“L’OCCHIO CINEFILO”: recensione film “IL GIOVANE FAVOLOSO” di Mario Martone
Dal 16 ottobre 2014- al cinema.
Mario Martone ritorna al cinema storico e letterario con questo “IL GIOVANE FAVOLOSO” sulla vita e sull’opera del genio ribelle Giacomo Leopardi; la locandina del film capovolta racchiude tutto il significato e l’intento del regista che è stato quello di capovolgere la figura di Leopardi riguardo i luoghi comuni sulla sua figura; ne esce un ritratto bellissimo, non retorico, non noioso, un ritratto compatto e possente di una figura fondamentale della intelighentia italiana di tutti i tempi, un ritratto interpretato meravigliosamente e con estrema misura mai caricaturale di Elio Germano, finalmente una immagine rivoluzionaria del poeta recanatese, un uomo appassionato della vita, un ribelle alle ipocrisie della società e assolutamente avanti rispetto al suo tempo, un post-moderno dell’intelletto che intuisce il declino dell’uomo e la corruzione della morale, un messaggio universale e senza tempo. Il film ne sottolinea le sottili inquietitudini nel percorso personale che dalla uggiosa Recanati lo portano in giro per l’Italia da Roma a Firenze fino a raggiungere Napoli grazie all’amico carissimo Antonio Ranieri, città che con la sua voracità per ogni desiderio avvolge il poeta scuotendolo negli ultimi decisivi anni della sua breve vita e dove ivi è sepolto, l’eterno contrasto di Napoli tra illusione e realtà instaura con Leopardi un legame profondissimo e silenzioso fatto di odio-amore viscerale e dove lui approfondisce in maniera definitiva il rapporto uomo-natura il cui summa è l’incantevole “LA GINESTRA”. Il film ha avuto un grande successo di critica ed è stato ben accolto in linea di massima anche all’ultimo festival del cinema di Venezia, ai festival di London, Toronto e Annecy. Un film possente nella messa in scena delle immagini tutte essenziali nell’esplicazione del contenuto del film, rigoroso nella rielaborazione della vite del poeta; il rapporto conflittuale tra intellettuali e società viene nel film ripreso e sviluppato con una continuità di immagini che ne riflettono il presente raccontato, il futuro intuito e l’animo “oltre” del Leopardi. Non è un rassicurante biopic, né un film strettamente storico, è l’avventura di una mente universale che contrasta la decadenza e la fine dell’uomo con la poesia e la riflessione, è un viaggio nell’animo tormentato di colui che passa dal cupo realismo ad un simbolico finale illuminante e consolatorio con le illusioni che tengono viva la fiammella di tutti i moti dell’animo e dove alla fine Elio Germano- Leopardi libera la sua mente dalle catene dell’oppressione per portarlo per sempre nel suo (nostro) “INFINITO”. Il titolo del film il regista Martone lo ha preso da una definizione che del Giacomo Leopardi fece la scrittrice Annamaria Ortese. Un film da vedere per la forza della sua modernità.
DANIELA MEROLA