Oggi è ripartito in Senato l’esame del disegno di legge Scalfarotto sull’omofobia. Abbiamo scelto questa data per pubblicare il nuovo dossier UCCR, questa volta inserito nell’area “Bioetica” del nostro sito web e rivolto proprio a questo presunto fenomeno, che secondo le associazioni Lgbt sarebbe una vera e propria emergenza dilagante, dentro e fuori il nostro Paese, da contrastare con apposite leggi o aggravanti.
Eppure i dati non tornano: non solo perché nessuno riesce a citare negli ultimi dieci anni almeno cinque casi di omofobia accertati dagli organi italiani di polizia (dunque non soltanto segnalazioni mediatiche da parte di omosessuali), ma sopratutto perché esistono resoconti ufficiali che smentiscono (fortunatamente) gli allarmismi catastrofistici dei gruppi omosessuali. Certo, si verificano talvolta degli episodi di discriminazione ed intolleranza, subiti tuttavia da qualunque minoranza.
Premesso il fatto che anche soltanto un caso di discriminazione verso un omosessuale (o qualunque altra persona) sarebbe già troppo, la nostra posizione è quella del Catechismo cattolico, che giudica il comportamento omosessuale (le relazioni omosessuali, non l’omosessualità) come un disordine affettivo e un peccato contro la dignità umana, ma nega che questo debba autorizzare un’offesa alle persone che vivono questa inclinazione che, anzi, andrebbero guardate e accolte con fratellanza cristiana.
Inoltre, riteniamo che l’ossessione da parte delle associazioni omosessuali sul presunto fenomeno dell’omofobia nasconda obiettivi secondari: innanzitutto serva per auto-dipingersi come “categoria a rischio” o “minoranza discriminata” e poter così legittimare davanti all’opinione pubblica le varie rivendicazioni contro la famiglia naturale (cfr. Costituzione), che servirebbero per alleviare la loro situazione (lo ha ammesso proprio Ivan Scalfarotto, responsabile del ddl sull’omofobia, affermando che tale dibattito non allontana quello sui matrimoni gay o sulle unioni, «io direi che lo precede. Perché sono due cose diverse. E l’una viene logicamente prima dell’altra»). Ma non solo, spingendo sull’omofobia si mira anche ad instillare l’ideologia del gender nelle scuole (mascherandola appositamente sotto corsi anti-omofobia), a negare la parola a chi ha visioni differenti (l’etichetta “omofobo” come minaccia per chi non tace) e ad introdurre il reato d’opinione (il disegno di legge vorrebbe punire con il carcere, da uno a sei anni, chi “istiga alla discriminazione” e negare matrimonio/adozione gay potrebbe essere visto come discriminazione e/o razzismo). La lucida riflessione del sociologo Massimo Introvigne chiarisce la situazione.
Per questo motivo abbiamo ritenuto utile creare un dossier apposito, costantemente aggiornato, sull’omofobia elencando tutti i dati oggettivi (studi, statistiche, fatti di cronaca e testimonianze) a sostegno della nostra posizione.
I dati smentiscono l’omofobia
La redazione