Magazine Cultura

L’ira funesta di Grillo

Creato il 17 marzo 2013 da Casarrubea
Laura Boldrini e Pietro Grasso

Laura Boldrini e Pietro Grasso

“Cantami o diva del Pelide Achille/l’ira funesta che infiniti addusse/ lutti agli Achei…”. Ma qui non c’è Omero che racconta le vicende dei troiani e dei greci, ma un pazzo che, pensando di usare per i suoi scopi le misere condizioni in cui si trova l’Italia, senza meta e senza nocchiero, in un mare in tempesta, pensa di trarre vantaggi dalle disgrazie altrui. Non è l’Italia che Dante Alighieri si sarebbe sognato, ma un vero postribolo. La cosa peggiore è la mancanza di consapevolezza del punto in cui siamo arrivati, o lo stuolo degli altri pazzi che hanno smarrito ogni senso delle regole che fanno una danza macabra attorno al protagonista principale delle scene di follia.

Cosa ha fatto Grillo finora? Ha indossato i pantaloni alla zuava, il cinturone e il fez da capo di uno strano partito tutto suo e, approfittando dell’assenza temporanea di regole, o meglio del loro sovvertimento da parte dei tradizionali partiti, non ha pensato di rimediare ai guasti finora prodotti, ma ha fatto quello che più o meno avevano fatto i segretari politici suoi antagonisti. Si è premurato di curare un suo orticello, mandando al Parlamento una nutrita truppa di suoi rappresentanti. Ragazzi che, avendo la testa sulle spalle,  non pensano proprio di eseguire ordini, ma di rappresentare la Nazione nel posto che ora occupano. Come vuole l’articolo 67 della Costituzione di cui tutti i partiti hanno fatto altro uso che quello per il quale questo articolo era stato scritto dai padri della Patria. Leggiamo infatti che “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.  Cioè il parlamentare non deve votare seguendo un dictat, un indirizzo esterno alla sua coscienza, perché egli, nello stesso momento in cui si siede al suo posto, alla Camera o al Senato della Repubblica, risponde solo alla Nazione, cioè agli italiani. E non a Grillo o a qualche altro. Se questa fosse la regola interiore di ogni parlamentare, l’Italia non avrebbe i problemi che invece ha. Comunque ne avrebbe di meno. Invece non solo dell’art. 67 tutti, a cominciare da Grillo, hanno fatto carta straccia, ma in conseguenza della sua abolizione, ogni parlamentare è diventato ipso facto oggetto di persecuzione per le opinioni espresse e per i “voti dati nell’esercizio” delle sue “funzioni”. Ostracismo che viene messo in pratica clamorosamente in queste ore, in disprezzo del successivo art. 68, da parte di un Movimento che si ritiene alla testa del cambiamento dell’Italia, e che trasforma invece i propri rappresentanti eletti, in oggetti di ricatto e di ritorsione.  “Chi sgarra è fuori”, ha detto Grillo. E a molti questa frase lapidaria è sembrata una minaccia. Per me è roba da codice penale.

Giuseppe Casarrubea


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :