Rispetto alle diverse interpretazioni criminali che, dall’editoria alla cinematografia, sono state fatte pensi che le critiche delle Istituzioni nascano dalla paura di non riuscire a dare uno stesso “prodotto” per salvaguardare lo stato?
La polemica è stata fatta in particolare sul film “Romanzo Criminale” di Michele Placido, che ritengo un professionista, ha passione civile e non è da tutti. Secondo me ha fatto un film ben riuscito da incassi clamorosi visti non molto spesso in Italia. Non capisco perché avrebbe dovuto renderlo meno appetibile al pubblico. Tra l’altro, alla fine del film, Placido ha messo degli “insert”: tg dell’epoca, reali. Questo, per dare la possibilità alle persone di capire che quel sangue finto visto durante il film è stato versato realmente. Non credo che abbia sbagliato: lui ha fatto un film, poi le persone mediamente intelligenti giudicano la sceneggiatura, la scenografia, il cast, la fotografia, le musiche, ecc…gli stupidi ci sono sempre. Se poi c’è emulazione da parte di qualche cretino, non è colpa di Michele Placido, il cretino resta cretino e troverà comunque un altro spunto per esserlo o per farlo, per dimostrarsi tale.
Raccontare è quindi giusto a prescindere dalla modalità con la quale si sceglie di farlo (nella fattispecie il romanzo)?
Lui ha fatto un film, poi lo ha romanzato ed ha seguito il libro del magistrato De Cataldo “Romanzo Criminale” che racconta dei fatti attribuendo dei nomi diversi ai protagonisti, racconta un’altra storia. Si ispira alle malefatte della Banda della Magliana ma racconta un’altra storia. Non vedo perché De Cataldo il libro, Michele Placido il film o Sky e Mediaset la serie di “Romanzo Criminale”non avrebbero dovuto farlo. Chi vede il film sa che è un film. Chi legge il libro sa che è un libro. Chi vede la fiction sa che è una fiction. Non credo siano confondibili, perché non parlarne? Ognuno poi utilizza il linguaggio che preferisce specificando che quella, non è la realtà.
Quindi il raccontare queste “gesta criminali” non è un raccontare per stuzzicare o soddisfare le voglie del pubblico?
Sono andata a vedere “Romanzo Criminale” il primo giorno che è uscito nelle sale. Volevo vedere di che parlava, ho detto: «ok, è un film carino, fatto bene…ma non c’è la Banda della Magliana, è chiaro che non c’è, si ispira ma non c’è». Se ci sono persone che credono che in quel film ci sia tutto quello che realmente è accaduto un problema c’è, ed è quello di limitarsi a non approfondire, a trarre delle conclusioni affrettate. Ognuno nel linguaggio che preferisce bisogna che ne parli. E’ chiaro che, se Michele Placido avesse detto che il suo film raccontava la verità sulla Banda della Magliana, avrebbe sbagliato, ma non l’ha fatto.
Secondo te, perchè chi può, dalle Istituzioni, alle associazioni fino alla Chiesa non utilizza gli stessi “mezzi” per spiegare quanto è avvenuto dal loro punto di vista?
Per quanto riguarda la “Banda” la Chiesa lo spiega…dice di non averci mai avuto a che fare. Ci mancherebbe altro, loro sono “La Chiesa” ti pare che (ironicamente ndr) “…noi Chiesa abbiamo avuto a che fare con la Banda della Magliana?” no, mai.
Lo IOR ripuliva il denaro della Banda della Magliana?
Lo dicono i Magistrati.
….e Sabrina Minardi?
Lei dice che Enrico De Pedis conosceva Roberto Calvi e conosceva Marcinkus. Avevano dei traffici insieme, lei dice “cosavano” insieme. Un termine prettamente romano. È un verbo che ha varie interpretazioni si usa per tante cose: “Cosavano” fare cose, si dice così a Roma. Avevano degli interessi in comune.
Qual è la frase che riesce a fotografare il tuo libro?
La frase che potrebbe fotografare esattamente il libro: “Sabrina Minardi, per dieci anni è stata l’amante di Enrico De Pedis detto Renatino, detto il Presidente. Sabrina Minardi era la pupa del boss. Sabrina Minardi non puo’ non sapere che tante cose”. E’ la verità, lei c’è stata, lei ha visto e sentito. Io no.
E la storia continua?
Assolutamente si. La storia infinita. Io non credo che ci sia, ad oggi, la volontà, da parte di chiunque, di voler arrivare a scoprire che fine abbia fatto Emanuela Orlandi. Ci sono ancora troppe persone all’epoca coinvolte, troppe verità scomode…ed è una cosa dolorosa, perché aveva 15 anni.
Il tuo punto di vista sul caso Orlandi?
Di recente, dal carcere turco, è uscito Alì Agca ed il povero Pietro Orlandi è andato in Turchia a cercare di parlargli, a cercare di capire qualcosa…i familiari delle persone scomparse pendono dalle labbra di chiunque dica “è viva”, “tornerà”. E’ giusto, hanno ragione loro. Hanno ragione i familiari. Loro sono realmente quelli che hanno pagato… poi ci sono i film, i libri, le fiction ecc.. ma a volte si perde di vista il FATTO e cioè che una ragazzina di 15 anni è sparita ed è terribile che non si sappia nulla. Era a Roma, in pieno centro, d’estate, davanti al Senato, c’era ancora il sole, e guarda caso quel giorno, le telecamere del Senato non funzionavano. E’ stata vista da un poliziotto e un vigile urbano ma, la ragazzina “puff” è sparita! Non è possibile, non è possibile che nessuno sappia.
Cosa pensi del nostro progetto “Notte Criminale”?
Da quello che mi hai detto è un progetto fantastico! Due giorni con filmati, interviste, pubblico, in tre città italiane… una cosa megagalattica. Mi sembra un progetto importante, ambizioso…in bocca al lupo!!
A Notte Criminale, la mia prima troupe “non si scorda mai”!Raffaella NotarialeMarina Angelo
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