Sull’omertà attorno agli stupri ne abbiamo parlato spesso così come sull’incremento delle violenze sessuali nel nostro Paese e della società che nulla fa per assicurare alle vittime giustizia, libertà, assistenza, solidarietà e prevenzione per gli stupri. Ieri tutto il paese assiste in silenzio a tre episodi di violenza sessuale in soli tre ore a danni di donne giovanissime, quasi bambine. Gli autori? sono sopratutto italiani e giovanissimi, ragazzi cresciuti con l’idea di un corpo femminile legato al consumo e al possesso. Oggi vengono denunciati altri episodi di violenze e ricatti sessuali, stupri, dove qualche autore va a vantarsi in giro degli abusi.
Come se non bastasse, assistiamo anche ad un altro episodio: Un tribunale concede i domiciliari a tre ragazzi che stuprarono una minorenne mesi fa, godendo della sentenza scorsa della Cassazione, secondo il quale chi stupra in gruppo una donna può godere di misure alternative al carcere, stessa pena che si è beccato lo stupratore di Novara.
Accanto all’incremento degli stupri, assistiamo anche ad una giustizia che continua ad essere dalla parte degli stupratori e non delle vittime, spesso sottoposte ad una seconda stigmatizzazione che avviene all’interno degli stessi tribunali dove ancora oggi vengono indicate come quelle che se lo sono cercata, che hanno provocato o che si sono inventate la violenza. L’Italia di oggi è rimasta ferma a quella descritta dal filmato “processo per stupro” degli anni ’70 con l’unica differenza è che in quegli anni si è cercato di distruggere quell’omertà che ora ritorna perchè a parte qualche coraggiosa voce come quella di Annamaria Scarfò che scrisse un libro di denuncia su quello che ha dovuto passare dopo aver denunciato ripetuti stupri, nessuno ci mostra qual’è il calvario che devono passare le donne durante un processo per stupro che spesso finisce per l’assoluzione del carnefice e se sei “fortunata” gli concedono qualche anno o i domiciliari. Stessa cosa per chi ha tentato un femminicidio o un reato di stalking, malgrado molti di loro sono evasi dai domiciliari o hanno scontato la loro pena esigua, facendo fuori la vittima per vendetta.
Sono pochissime le donne che riescono a denunciare uno stupro. Come fa una donna a denunciare un reato che per l’opinione pubblica non è poi così grave e che spesso sono le vittime a passare per colpevoli? Come fa una vittima a denunciare un uomo che la violenta se poi il giudice molto spesso li assolve o gli da condanne leggere rischiando che possono vendicarsi in qualsiasi momento (basta evadere dai domiciliari)?
Questo sistema non fa che incoraggiare gli stupratori (perchè sono sicuri che tanto non verranno denunciati e che tanto nemmeno sconteranno la pena perchè basta dire che lei è consenziente ed ancora oggi è permesso patteggiare o essere assolti) e scoraggiare le vittime che per paura di vendette da parte dei violenti (e parlo anche di reati di stalking e violenza domestica), di essere indicate come “ragazze facili” e di non ricevere giustizia (spendendo pure soldi per gli avvocati) scelgono di non denunciare.
Per rompere l’omertà sullo stupro su Twitter è partita un’iniziativa, ossia l’hashtag #italyrapesinsilence, perchè l’Italia stupra in silenzio e Lorella Zanardo ha scritto un appello sul suo blog che chiede di fare qualcosa contro la violenza che oggi colpisce anche bambine.
Bisogna rompere il silenzio, il Governo deve capire che la violenza sessuale è un attentato gravissimo al corpo (e alla salute fisica, psicologica e sessuale) della donna e fare leggi a tutela delle vittime per non lasciarle sole, come spesso succede e smetterla di ricordarsi degli stupri solo se sono immigrati a compierli, perchè ci sono tantissimi italiani conoscenti, amici, parenti, familiari e partner che usano violenza contro le donne e quindi E’ UN PROBLEMA CHE RIGUARDA ANCHE GLI ITALIANI, la nostra società ed è spesso legato all’immaginario costruito attorno al corpo e alla sessualità femminile.
Vorrei che a scuola si facesse educazione sessuale (e all’amore sopratutto) perchè spesso la causa di questo degrado è la mancanza di informazione sui temi della sessualità, dove i ragazzini si informano tramite porno e tv, apprendendo una rappresentazione femminile stereotipata, spesso a servizio dell’uomo, dove è inesistente il piacere femminile e il reciproco consenso. Spesso gli uomini vengono educati a vivere il sesso come sfogo dei propri istinti e come mezzo per raggiungere la virilità e farsi fighi con gli altri, mancando di rispetto le donne e considerando “puttane” tutte quelle che ci stanno o che non. Questo immaginario ha reso anche le donne ricattabili e da qui nasce lo stupro, quello subito dalla ragazzina 14enne adescata su Facebook da alcuni coetanei che per paura di vedere un suo video pubblicato ha dovuto subire uno stupro così come tante altre. E’ un vanto andare in giro e dire di aver violentato una donna? evidentemente per qualcuno sì ed è per questo che molti hanno la sicurezza di stuprare una donna. Io colpevolizzo anche le loro famiglie, dove erano quando maturavano l’idea di una sessualità così fallocentrica? Probabilmente sono complici perchè spesso ai maschi non gli viene impartita la stessa educazione delle ragazze, nessuno insegna loro che il sesso va fatto solo quando si ama una donna e quando è consenziente ma solo per consumo e per sentirsi virili.
Stupratori non si nasce, non è nella natura dell’uomo ma nella cultura dell’uomo, quindi si diventa tali. Il numero di stupri purtroppo rivela che nel nostro Paese non è ancora riconosciuta la libertà sessuale delle donne e come può esserlo se ancora ci sono uomini che ignorano il consenso delle donne e considerano puttane tutte quelle che hanno avuto coraggio di denunciare una violenza e quelle donne libere dagli schemi imposti?
Perchè ancora oggi una donna che denuncia viene considerata quella che rompe l’omertà, che rovina gli uomini, che si inventa tutto per vergogna di confessare una relazione sessuale, quindi ancora oggi viene considerato un affronto intollerabile all’onore maschile. Per questo motivo che, apprendendo un’altra notizia triste ieri, alcuni insegnanti hanno consigliato la loro alunna di non denunciare per non rovinare l’immagine del ragazzo e della scuola, quella scuola che è poi responsabile perchè vieta l’introduzione dell’educazione all’amore. Perchè le donne vengono invitate a stare zitte, a restare sole con il proprio dolore e a non denunciare? Questa è a mio parere una lcienza allo stupro, significa incoraggiare i violenti a violentarci.
Facciamo sentire la nsotra voce, spero che arrivi alle orecchie giuste.
Mary