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L'Isola della Pedagogia dove si formano le nuove generazioni per la cultura di un teatro che vuole rinnovarsi. Vassilev a Venezia

Creato il 09 ottobre 2012 da Robertoerre
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// Roberto Rinaldi

L'isola è considerata abitualmente un luogo isolato geograficamente lontana e raggiungibile solo con voli aerei o trasporti marittimi. In epoca moderna le isole sono diventate sempre più meta di vacanza e di relax, perdendo quel fascino esotico di terre lontane e misteriose, ripari per chi preferiva una vita meditativa e solitaria. In quel di Venezia c'è però un' “isola” nell'isola  della Giudecca, solo che non è segnata sulla mappa che disegna la laguna. Per trovarla è sufficiente digitare “Isola della Pedagogia” perché appaia nei motori di ricerca in internet dove compaiono le Fondazioni di Venezia per il teatro-Euterpe,  e quella del Teatro Scuola Paolo Grassi di Milano. Tre istituzioni deputate alla formazione per attori, riunite insieme per un progetto che porta il nome di “Pedagogia della scena”: un laboratorio internazionale di formazione per formatori teatrali diretto dal regista Anatolij Vasiliev. Un' “isola” molto particolare dove viene offerta “un'opportunità di crescita culturale e professionale in grado di sopperire a quelle carenze strutturali presenti nel sistema teatrale italiano: la mancanza di formazione per i docenti e gli educatori”.

 

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Di teatro in Italia se ne produce in quantità, anche se non tutto di ottimo livello, e l'opportunità realizzata per dare vita ad incontri e studi per quei giovani che rappresentano le nuove generazioni, è veramente un'isola in mezzo ad un oceano di scarsa sensibilità nei confronti di un futuro rivolto a chi desidera intraprendere la carriera teatrale, sia voglia diventare attore, regista o docente. Per farlo era necessario dedicare molto tempo e il luogo adatto per accogliere e approfondire una delle discipline artistiche più trascurate nonostante l'importanza che essa riveste, quella dell'educazione all'arte. La matrice da cui prende origine attraverso l'insegnamento pedagogico e la trasmissione dei saperi (il teatro non può basarsi sull'improvvisazione nel farlo) e delle esperienze, la possibilità di rinnovamento culturale dei linguaggi e la creazione di nuovi talenti. Quale luogo migliore se non un ex convento come quello dei SS. Cosma e Damiano alla Giudecca, un complesso in origine monastico ora trasformato in un centro culturale del Comune di Venezia dove ha sede anche il Centro di ricerca teatrale Pantakin. La direzione scientifica del progetto porta la firma di Maurizio Schmidt e quella di Cristina Palumbo per quella generale, fautori di un percorso di alta formazione pedagogica proiettata e aperta a livello europeo. Gli allievi partecipanti nel triennio appena concluso (2010-2012) provenivano da varie nazioni, oltre quella italiana, tra cui Israele, Russia, Germania, Romania, Francia, Spagna, Ucraina, Paesi Bassi. Un progetto a cui la Francia ha pensato di seguire le linee guida della Fondazione di Venezia e scuola Paolo Grassi di Milano, tanto da istituire a Parigi un analogo percorso di formazione anche se con tempi più ridotti. Segno tangibile che l'Italia può essere ancora scelta come modello tangibile di eccellenza in un settore strategico e vitale per la vita stessa della crescita culturale di una nazione.

 

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E a dirlo e sostenerlo con forza è lo stesso Anatolij Vasiliev direttore del corso, un artista che ha dedicato tutta la sua vita alla pedagogia e all'insegnamento del teatro, dove il suo scetticismo è lampante quando scrive: «Guardando come viene organizzata la formazione in tutta Europa, inizio a dubitare davvero della sua necessità. Dedicarsi a questa sfera dell'attività umana diventa sempre più difficile. Oggi i governi hanno bisogno di diffondere la “coscienza di massa”, che è molto importante per il mantenimento del proprio potere. Non spenderebbero mai denaro per l'insegnamento e la formazione individuale». Era il 2007 quando il regista rilasciò questa dichiarazione anticipatrice di quanto sta accadendo ora, specie in paesi come l'Italia, dove la riduzione dei finanziamenti alla cultura in generale sembra inarrestabile.

Venezia e la sua “isola” ha creduto in un futuro migliore e l'auspicio è quello che non si perda un'esperienza simile e si possa dare vita anche a edizioni future. Ma nel concreto come è stata organizzata la formazione durata tre anni con un primo stages nel 20120?

 

Il lavoro è stato suddiviso in tre moduli di 7 settimane per ogni anno. Al termine del percorso triennale il regista-pedagogo ha dato dimostrazione del suo lavoro con gli allievi, presentando in pubblico l'esito del laboratorio dedicato a Pirandello di cui è stato scelto “Vestire gli ignudi” e di seguito gli stessi corsisti-pedagoghi il risultato del lavoro svolto su una scelta di novelle del drammaturgo siciliano. Nell'ultima sessione hanno partecipato 14 pedagoghi e 20 attori. Assistere in diretta ai risultati ottenuti è una di quelle esperienze che dimostrano come lo studio, la formazione, la fatica di provare per giornate intere senza darsi mai limiti di tempo e scadenze, portino a maturare una coscienza del proprio percorso professionale. Una forte coesione tra tutti gli allievi, lo spirito di gruppo, l'entusiasmo di esserci e provare cosa significa esprimere i propri talenti con una rappresentazione che non voleva essere recitazione fine a se stessa. Non si trattava di messa in scena o studio finale di un testo, quanto, invece, una tappa iniziale che proseguirà anche in futuro. A turno in coppia o individualmente, a volte anche in gruppi da quattro, gli allievi davano vita all'improvvisazione delle novelle scelte, dopo un attento studio del testo, come ci ha confermavato Vasiliev. Partendo da una comprensione base della storia, gli attori dovevano sviluppare un'interpretazione del personaggio a loro affidato senza studiare il ruolo e affidarsi ad una conduzione registica, e questa è la peculiarità formativa-pedagogica, bensì a partire dal proprio carattere/personalità, trasferendole all'interno del ruolo, e non viceversa come è usuale per un attore nell'interpretare il suo ruolo.

 

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Vasiliev è il fondatore di un modello originale di fare teatro che lavora nella conduzione di laboratori di formazione e allestimento di spettacoli, unendo arte, pedagogia, etica e intelletto. L'attore e l'uomo devono percorrere insieme la strada della sua formazione. Scindere valori umani dalla semplice professionalità acquisita non è fattibile per questo regista. L'ultimo erede e depositario del metodo fondato da Stanislaskij e Nemirovic. L'assistere alle lezioni aperte che hanno visto protagonisti i pedagoghi e gli attori, è significato accertare quanto innovativa nel panorama teatrale italiano l' esperienza di programmare il numero di partecipanti, durata, ampiezza degli spazi e livello della conduzione, così come è stato pensato e organizzato. Il sapere del regista si è materializzato nel corso delle giornate di lezione e formazione, intense e vivaci per la stessa partecipazione entusiasta dei corsisti. La presentazione di Vestire gli ignudi di Pirandello a Venezia è stata la prima fase di un lavoro che vedrà la partecipazione di alcuni degli allievi del corso che sarà portata successivamente in scena a Wroclaw in occasione del premio Europa. Tra i pedagoghi partecipanti alla formazione triennale dell'Isola della Pedagogia figurava anche Giacomo Veronesi diplomatosi in regia alla Scuola d'Arte Drammatica Paolo Rossi di Milano e laureato in Economia dell'Arte all'Università Bocconi. La sua testimonianza avvalora la scelta di Vasiliev: «Gli allievi attori mostrano il lavoro fatto con il regista prima e i pedagoghi dopo, senza aver provato per la scena, a contatto con il pubblico per la prima volta dove nessuno di noi interviene per dare delle indicazioni. L'intento è quello di sentire su di sé quale reazione scaturiscono nel momento stesso di affrontare per la prima volta la scena in pubblico.» 

 

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Un'esperienza che lo stesso regista riprenderà in seguito per sedimentare in tutti i partecipanti coscienti di aver partecipato ad una tappa fondamentale di crescita della loro vita artistica e professionale resa possibile solo per il valore di coesione sociale e umana, senza la quale non sarebbe potuto realizzarsi.

 

Isola della Pedagogia Venezia

Fondazione di Venezia -Euterpe

 



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