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L’inutilità del Bike sharing

Creato il 15 giugno 2013 da Patuasia

Riceviamo dal signor François Burgay e volentieri pubblichiamo.

E’ di questi giorni l’inaugurazione di nuove stazione per il bike sharing ad Aosta. Iniziativa lodevole che vuole incentivare una mobilità alternativa, non foss’altro che il servizio, così concepito, ha tutto meno che lo “sharing” e cioè la condivisione della bicicletta.
In breve, dopo aver pagato una tassa di iscrizione “una tantum” si viene in possesso di una chiave che permette di prendere la bici dalle postazioni sparse per la città dalle 7 alle 20. Le cose che trovo assurde sono:
- una persona si può tenere gratuitamente la bicicletta per tutto il tempo che vuole compreso dalle 7 alle 20.
- la bicicletta va riconsegnata nello stesso punto in cui la si è presa.
Alla luce di ciò mi chiedo come si fa a denominare “Bike sharing” un servizio che è di “Bike Rental”, cioè di noleggio bici tra l’altro del tutto gratuito? Il vero bike sharing è quello rappresentato da [To]Bike: pagando un abbonamento annuale posso disporre gratuitamente di una bicicletta per 30 minuti e poi la devo riconsegnare in una qualsiasi altra postazione per metterla a disposizione di altri cittadini.
Ho scritto sulla pagina Facebook del Comune per esprimere le mie perplessità e mi è stato risposto che un servizio come il [To]Bike ha dei costi di gestione insostenibili per un piccolo comune come Aosta. Io credo che, a parte un investimento iniziale, il costo di gestione non sarebbe poi molto superiore a quello attuale, ma, se così fosse, chi impedisce al Comune di chiedere un contributo alla Regione? I milioni buttati per lo scempio della Porta Pretoria dimostrano che i soldi ci sono.

 


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