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L’Italia attacca e occupa il Kazakistan

Creato il 25 luglio 2013 da Informazionescorretta

kazakistan italiaLe nostre eroiche truppe sono già entrate ad Almaty, tra ali di folla festante, e si dirigono verso la capitale Astana. Il dittatore Nazarbayev in fuga verso l’«Unione sovietica». Ablyazov esulta. La signora Shalabayeva e la figlia, liberate dai parà della Folgore, sono già rientrate a Roma. Napolitano invita alla prudenza e alle larghe intese. Bonino: «Una guerra nonviolenta». Alfano: «Lo giuro, non ne sapevo niente!». La Russa: «Me ne frego dell’Onu». I pozzi petroliferi kazaki sono nostri. L’Inghilterra, irritata, smette di festeggiare il baby reale

Sotto il sole di luglio, è lecito fantasticare un’Italia con la schiena diritta? E speriamo che nessuno si offenda, visti i tempi di suscettibilità diffusa… Trattasi di satira politica.

Un sussulto d’orgoglio. Una reazione da potenza mondiale. Un voler ribadire che l’Italia c’è, eccome, nello scacchiere politico-militare internazionale e intende ribadirlo sempre più spesso.

Erano le 4,37 di stamane quando le nostre truppe, da giorni segretamente posizionate a sud, nel vicino Kirghizistan (notoriamente storico alleato dell’Italia), e – sembra – pure nella Cina occidentale (ma il gigante asiatico chiede il massimo riserbo), hanno sferrato un durissimo attacco di terra al Kazakistan. Nel giro di poche ore, sostenuti dall’aviazione, i nostri fanti – tra di loro Daniela Santanchè con un berretto verde – hanno annientato l’esercito kazako e già alle 9,11 sono penetrati nella ex capitale Almaty. E senza alcuna dichiarazione di guerra, come è giusto che sia (Germania hitleriana e Usa ce lo insegnano). Appena saputo dell’intervento militare italiano, la popolazione kazaka si è riversata nelle strade, festeggiando la liberazione avvenuta e abbracciando i nostri soldati (bellissime le kazake).

L’avanzata sta proseguendo in queste ore. Ormai siamo in vista della capitale Astana. Tant’è vero che il dittatore Nursultan Nazarbayev, ormai deposto, ha chiesto asilo politico all’Unione sovietica (?), chiedendo di non essere consegnato ai nostri servizi segreti, come l’Italia ha fatto con la signora Alma Shalabayeva e la figlioletta Alua. Intanto, entrambe le donne, con una fulminea, efficientissima, azione dei nostri parà della Brigata Folgore, sono state liberate e già aviotrasportate a Roma. Avevamo sopportato sin troppo a lungo per il nostro senso patriottico la presa in giro e l’umiliazione subita dall’apparato diplomatico e dai servizi segreti kazaki, con il caso di Alma e Alua. Ma, ora, c’è chi ipotizza che si sia trattata di una nostra furba strategia per provocare l’intervento di stamane. Intanto i pozzi petroliferi e di gas kazaki sono già stati occupati con un esproprio proletario dell’Eni da parte delle nostre maestranze, che stanno attuando un esperimento socialista di autogestione. Tonnellate di greggio e metano stanno giungendo in Italia. Ne avevamo proprio bisogno…

Le reazioni internazionali. La Gran Bretagna ha smesso di festeggiare il pupetto reale. Perfida Albione! Barack Obama dice che l’abbiam fatto nero. Angela Merkel ha accusato un grave malessere. Il discusso dissidente kazako Mukhtar Ablyazov ha ringraziato l’Italia e si recherà in giornata a Roma ad abbracciare la moglie e la figlioletta. L’Onu deciderà appena possibile quando discutere della presunta aggressione (non prima di un paio di mesi) ed entro l’anno (2014?) potrebbe decidere delle sanzioni nei confronti del nostro Paese, simili a quelle contro Israele per l’occupazione dei territori palestinesi. La borsa di Milano sta toccando il +15,67%, con i titoli energetici oltre il +30%. In poche ore la disoccupazione è scesa al 5%; quella giovanile al 3,5%.

Dall’interno unanimi i commenti positivi. Il presidente Giorgio Napolitano ha parlato di «fatti di una gravità senza precedenti» e ha invitato alla prudenza e alle larghe intese. E, infatti, subito dopo, il presidente del Consiglio Enrico Letta ha detto che il successo italiano è il risultato dell’alleanza Pd-Pdl. Il ministro della Difesa Mario Mauro ha affermato che si può vincere anche senza F-35 e che da oggi si denominerà ministro della Guerra (era ora, bando alle ipocrisie!). Il suo predecessore, Ignazio La Russa, interpellato sulle eventuali reazioni e sanzioni dell’Onu, ha seccamente e virilmente risposto: «Me ne frego!». Un po’ fuori dal coro il vicepremier Angelino Alfano, che, apparso spaesato, ha dichiarato: «Lo giuro, non ne sapevo nulla. Anche stavolta nessuno mi ha informato!». Il Movimento 5 stelle ha redatto una nota ufficiale nel quale si dice che saranno gli iscritti al partito, tramite internet, a valutare i fatti. Il ministro degli Esteri, la radicale Emma Bonino, forse dimentica delle convinzioni nonviolente del partito di Marco Pannella, ha parlato di «nonviolenta azione di guerra, con un pochino di violenza, sì, ma non tanta». Un messaggio indiretto – ma non tanto – all’India: ehi, stiamo arrivando a liberare i nostri due marò. Vincere? E vinceremo!

Le immagini: i nostri eroici parà sfilano per le strade di Almaty, tra i “Forza Italia” festosi dei cittadini kazaki liberati; il ministro della Guerra Mario Mauro; Emma Bonino osserva gioiosamente i combattimenti vittoriosi dei nostri militi.

Rino Tripodi

(LucidaMente, anno VIII, n. 91, luglio 2013)


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