“L’OCCHIO CINEFILO”: “WHILE WER’RE YOUNG”, dal 18 giugno 2015 al cinema
L’apprezzato regista indie Noah Baumbach firma questo film “while we’re young- giovani si diventa” collaborando di nuovo con Ben Stiller e dirigendo egregiamente questo gioiellino indie, una commedia brillante e nostalgica su due generazioni a confronto. E’ la storia di una coppia, Josh (Ben Stiller), documentarista in crisi di ispirazione, e sua moglie Cornelia (Naomi Watts), produttrice di documentari, che hanno una vita agiata e monotona, senza figli e senza preoccupazioni, almeno apparentemente. Un giorno incontrano una altra coppia più giovane di loro, Jaime (Adam Driver), anche egli documentarista, e sua moglie Darby (Amanda Seyfried), due giovani spiriti liberi, ambiziosi e pronti a tutto, che mettono in crisi Josh e Cornelia e la loro rassegnata esistenza; uscendo con Jaime e Darby sono costretti a seguire il loro stile di vita esuberante. Il regista con questo film analizza l’incapacità di accettare il trascorrere del tempo da parte di Josh e Cornelia e per parlare di questo argomento mette a confronto e analizza queste due coppie diversissime fra loro per mentalità. Jaime e Darby recuperano tutto, reinventano, mistificano le idee, i pensieri, li trasformano, li reinventano; questo loro modo di fare si scontra con l’approccio moralista e rigoroso di Josh che vorrebbe reinventarsi ma a modo suo. Baumbach fa un ottimo lavoro di cesellatura di ogni passaggio del film sia nella sceneggiatura che nei dialoghi, curatissimi, a volte stucchevoli all’inverosimile affinchè nulla sia buttato lì a caso nel film. Si può dire che Baumbach ha fatto un film ispirandosi al suo maestro, ovvero Woody Allen, la summa dell’intellettualismo cinematografico e il regista lo fa qui alla massima potenza; si può paragonare “while we’re young” al capolavoro dell’amarezza di Woody Allen “crimini e misfatti”, e il paragone non è inopportuno, anzi è appropriato. Il titolo in italiano “quando eravamo giovani” ben spiega il messaggio del film, la costante ricerca del reinventarsi nella vita, il non cadere nell’oblio della rassegnazione, il confronto aspro tra il “rassegnato e rigoroso” Josh e il “rampante e manipolatore” Jaime, confronto spietato e bellissimo in una analisi meticolosa delle due generazioni vicine, “60/70”-“80/90”, eppure lontanissime e irrimediabilmente differenti. Il regista gioca con il suo intellettualismo Alleniano e lo trasforma nell’arte della menzogna dell’effimero. I due personaggi maschili sono ben delineati e approfonditi con Stiller e Driver in ottima forma; un po’ meno riusciti e trascurati i due personaggi femminili, Cornelia e Darby, solo funzionali al racconto. Il film è una incantevole commedia amara sui sogni in frantumi e sulla capacità di risorgere dalle ceneri di questi sogni infranti e di queste vite narrate con originalità e spessore.
DANIELA MEROLA