Li hanno battezzati driver food e rappresentano coloro che per recarsi al lavoro impiegano talmente tanto tempo da ritrovarsi costretti a mangiucchiare qualcosa lungo il tragitto. In questo modo tamponano la fame e ammazzano il tempo, ma contemporaneamente, senza accorgersi, compromettono la salute: il rischio è, infatti, quello di diventare obesi e soffrire di disturbi gastrointestinali, tra cui il bruciore di stomaco, in certi casi anticamera di malattie come la gastrite. È quanto afferma una ricerca condotta dalla rivista “Dimagrire”. Gli specialisti indicano nei driver food una nuova classe di pendolari che è in costante aumento e che coinvolge ogni tipo di passeggero, sia che viaggi in automobile, in treno, in pullman o sul metrò. Il 35% degli intervistati ha ammesso di “pasticciare” con leccornie di vario genere frequentemente; il 22% quasi tutti i giorni; il 15% tutti i giorni, e ritiene impensabile fare a meno di una simile opportunità. Tra gli alimenti maggiormente consumati durante il viaggio di andata o di ritorno dal lavoro ci sono le caramelle e i chewing-gum, nel 54% dei casi; a seguire ci sono le barrette di cioccolato (42%), e i dolci (35%). Il motivo che porta ad abbuffarsi mentre si è in viaggio? Nel 25% dei casi perché si è in qualche modo, specie per colpa della fretta di non volere far tardi al lavoro, costretti a saltare la colazione; in altri casi (22%) perché si arriva a casa per cena dopo le 22.00, orario che dovrebbe corrispondere a quello della digestione. Ma i problemi dei pendolari non finiscono qui. Secondo una ricerca effettuata in Gran Bretagna da alcuni studiosi, pubblicata sulla rivista National Academy of Sciences, il livello di stress, accumulato nell’organismo umano durante l’andai e rivieni dall’ufficio, è addirittura superiore a quello che un pilota di un caccia prova prima di un’azione di guerra. Questo significa che oltre a diventare obesi i pendolari rischiano anche di invecchiare prima: si è visto, infatti, che lo stress cui sono soggetti indebolisce il corpo e le difese immunitarie, rallenta l’attività del telomerase, un enzima che ha il compito di ricostruire i telomeri, che a loro volta servono a mantenere in buone condizioni i cromosomi.
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Li hanno battezzati driver food e rappresentano coloro che per recarsi al lavoro impiegano talmente tanto tempo da ritrovarsi costretti a mangiucchiare qualcosa lungo il tragitto. In questo modo tamponano la fame e ammazzano il tempo, ma contemporaneamente, senza accorgersi, compromettono la salute: il rischio è, infatti, quello di diventare obesi e soffrire di disturbi gastrointestinali, tra cui il bruciore di stomaco, in certi casi anticamera di malattie come la gastrite. È quanto afferma una ricerca condotta dalla rivista “Dimagrire”. Gli specialisti indicano nei driver food una nuova classe di pendolari che è in costante aumento e che coinvolge ogni tipo di passeggero, sia che viaggi in automobile, in treno, in pullman o sul metrò. Il 35% degli intervistati ha ammesso di “pasticciare” con leccornie di vario genere frequentemente; il 22% quasi tutti i giorni; il 15% tutti i giorni, e ritiene impensabile fare a meno di una simile opportunità. Tra gli alimenti maggiormente consumati durante il viaggio di andata o di ritorno dal lavoro ci sono le caramelle e i chewing-gum, nel 54% dei casi; a seguire ci sono le barrette di cioccolato (42%), e i dolci (35%). Il motivo che porta ad abbuffarsi mentre si è in viaggio? Nel 25% dei casi perché si è in qualche modo, specie per colpa della fretta di non volere far tardi al lavoro, costretti a saltare la colazione; in altri casi (22%) perché si arriva a casa per cena dopo le 22.00, orario che dovrebbe corrispondere a quello della digestione. Ma i problemi dei pendolari non finiscono qui. Secondo una ricerca effettuata in Gran Bretagna da alcuni studiosi, pubblicata sulla rivista National Academy of Sciences, il livello di stress, accumulato nell’organismo umano durante l’andai e rivieni dall’ufficio, è addirittura superiore a quello che un pilota di un caccia prova prima di un’azione di guerra. Questo significa che oltre a diventare obesi i pendolari rischiano anche di invecchiare prima: si è visto, infatti, che lo stress cui sono soggetti indebolisce il corpo e le difese immunitarie, rallenta l’attività del telomerase, un enzima che ha il compito di ricostruire i telomeri, che a loro volta servono a mantenere in buone condizioni i cromosomi.
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