Magazine Diario personale

L'occhio dell'Infinito

Da Gloutchov
Van Vogt è sempre stato un autore che ho amato e odiato contemporaneamente. I suoi lavori non sono (sicuramente) mai banali, ma allo stesso tempo devono essere digeriti e compresi per poter essere ammirati appieno. Questo romanzo, è probabilmente considerato dalla critica come il suo miglior lavoro... e visto che non l'avevo mai letto, mi ci sono buttato a capofitto per scoprire, anche questa volta, se il giudizio sarebbe stato positivo o negativo.
La storia comincia con il ritrovamento del corpo di Micheal Slade, un personaggio altolocato della società, morto sfracellato al suolo come fosse caduto da un palazzo di 70 piani, o da un aereo. Slade era finito su tutte le cronache perché in seguito a un banale incidente, sulla sua fronte si era rivelata la presenza di un terzo occhio... funzionante. Dopo un primo momento in cui Slade appariva deciso a far ricoprire l'organo stravagante, l'uomo decide di tenerlo e di provare a imparare a usarlo. Ciò lo proietta su un diverso piano esistenziale, dove tutti hanno tre occhi, persino gli animali, e dove un tiranno molto potente tiene sotto scacco la città di Naze. Con l'evolvere delle vicende, Slade scopre di essere strettamente legato a una guerra che da lungo tempo si sta svolgendo tra una misteriosa astronave e il tiranno di Naze. Lo scopo, è ovviamente quello di liberare la città.
Come tutti i romanzi di Van Vogt, in questo libro mancano i dettagli. L'autore si concentra sulle vicende, sui personaggi, sui misteri. Ne esce una narrazione davvero efficace, piena di mistero fino all'ultimo momento, tanto che il lettore viene facilmente ingannato da falsi indizi e improvvisi mutamenti di ruolo tra personaggi chiave. La narrazione è davvero efficace, incuriosisce, e ha quell'alone di fantastico che da tanto tempo non assaporavo. Ecco... in queste pagine il Sense of Wonder è davvero palpabile. Ammetto di non aver trovato alcun difetto in questa pubblicazione.
Una lettura da consigliare, sicuramente!

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