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L’irresistibile desiderio di terrorismo

Creato il 15 maggio 2012 da Albertocapece

L’irresistibile desiderio di terrorismoMassimo Pizzoglio per il Simplicissimus

Non so se sia una forma deviata di sindrome di Stoccolma, per cui vivere assediati da striscianti complottisti sia persino desiderabile, o piuttosto una malsana estrinsecazione di delirio di onnipotenza, ma i governanti, italiani in particolare, trovano conforto e compiacimento nel gridare l’allarme terrorismo.
Qualunque occasione, dalle uova sulle pellicce alla prima della Scala alla lunghezza della barba di un iman, è buona per poter evocare l’incubo, l’abisso.

E, come dice il proverbio, “aiutati che il ciel t’aiuta”: se non capita nulla, gli si dà un aiutino.
Le energie, l’inventiva, i mezzi e i personaggi certo non mancano mai in un paese che ha vissuto ben più d’una stagione di terrore, quello sì autentico per la popolazione, e che della finzione e del millantamento ha fatto un’arte riconosciuta nel mondo.
Come sempre, però, a voler fare il vero troppo vero si rischia di cadere nella parodia, nel così poco credibile come autentico da richiedere uno sforzo immane da parte dei media: supini, come da mesi, quelli di grande diffusione e filogovernativi, arrembanti, ma sulla stessa linea, quelli di minor tiratura e i cosiddetti “antagonisti” che non si fanno mancare l’occasione per rendersi visibili, magari con teorie strampalate o scoop improbabili.

L’ultima occasione è stata, naturalmente, l’aggressione all’ingegner Adinolfi, unica vera vittima, che si è trovato una pallottola, verissima, durissima e dolorosissima, nella gamba.
E’ il contorno che risulta assai fumoso, proprio per la sua dettagliata precisione.
Gli aggressori (la cui connotazione politica, in un giorno di elezioni importanti, doveva risultare subito chiara) potevano arrivare a bordo di una motocicletta Ural, con il colbacco, i pantaloni alla zuava e gli stivali, avere i baffoni, puzzare di vodka, sincronizzare i loro orologi Raketa e cantando Oči čёrnye sparare con una Tokarev.
Già, la Tokarev: non aveva ancora finito di sparare e già si scriveva, da parte di chi non l’aveva neanche sentita nominare, che era una pistola sovietica, l’arma preferita dai terroristi rossi (anche se introvabile e tracciabilissima) e ora anche degli anarco-insurrezionalisti, ma tacendo sul fatto che non è più prodotta da decenni (ha fatto la guerra di Spagna!), che ha un calibro particolare, ma un aspetto banale, che solo un esperto riconoscerebbe vedendola impugnata.

Da qui parte la stura delle congetture, delle ipotesi non confermate, ma immediatamente date per buone da tutti, dei quadri catastrofici, dei decisionismi da quattro soldi, del machismo represso delle nostre B.rave R.agazze!
Già, forse l’acronimo tanto invocato in questi giorni indica proprio il ritorno delle nostre “signore” ministre che giocano a fare tutte le parti, come Arlecchino nella commedia dell’arte: la sabotatrice dei diritti di lavoratori, pensionati, esodati, giovani e vecchi; l’indecisa (apparentemente) tra il bene dei cittadini onesti e i privilegi dei serpenti di stato e poi la dura, la muscolare, la “gendarma” che promette l’esercito, il coprifuoco, le leggi speciali, il pugno di ferro (e fisicamente non si può che crederle).
Queste “Charlie’s Angels” dei disperati, soffiano sul fuoco dell’eversione, si fanno raddoppiare le scorte, fanno timidissime retromarce, ma sparano siluri a tutto andare, annunciano provvedimenti esemplari, mostrando la sempiterna faccia da “ci siamo fatte un mazzo tanto ad arrivare qui, adesso pagate per tutti”, salvo poi ricordarsi di fare un piagnucolino qua e là, per rammentare che fanno parte del “gentil sesso”.
E Bosley Napolitano al singhiozzar s’unisce celebrando la giornata della memoria delle vittime del terrorismo, partendo, ça va sans dire, dalla figlia di un fascista ammazzato in circostanze dubbie (tanto per continuare sulla “sua” rappacificazione degli italiani, repubblichini in testa) e sottolineando che lo Stato non dimentica i suoi martiri, giusto a pochi giorni dalla sentenza con cui il medesimo Stato affermava che a piazza della Loggia non era stata colpa di nessuno, forse l’autocombustione di un cestino dei rifiuti, forse una lattina di Coca Cola difettosa…
Dall”altra parte del Parlamento (ma siamo poi sicuri?) l’impermeabile Cicchitto interviene nella querelle sull’Annunziata e l’ospite di Mezz’ora, chiedendo a che titolo Segio fosse stato invitato a parlare di terrorismo, che se non fosse avvilente, farebbe anche ridere.

Nel frattempo arriva la tanto “attesa” rivendicazione della fantomatica brigata Olga della Federazione Anarchica Informale (niente cravatta, jeans e maglioncino… Marchionne, insomma).
Che viene subito definita “attendibile” dalla nostra capo-valkiria, che snocciola tre piste con elefanti, clowns e giocolieri, come dice Lia Celi, e tutti i media a fare ricerche su questi anarchici-grunge, su ‘sta Olga, greca come la moussaka, ma sovieticissima di nome, che se si fosse chiamata Ariadne non sarebbe andata bene per il volantino.
E giù dichiarazioni di tutti, paginate e paginate di memorie improbabili degli anni di piombo, interviste a chiunque fosse anche solo omonimo di un protagonista di quei tempi.
Così il fumo invade ogni dove, si parla poco della sconfitta del Pdl e Lega, della scomparsa del terzo polo, della tenuta precaria del Pd.
Tanto pervade il fumo che arrivano i pompieri…

Intanto, a giorni, si votano i ballottaggi e in assenza del nano da giardino che richiama al comunismo come male supremo che aleggia sulla sinistra tutta (anche Gentiloni!), un bel ritorno alle bande armate, ai carbonari, agli anarchici di forma o di sostanza, Lugano bella & NoTav, capita a fagiolo.
E se non capita…
Ricordo perfettamente una vignetta di Chiappori sui N.A.P. che chiamava Nuova Agenzia Propaganda, vista la recrudescenza dei loro attentati in prossimità delle elezioni, con il volto sorridente di Fanfani che sfangava le politiche del ’76 dal rischio del sorpasso.
E nelle geniali strisce su Linus, il nano di allora (ma dobbiamo sempre averne uno?) confabulava con un figurino in impermeabile e borsalino che rappresentava i servizi segreti (che “deviati” lo sono per statuto, quindi…) sul da farsi.

Ma, si sa, le illazioni sono gratis e non richiedono un titolo di studio, quindi ognuno su quegli anni la pensi come vuole: sarebbe bello che il popolo italiano avesse miglior memoria e che i nostri governanti mostrassero più rispetto per le vittime innocenti di quegli anni, che furono tantissime e, loro sì, dimenticate.
Forse il nostro poco attendibile, ma molto commovibile presidente della Repubblica istituirà una giornata della memoria della Memoria.
Così, per singhiozzare un po’.


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