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L’ Italia du Pilu

Creato il 27 gennaio 2011 da Dylandave

L’ Italia du Pilu

- Qualunquemente – 2011 - ♥♥ e 1\2 -

di

Giulio Manfredonia

Pensa al suo popolo il politico Cetto La Qualunque. Pensa ai desideri e ai bisogni dei suoi concittadini, seppur quelli primari, li illude con promesse e non sembra preoccuparsi minimamente della legalità (che considera una vera e propria piaga) . Ma soprattutto il brillante personaggio interpretato da Antonio Albanese dà sfogo al suo “machismo” primordiale da uomo che non ha alcun rispetto per le donne e che le considera solo “pilu” o escort da comprare e invitare a fare un tuffo nella sua vasca idromassaggio. Ovviamente rigorosamente nude. Il trionfo del qualunquismo dei furbetti che vanno contro le regole e la democrazia sembra essere, purtroppo, non solo qualcosa che ci dovrebbe far ridere ma un serio argomento di riflessione. Qualunquemente, il nuovo film dell’ istrionico Antonio Albanese, talento comico di origini meridionali ma cresciuto al Nord, e attore che sembra ormai non essere più una positiva novità nel panorama attoriale italiano, è infatti una commedia che dovrebbe far ridere ma che finisce per far tutt’ altro. A ogni gesto macchiettistico del suo personaggio Cetto La Qualunque, è infatti difficile non ridere, ma immediatamente ci si rende conto che molte di quelle che dovrebbero essere solo delle gag sono purtroppo una triste realtà politica italiana. E’ quindi un sorriso amaro quello che strappa continuamente il film di Giulio Manfredonia nei suoi mille momenti in cui rappresenta un Paese che sembra ormai aver perso fiducia nella legalità e nella democrazia e si rifugia in un’ etica del malcostume, degli abusi di potere e della volgarità ormai purtroppo scambiata per bellezza. Sono infatti emblematiche e non possono non invitare alla riflessione, le sequenze nelle quali il protagonista Cetto interagisce col figlio Melo (che ricorda visivamente “Il Trota” di Bossi) un pò timido e decisamente diverso da lui e che sembra dare maggiore importanza alla purezza di un sentimento come l’ amore, rispetto alla volgarità pacchiana di un procace seno o di un provocante fondoschiena propagandata dal padre. Il personaggio di Cetto La Qualunque più che invogliare alla satira politica però sembra rimandare a una più profonda riflessione sulla volgarità italiana, quella che spesso viene enfatizzata e sbeffeggiata di noi anche all’ estero. E’ per questo che il regista Manfredonia sceglie di usare toni e colori, soprattutto negli abiti, molto accesi e dal look cafone come a voler ricordare quello che sembra essere diventato oggi nel nostro paese un must: l’ ostentazione degli sfarzi e delle paillettes senza la minima attenzione all’ interiorità. Infatti è proprio da questa sua morale, basata sulla vacuità delle apparenze, che il calabrese Cetto La Qualunque dà vita alle sue “non idee” politiche concrete, anche quelle improvvisamente trasformate in pura ostentazione di spacconeria e bullismo. È su queste basi che poi ne deriverà in concreto tutto ciò che è materia di attualità nella nostra Italia da anni: l’ egoismo e il menefreghismo totale per la legalità, l’ ambiente e nei confronti dei diritti umani e sociali. In definitiva c’è sicuramente del talento nella comicità espressa in Qualunquemente. Un tipo di comicità che una volta tanto non arriva solamente per farci dimenticare quelli che sono i nostri problemi reali coprendoli con vuote gag (si veda l’ opera omnia dei cinepanettoni), ma che ce li fa rievocare. Nella speranza che questa leggerezza nella rievocazione possa al tempo stesso farci assumere consapevolezza, sdegno e vergogna per un Paese come il nostro che sembra aver dimenticato (come anche Cetto) il significato di Cultura.

L’ Italia du Pilu

( A caccia di mamme con un bel corpo da assessore)
L’ Italia du Pilu
( Prima regola nei talk show: attaccare con simpatia e arroganza 
senza lasciare parlare l' avversario)

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