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L’ombra della ‘ndrangheta dietro lo Zam? Intanto , i ” militanti” del ex centro sociale sgomberato hanno intonato l’inno dei forconi.E inneggiato al sequestro Moro nei loro graffiti .

Creato il 24 luglio 2014 da Claudiober

IMG_2999Schermata 2014-07-24 alle 05.27.24 Schermata 2014-07-24 alle 05.27.46 Schermata 2014-07-24 alle 05.28.02Schermata 2014-07-24 alle 05.29.25IMG_2998Ci  sono le ‘ndrine di Rozzano dietro allo Zam? Ma alla fine,  capibastone o meno, loro  ce l’hanno fatta: loro, le quattro mamme del Parco delle Basiliche che hanno convinto il Prefetto a sgomberare uno dei centri  più pericolosi per degrado, alcolismo, spaccio di droga  ( nonché scuola all’eversione )  aperto da due anni a Milano. Con oscuri burattinai  della malavita dietro le quinte. Fighetti-bene delle scuole private milanesi avevano inventato un business di tutto rispetto: lo Zam era bar, discoteca, ristorante  , palestra fitness e sala prove musicale ,  tutto abusivo. 4000 euro in nero ogni week end.Una bella paghetta.Gli emiri del Leoncavallo, ben poltronati nella giunta arancione, avevano usato questa scheggia impazzita dei centri sociali ( insieme al Cantiere e al Lambretta, prossimo allo sgombero ) per ammorbidire con oscure manovre che assomigliano molto all’intimidazione mafiosa i costruttori e gli imprenditori edili di Milano ostili alla revolucion . Indirizzando occupazioni mirate per colpire l’edilizia privata freddina nei confronti del  comandero Pisapia. Lo Zam era però diverso dai centri sociali degli anni 80, a cui diceva di ispirarsi .Culto del tiratardi e della movida selvaggia, culto della ganja e dello spinello, insieme al culto della P38 e degli anni di piombo: e spaccio di  superalcolici ai minorenni, musica rompitimpani propagata a un intero quartiere, rave party con ingresso a pagamento esentasse..Niente scontrini. Incassi in nero. E un pubblico strano, di balordi, di ultras degli stadi, di emarginati delle periferie, di ex terroristi  e di reduci degli anni di piombo  che arrivavano al Ticinese per sballarsi nella movida maleducata pilotata dalla ‘ndrangheta che al Ticinese controlla tutto , e apre bar-lavanderie  per riciclare i soldi sporchi.  E’ durato due anni il regno dello Zam. Il comandero Pisapia non voleva disoccupare questa ex scuola pericolante, ma alla fine ha dovuto cedere di fronte alla evidenza.Ecco le foto sui muri intorno allo Zam: si inneggiava alla P38 e al sequestro Moro…. Le mamme del Parco avevano inoltre  fornito ( oltre al video che pubblichiamo sotto nei nostri servizi ) le prove al Prefetto di un imminente crollo dell’edificio trasformato in discoteca: le foto sono nei nostri servizi precedenti.Ma i  fighetti dello Zam erano tuttavia ben diversi dai severi leoncavallini di una volta: innanzitutto sfatiamo un mito. Zam di sinistra? Zam infiltrato dai capibastone….
la gente come noiLa prova: durante lo sgombero, l’unica canzone secondo la retorica dell’ultrasinistra che si doveva attendere non poteva essere che Bella Ciao: e invece, è stata intonato l’inno dei Forconi.” La gente come noi non molla mai…”cantavano invece i fighetti dello Zam nel tiremmolla coi i carabinieri in assetto antisommossa. Ma chi erano i Forconi? Ci rivela Jacopo, uno dei leader del movimento dei Forconi che nello scorso inverno diresse i cortei  e bloccò per una settimana il traffico a piazzale Loreto : ” c’erano uomini della ‘ndrangheta nei cortei, c’erano strani attori che si fingevano militanti e improvvisavano comizi, ,c’erano poliziotti infiltrati , c’erano ultras degli stadi, c’erano pregiudicati, c’erano spacciatori di droga………Era tutto organizzato secondo un piano. Dovevamo preparare un colpo di stato…”.La ‘ndrangheta  e i servizi segreti dietro lo Zam?… Il triste inno degli ultras degli stadi e dei forconi, ” la gente come noi non molla mia” cantato dai fighetti dello Zam , faccia riflettere la giunta arancione su questa scheggia impazzita dell’eversione che minaccia occupazioni a settembre. Un funebre gruppo di avventuristi e di balordi con oscuri burattinai, probabilmente la ‘ndrangheta che vuole gestire di nuovo lo spaccio di droghe dentro al Parco delle Basiliche. Un piano raffinato, quello dei capibastone calabresi  che ormai sono padroni del Ticinese: 1-mandare ad occupare il parco delle Basiliche  i ” ragazzi dello Zam”. Da qui la insistenza dei “fighetti” all’uso e al consumo delle droghe, il cui culto ha meritato anche una festa a tema avvenuta pochi giorni prima dello sgombero, con fumate in gruppo .”2- proclamazione da parte dei centri sociali di  zona free per il consumo di stupefacenti nel parco occupato.3- spaccio di eroina,cocaina e droghe sintetiche  gestito dagli uomini  della ‘ndrangheta,( le  ’ndrine di Rozzano  che già occupano la zona con un paio  di bar-lavanderia).

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Ma le  mamme del Parco hanno impedito-per ora- questo piano.Hanno convinto Prefetto e Questore a trasgredire ai niet del comandero Pisapia, ormai in discesa libera nei sondaggi e probabilmente trombato alle prossime elezioni di sindaco.Onore a quattro coraggiose mamme. Ora tocca a Gabry, la mamma che viveva reclusa davanti al centro Lambretta, convincere  il Prefetto ad osare l’inosabile: sgombrare anche questi squadristi incocainati . Coraggio… ci vuole un po’ di coraggio civico…. Smantelliamo anche questa associazione a delinquere che si chiama Lambretta.E consegniamo Milano a un futuro  sindaco degno delle tradizioni meneghine.

Il direttore, Michail Bulgakov

Scrive intanto l’ex vice sindaco Riccardo de Corato:”

ZAM, DE CORATO: SU MURO LASCIATA SCRITTA CHE SBEFFEGGIA ASSASSINIO MORO. QUESTI VIOLENTI VANNO ESCLUSI DA INIZIATIVA FABBRICA VAPORE 

“Una scritta con la presa in giro dell’assassinio di Aldo Moro: ecco cosa ha prodotto in questo anno lo Zam, alla faccia del centro culturale e del luogo di aggregazione. Dopo lo sgombero di ieri, sui muri dell’ex scuola di via Santa Croce rimangono i graffiti degli antagonisti. Già il fatto che si permettano di imbrattare le pareti di uno stabile comunale occupato abusivamente dovrebbe spingere il Comune a bollare queste persone come vandali, ma qui ci si è spinti anche oltre i soliti tag. Una scritta infatti recita: “Renault full optional: aria condizionata e Aldo Moro nel bagagliaio”.
Ecco, questa è la cultura che diffondono. Con queste premesse mi auguro che gli esponenti dello Zam vengano esclusi dall’incontro del 31 luglio alla Fabbrica del Vapore. Visto che il Comune incensa questa iniziativa come modo per assegnare spazi pubblici a realtà culturali e aggregative, direi che siamo tutti d’accordo che un gruppo che sbeffeggia la morte di Moro in modo così sprezzante non possa accedere a nessuna iniziativa”

( tutto sullo Zam nella rubrica il Caso; Nelle foto del servizio, le scritte che inneggiano agli anni di piombo, alla ” roba” spacciata nelle strade prospicienti il centro sociale,  al sequestro Moro  )

 


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