e ci innamoriamo di persone, uomo o donna che siano. E’ quindi il caso di prendere in considerazione la possibilità che nella propria vita ci si possa innamorare di un uomo e poi successivamente di una donna, senza per forza dover essere eletti Mister Gay per poi dover andare a ritrovare sè stessi a Medjugorje. Ma scusate, quel tale che si era innamorato di un maiale, non era per caso un santo?

 




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