Magazine Racconti
Imix. Un giorno sua moglie ci chiamò. Ci convocò a casa sua. Per dirci che suo marito non stava bene. Era malato. In ospedale, a fare dei controlli. Era successo questo: una mattina lei si era alzata presto per accompagnare i figli a scuola, mentre lui aveva deciso di rimanersene ancora un po' a letto. Si sentiva stanco e annebbiato. Cose che succedono. Nessun allarme. Poi, quando si svegliò, finalmente, arraffò i suoi abiti sparsi sul mobile della camera da letto e, dato che si sentiva molto debole, si vestì stando seduto a letto. Si rese quindi conto di non avere la forza di alzarsi, pensò ad un problema di pressione e decise di aspettare qualche minuto. Le tapparelle erano abbassate, non filtrava la luce del mattino. Solo la lampada sul comodino illuminava la scena. Anche una fioca luce giallastra penetrava da sotto alla porta del bagno, semichiusa. Passò diverso tempo. Improvvisamente, il povero Imix, dimenticatosi d'esser lì ad aspettare che gli tornassero le forze per alzarsi, pensò che fosse oltremodo strano star lì mezzo vestito sul bordo del letto ad attendere d'andare a dormire. Così si spogliò, si guardò intorno, decise che la moglie doveva essere in bagno a prepararsi per la notte e tornò a dormire. Quando lei tornò a casa, ritrovandolo ancora a letto, addormentato, lo svegliò, preoccupata per quella inconsueta letargia. Lui non era lucido, lei sollevò le tapparelle e fece penetrare la luce del giorno. E lui le disse: che bello cara tesoro che bella mattina ho proprio dormito bene adesso porto i bimbi a scuola. Lei gli rispose: li ho appena portati io. No, cara tesoro, li hai portati tu ieri. Non ci stai con la testa. Lei provò a spiegargli, lui ripetè che doveva essere pazza. Poi, come un lampo, ebbe un attimo di lucidità - chissà come, chissà perché - e potè raccontare quanto era accaduto. Stimò la cosa di poco conto e disse comunque che si sentiva pronto per recarsi al lavoro, che in fondo era solo stanchezza, ma la buona mogliettina fece di tutto per convincerlo a farsi fare dei controlli. Così il medico di famiglia lo spedì da un neurologo che lo sottopose ad alcuni test. Imix è molto giovane. Non si spiega cosa gli stia succedendo in testa. Il neurologo lo mandò da uno psichiatra. Quello gli consigliò di riprovare con un neurologo bravo. Questo secondo neurologo lo fece finalmente ricoverare all'ospedale, dove si trovava quando ci chiamò sua moglie.(Tra parentesi, questa storia mi ricorda Giovanna d'Arco. Quella ragazza una bella mattina si svegliò convinta d'essere stata chiamata dall'arcangelo Michele. Così, tosto, si recò da uno psicologo, il quale, non sapendo che dire, le consigliò l'otorino. L'otorino non ci mise molto a farle la sua diagnosi: Lei, signorina, è pazza.)
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