di Gianuca Bonazzi
L’Italia, Giardino d’Europa o piccolo continente?
Il titolo non sembri una boutade, una provocazione, un’esagerazione.
È una profonda e radicata convinzione, perché dettata da fatti oggettivi, che proverò a spiegare.
Tutto ciò che in Natura appare, con la sua infinita gamma di paesaggi di arie, di acque, di fuochi e di terre, che connota in modo diversificato ogni continente del mondo, in Italia esiste, pur in una sua versione molto ridotta.
Siamo un crocevia sospeso di terre circondate dall’acqua, un punto tra il nord che guarda all’Europa settentrionale e un sud che guarda all’Africa.
Siamo uno stivale che cammina, col tallone alzato.
Un paesaggio pugliese (da Wikipedia)
Da svariati millenni, poi, veniamo attraversati in lungo e in largo, da nord a sud e da ovest ad est, così come viceversa, da ogni sorta di popolo del mondo.
Questi continui attraversamenti hanno seminato cultura nel senso più ampio, profondo e affascinante, creando linguaggi, storie, arti, architetture, giardini, dialetti, cucine, personaggi, paesaggi, leggende, fiabe, favole, usanze, tradizioni, conoscenze e quant’altro ancora.
Ogni cittadino italiano che vive in Italia dovrebbe avvertire il senso di una sfaccettata medaglia diamantifera che il Destino gli ha riservato: da una parte la Responsabilità, dall’altra la Bellezza.
La responsabilità risiede nel preservare, custodire e tramandare ai suoi figli e ai figli dei suoi figli, come al mondo intero, questa infinita e ricca bellezza, che va oltre la dimensione di Tempo e Spazio: un immenso patrimonio che si cela dietro ogni suo angolo più remoto, così come dietro casa.
Invece egli abbocca alla corbelleria mascherata gridata dal politico di turno, come dal vicino di casa che inneggia contro questo o contro quello, salvo poi lamentarsi inutilmente a cose fatte.
Così si svilisce, giorno dopo giorno, anno dopo anno, in una discesa che sembra non aver mai fine, verso il basso, verso il fondo, dimostrandosi sempre più brutto e indifferente.
La contrapposizione ‘guelfi-ghibellini’ ancora impera, a distanza di secoli, prendendo altri termini, parole, nomi.
Qualcuno si ricorda ancora che la nostra Italia era definita il Giardino d’Europa?
Che cosa ne è rimasto, dopo le incessanti cementificazioni degli ultimi decenni ?
E qualcuno si ricorda che, poco dopo l’Indipendenza, proclamata nel 1861, nel 1871 una strana figura di abate-geologo-paleontologo-patriota, Antonio Stoppani, scrisse in forma di dialogo tra lui e gli studenti un trattato sulle bellezze geologiche italiane?
Fu un best-seller per i tempi, il primo della nascente Italia, tanto che agli inizi del Novecento Egidio Galbani decise di omaggiare lui e il suo libro creando il famoso formaggio “Belpaese”.
Non c’è una morale per i tempi attuali, in questa storia ?
Invece la società italiana si avvita in discorsi e in confronti che sembrano trasferiti direttamente dalla televisione nella vita di ogni giorno di tutti noi.
Pochi sospettano che possa avere senso un’idea dell’Italia come piccolo continente, perché non si vuole e non si riesce a trasmettere il principio della sua Bellezza legata alla memoria di Tempo e Spazio.
Se accadesse, torneremmo a essere una nazione guida dell’Europa, perché il turismo culturale è in grande crescita ed espansione; ma soprattutto ritroveremmo l’orgoglio di essere italiani.
La cascata delle Marmore (da Wikipedia)
Invece, la bellezza che viene promossa resta a un livello di sguardo frammentato, consumistico, televisivo, superficiale, senza approfondimenti, come quella promossa con le navi da crociera o i grattacieli di alberghi in riva al mare.
Quella che sta vivendo l’Italia è soprattutto una crisi culturale, un’assenza, un vuoto di idee senza precedenti, e l’aspetto economico ne è una conseguenza.
Quindi, allo stato attuale, non vive le condizioni necessarie per poter capire che ha in sé l’asse portante, cardinale, attorno al quale potrebbe far girare la rinascita economica dello stato.
Chi si occupa di cultura, di arte, di ambiente o simili, per volontariato o per professione, non incide più di tanto sulla situazione generale, limitandosi a svolgere il suo onesto compito.
Solo dalla piena, articolata e profonda consapevolezza di cittadini, associazioni e istituzioni di ciò che è stata ed è l’Italia, potrà venire la necessaria inversione di rotta per far risplendere il Giardino d’Europa.
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