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“l’occhio cinefilo”: recensione film “LA BUCA “di Daniele Ciprì, dal 25 sett 2014 al cinema;

Creato il 29 settembre 2014 da Dan76

“L’occhio cinefilo”: recensione del film “LA BUCA” di Daniele Ciprì dal 25 sett 2014 al cinema;

Daniele Ciprì ritorna dietro la macchina da presa con “LA BUCA” dopo “E’ STATO IL FIGLIO” del 2012; “LA BUCA” è una commedia sotto forma di favola tragicomica che strizza l’occhio alla commedia brillante americana anni ’50 e Ciprì ama sperimentare, mescolare, reinventare per creare film che spazziano in vari generi anche per muovere il cinema italiano. E’ un film che mescola commedia e comicità, una commedia “classica ma nuova” che parla di temi seri attraverso le assurdità, il sarcasmo, le esagerazioni dei protagonisti, un film con una tenerezza di fondo ma che parla invece delle miserie umane con un lieto fine però. Il cast è ben amalgamato con il duo PAPALEO- CASTELLITTO supportati da VALERIA BRUNI TEDESCHI e con il co-protagonista, il cane UGO, il vero cane del regista che è stato l’ispiratore del plot della sceneggiatura essendo caduto l’animale stesso in una buca con una altra ispirazione ovvero un amico del regista che doveva essere risarcito dal comune dopo una caduta accidentale in una buca, ed ecco così servita la sceneggiatura de “LA BUCA”, una commedia/farsa sull’arte di sopravvivenza degli italiani. Il protagonista Armando (ROCCO PAPALEO) uscito di prigione dopo 30 anni per un reato che non ha commesso è senza casa, e senza lavoro; gli fa compagnia un cane vagabondo incontrato per strada ed in insieme ogni giorno vanno al bar di Carmen (Valeria Bruni Tedeschi). Un giorno entra nel bar un avvocato, Oscar, sempre a caccia di una causa da fare contro qualcuno e fa finta di essere stato morso dal cane Ugo pregustando già il risarcimento contro il suo padrone; ben presto si accorge che Armando è nullatenente ma inspiegabilmente i due diventano amici e decidono insieme un piano perfetto: far causa allo stato chiedendo un risarcimento milionario per l’ingiustizia subita da Armando anche se non ci sono prove che avvallano la loro tesi ma i due non demordono. La morale di questa commedia è amara: anche se si è nel giusto la società corrotta impedisce di avere giustizia e quindi l’unico modo di ottenerla è fregare lo stato. Malagiustizia e affarismo sono alla base del film, due situazioni che l’Italia vive quotidianamente creando non pochi danni a tutto il paese. Una commedia che narra anche dell’amicizia tra Armando e Oscar, una amicizia surreale e paradossale i cui due protagonisti si ispirano agli inarrivabili duetti MATTHAU-LEMMON in un film alla BILLY WILDER tra equivoci, battibecchi e amicizia.

DANIELA MEROLA

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