La manifestazione di Milano ha chiesto una mobilità nuova, sostenibile, con la forza di una moltitudine di persone pronte a un cambiamento necessario, per evitare la violenza di sprechi di denaro e di consumi di idrocarburi inquinanti e pericolosi per la salute. Sì, quella che subiamo è violenza che passa per normalità, che sembra giusta, scontata, eppure uccide silenziosamente, come un killer di massa che aiuta i responsabili a far sparire le prove. Ma il delitto resta, lo spreco enorme di denaro, la quantità immensa di sostanze inquinanti riversate per le strade causa morte, uccide l’aria, soffoca il terreno coltivabile, colpisce con ferocia la salute, inquina lo stile di vita. Così le richieste dei cittadini accorsi a Milano non possono non essere ascoltate. Il non cambiamento ha un costo folle. Ecco quel che scrive uno dei partecipanti.
A Milano c’eravamo anche noi in rappresentanza
del Coordinamento Comitati contro le Autostrade Cr-Mn e Ti-Bre,
di Salviamo il paesaggio Cremonese, Cremasco e Casalasco
e del Coordinamento Comitati ambientalisti Lombardia,
insieme a migliaia e migliaia di altre persone, in corteo per le strade del centro (dal piazzale della stazione a piazza del Duomo), a chiedere che il nostro paese cambi veramente strada in tema di mobilità. Comitati e associazioni, pedoni, ciclisti, pendolari e automobilisti loro malgrado, tutti insieme per dire basta allo smog, all’economia del petrolio e quella delle grandi infrastrutture stradali. Perchè una mobilità nuova è possibile anzi, indispensabile. L’incubo della crescita infinita di traffico e congestione si è interrotto già da tempo, il traffico è in calo, gli acquisti di veicoli pure, e nel paesaggio urbano si è rarefatta la presenza invadente e ossessiva delle pubblicità di automobili.
Per soddisfare la domanda di mobilità del 2,8% delle persone e delle merci (è questa la quota di spostamenti quotidiani superiori ai 50 chilometri) si impegna il 75% dei fondi pubblici destinati alle infrastrutture del settore, mentre all’insieme degli interventi per le aree urbane e per il pendolarismo (dove si muove il 97,2% della popolazione) lo Stato destina solo il 25% delle risorse.
NON PUO’ CONTINUARE COSI’.
Per questo oggi è partita la raccolta di firme (obiettivo un milione di adesioni) per una proposta di legge di iniziativa popolare che vincoli almeno i tre quarti delle risorse statali e locali disponibili per il settore trasporti a opere pubbliche che favoriscono lo sviluppo del trasporto collettivo e di quello individuale non motorizzato.
PERCHE’:
La Mobilità Nuova sposta i soldi per muovere le persone.
La mobilità vecchia sposta le persone per muovere i soldi.
NON CHIEDIAMO NUOVE AUTOSTRADE
CHIEDIAMO UNA MOBILITA’ NUOVA