Rosella Roselli per il Simplicissimus
Pur con una certa stanchezza, specialmente in quest’ultimo anno, non mi sottraggo mai a quel rito laico che è la lettura del giornale. Almeno uno di carta, perché è un’altra cosa, perché mi piace uscire presto la mattina e vedere quale forma avranno preso, negli articoli che andrò a leggere, le notizie che nel giorno precedente sono già comparse nelle varie edizioni online. Sono una lettrice disordinatissima e curiosa, e spesso mi aiuto come posso con i vari motori di ricerca e anche coi socialnet per individuare e approfondire gli argomenti che mi interessano. Così in questi giorni non ho potuto fare a meno di notare un nuovo massiccio, martellante attacco alla legge 194 da parte della solita, tristemente nota Olimpia Tarzia.
Presente quest’ultima, in occasione di questa devastante campagna elettorale, su tutti i maggiori siti di condivisione a parte, immagino, you porn. E sempre con la sua vecchia proposta, appena un po’ riveduta e corretta per la nuova lista di cui fa parte, La Destra di Storace, di modificare la legge 194 e la rete dei consultori familiari. Sempre presente , la Tarzia, quando c’è da difendere la vita e la famiglia, e sempre a fianco della Chiesa, dei fascisti, dei demagoghi in genere. Quelli che amano talmente tanto la famiglia da essersene formate almeno un paio, che rispettano talmente tanto la vita, naturalmente la loro, da passare sopra a quella degli altri. Possibilmente in cambio di un’elemosina, sia essa un bonus bebè o, con una definizione più attuale, un babybond, per poi dimenticarsene.
Un impegno costante, quello di questa signora che, nonostante la sua indegna proposta di legge non sia mai ancora stata approvata, è riuscita a depotenziare sistematicamente, con la complicità dei suoi referenti poltici, il ruolo sociale sul territorio dei consultori familiari che in anni passati sono stati l’unica risorsa di migliaia di donne, cittadine italiane, lavoratrici straniere, clandestine che non avevano altre possibilità di aiuto e di ascolto o consapevolmente riconoscevano ai consultori la figura insostituibile che essi hanno rappresentato.
Al punto che molte donne, più giovani di me, ne ignorano e sottovalutano l’importanza della funzione e della gratuità che hanno avuto e dovrebbero ancora avere, specialmente oggi. Oppure, come per esempio nella quarta circoscrizione di Roma, patrocinando non meglio identificati enti di consulenza familiare, privati, che vanno -o andranno, prima o poi- a sostituirli con qualcosa di più “moderno”, possibilmente più allineato alle direttive del “nuovo corso”. Non più “abortifici” ma luoghi in cui non meglio identificati mediatori familiari riporteranno le donne alla rinuncia dell’autodeterminazione, con le promesse o con le minacce. Non più luoghi di ascolto ma studi professionali con “esperti” graditi da chi poi andrà a finanziarli. Non sarà difficile per nessuno rintracciare le dichiarazioni della signora in questi utlimi giorni, sui giornali o sul suo sito o sulle sue pagine sociali, dalle quali ci tiene aggiornati sui suoi movimenti. Movimenti per la vita, la sua vita poltica e quella di chi la sostiene, annaspando fino ad affogare nella propria trita, e trista, retorica reazionaria.