“L’occhio cinefilo”: recensione film “IL NOME DEL FIGLIO” di Francesca Archibugi
Dal 22 gennaio 2015 al cinema;
La regista Francesca Archibugi ritorna al cinema dopo una assenza che risale al 2009, anno del suo ultimo film “Questione di cuore” e ritorna con questo “IL NOME DEL FIGLIO”che senza ombra di dubbio sarà uno dei più acclamati del 2015. Il film scritto dalla regista con Francesco Piccolo è basato su “LA PRENOM” piece teatrale francese di grande successo di Alexandre De La Patelliere e Mathieu Delaporte e poi trasposta al cinema dai suoi autori e uscito in Italia nel 2012 con il titolo di “CENA FRA AMICI”; il film della Archibugi è stato riscritto e adattato alla realtà italiana e la regista e Piccolo hanno ripreso il testo narrativo originale trasformandolo in una commedia sentimentale, uno sguardo lucido sulla famiglia e i suoi contrasti riguardanti la vita e la politica. Il film è prodotto dalla Indiana production e Lucky red con Motorino amaranto e Rai cinema. Un cast ben amalgamato dove spiccano uno strepitoso Alessandro Gassman e un incisivo e spumeggiante Rocco Papaleo. La storia narra della coppia Simona (Micaela Ramazzotti), che ha appena pubblicato un romanzo hot divenuto subito bestseller, e Paolo (Alessandro Gassman) ricco immobiliarista da cui aspetta un figlio; entrambi vanno ad una cena in famiglia che li vede ospiti di Betta (Valeria Golino), sorella di Paolo, insegnante e moglie di Sandro (Luigi Lo Cascio), professore universitario precario che ha scritto un saggio con il quale non ha venduto nulla. L’evidente squilibrio tra la coppia di intellettuali romantici e la coppia di borghesi dediti al guadagno viene compensato dall’amico di infanzia Claudio(Rocco Papaleo), eccentrico musicista che cerca invano di smussare le frizioni tra i suoi quattro amici. La miccia scatenante del conflitto durante la cena è l’intenzione di chiamare il nascituro da parte di Paolo e Simona Benito, nome non propriamente comodo da portare anche per il fatto che Paolo e la sorella Betta sono figli di un ebreo del partito comunista. Il film si sviluppa in una sorta di vortice di parole contro tutto e tutti, anche se nella versione italiana c’è meno livore, meno rabbia, ma in più c’è un affetto di base che aleggia nell’aria e che rende il film delizioso per i tempi narrativi, le battute ad hoc, il sarcasmo sottile e la tolleranza e l’amore che reggono il film. Una sceneggiatura solida e senza tempi morti rendono il film intenso e piacevole a vedere, con personaggi stupendamente tratteggiati dove ognuno di loro si è potuto creare un proprio assolo senza mai strafare o alterare la trama corale del film. Da menzionare la meravigliosa scena costruita sul sublime brano di Lucio Dalla “telefonami tra vent’anni”. Un film ricco di sentimenti e di spunti intuitivi perfetti nel contesto. Il film si chiude con una vera chicca ovvero le riprese del vero parto di Micaela Ramazzotti (moglie di Paolo Virzì) filmato personalmente dalla Archibugi con una videocamera.
DANIELA MEROLA