“L’occhio cinefilo”: recensione film “LATIN LOVER” di Cristina Comencini
Dal 19 marzo 2015 al cinema;
Il nuovo film di Cristina Comencini è “latin lover”, un ritratto corale di una umanità femminile che ruota intorno al ricordo di un uomo, e scompone e ricompone questo ritratto pr amalgamarlo al meglio attingendo dai suoi ricordi familiari, prima di quattro sorelle, e figlia del grande Luigi Comencini. “latin lover”è un ritratto familiare, è un omaggio al mondo del cinema italiano e lo fa raccontando la storia di un divo deceduto anni prima attraverso il ricordo di tutta la sua famiglia riunita. Si narra di Saverio Crispo (Francesco Scianna), un divo assoluto, che aveva vissuto la sua vita al massimo; aveva tutto, era bello, ricco, amato dalle donne e famoso; un interprete capace di passare dal varietà al dramma, dalla commedia al western, sapeva far tutto. Saverio era nato in Puglia ma ben presto era diventato famoso in tutto il mondo; aveva avuto migli e figlie sparse ovunque. A dieci anni dalla scomparsa dell’attore, nel suo paese natale se ne celebra la carriera e per l’occasione si riunisce tutta la famiglia allargata, per quella che diventa una resa dei conti con gli inevitabili scontri dove emergeranno verità sul divo nascoste troppo a lungo, con un finale che poi rappacifica tutti. Questo il punto di partenza del film, scritto da Cristina Comencini con la figlia Giulia Calenda, prodotto da Lionello Cerri e Rai cinema. Nel film aleggia la figura di Saverio Crispo nel ricordo dei presenti che ne fanno un ritratto senza sconti; la prima moglie Rita (Virna Lisi nella sua ultima interpretazione cinematografica), la moglie spagnola Ramona (Marisa Paredes), e le diverse figlie accompagnate dai propri mariti e prole. Ecco allora Susanna (Angela Finocchiaro) e il suo compagno che vive in clandestinità (Neri marcorè); la figlia francese Stephaniè (Valeria Bruni Tedeschi); la figlia spagnola Segunda (Candela Pena), quella svedese Solveig (Pilha Vitala) e quella americana Shelley(Nadea Miranda). Il ritratto di Saverio crispo è un condensato dei grandi divi italiani, da Mastroianni a Gassman, da Sordi a Volontè. Un film che appare un po’ ripetitivo e scontato nella sua trama buonista con happy end consolatorio, un po’ troppo ammiccante alla borghesia romana con citazioni e ironie che non colpiscono veramente. Restano le performance individuali che reggono tutto il film, prima fra tutti quella della compianta Virna Lisi. Una commedia corale scialba nel suo complesso che vive di alti e bassi narrativi che ne demotivano la narrazione.
DANIELA MEROLA