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L’Italia dopo il G20, l’Eurogruppo e l’Ecofin

Creato il 09 novembre 2011 da Exodus, Di Luca Lovisolo @LucaLovisolo

Proviamo a individuare la posizione dell’Italia di fronte agli altri Stati membri dell’Unione europea e del mondo occidentale ascoltando le versioni originali delle conferenze stampa tenutesi nell’ambito del recente G20 di Cannes e al termine della successiva riunione dell’Eurogruppo, l’organismo che raduna i ministri delle finanze dei Paesi che adottano l’euro.

Dalle risposte che il Presidente francese Nicolas Sarkozy ha dato a chi lo interrogava a proposito dell’Italia durante la conferenza stampa del 3 novembre, nel quadro del G20 di Cannes, Sarkozy è ritornato sull’importanza dell’economia italiana nel contesto europeo. Ha immediatamente sottolineato quello che sembra essere diventato da qualche giorno il leit motiv, in tutti i documenti europei e internazionali che riguardano l’Italia: le misure proposte dal Governo italiano nella ormai celebre lettera d’intenti per superare la grave situazione economica del Paese sono bene accette, ma ciò che importa veramente è la loro attuazione concreta in tempi e modalità certe.

Più inosservata dai media italiani è passata la più grigia ma sostanziosa conferenza stampa tenuta da Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, il 7 novembre. Egli non si è limitato a sottolineare la necessità che l’Italia metta in atto in modo chiaro le misure indicate nella lettera d’intenti, ma si è diffuso su un interessante aspetto riguardante la situazione interna dei Paesi più esposti a rischi finanziari, tra i quali l’Italia.

Juncker ha fatto osservare che in tutti i Paesi che hanno beneficiato sinora di interventi di supporto diretto da parte dell’Unione europea, le misure economiche necessarie sono state approvate e sostenute comunemente da maggioranza e opposizione. «Non bisogna dimenticare – ha sottolineato espressamente il presidente dell’Eurogruppo – quanto è difficile spiegare ai cittadini lussemburghesi, tedeschi, francesi, svedesi eccetera perché bisogna aiutare certi Paesi, quando questi Paesi non sono d’accordo neppure al loro interno».

Questa precisazione si collega con gli analoghi argomenti riferiti dal presidente francese Sarkozy nella conferenza stampa conclusiva del G20, dove sottolineava che, dove accettati e applicati con coerenza, gli aiuti europei producono gli effetti desiderati.

In Italia, a seguito delle annunciate dimissioni del Presidente del Consiglio dei Ministri, non è dato capire se i numerosi partiti di opposizione, in disaccordo anche fra di loro su molte materie, accetterebbero le misure promesse dall’attuale Governo.

Questa è la differenza più rilevante, tra la situazione italiana e quella di altri Paesi che presentano situazioni economiche anche peggiori, ma riescono a manifestare una maggiore unità e chiarezza del quadro politico e sociale. Questa scomoda posizione dell’Italia spiega le pesanti perdite finanziarie seguite all’annuncio delle prossime dimissioni dell’attuale capo del Governo. L’incertezza è generata non tanto dalla partenza del Presidente in carica, quanto dall’impossibilità di prevedere con ragionevole sicurezza quali saranno le mosse di chi gli succederà e i tempi della successione.

Nella conferenza stampa tenuta poco fa al termine del vertice Ecofin da Olli Rehn, commissario europeo agli affari economici e monetari, molte domande sono state riservate all’evoluzione della situazione italiana. Ancora una volta, è prevalso il senso di incertezza rispetto agli sviluppi in corso nella Penisola, poiché nessuno è in grado di dire con esattezza chi rappresenti realmente l’alternativa al Governo sinora in carica, e quali passi muoverà. Dalle parole di Rehn, risulta chiaro però che l’Unione europea considera i punti della lettera d’intenti vincolanti per l’intero Paese, non solo in riferimento a uno specifico Governo o ministero, e non intende rinunciarvi. | ©2011 Luca Lovisolo


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