Magazine Diario personale
Sì perché l'orco Pentolone era un orco immensamente ricco e viveva, fra le nuvole, in un castello enorme, costruito di veri mattoni e solida roccia. Un castello che aveva, pensate un po', dodici torri, una per ogni mese dell'anno.
C'era gennaio, febbraio, marzo aprile e via così fino a dicembre che era la torre preferita dall'orco Pentolone, perché era quella nella quale festeggiava la sua festa preferita, il Natale. Del Natale adorava sopratutto i regali ed i dolci, di cui andava ghiottissimo, ma di cui faceva largamente dono a tutti i suoi amici e vicini.
Non che ne avesse poi molti, di vicini. Chi altro aveva avuto modo di costruirsi il proprio castello su una nuvola? Solo un certo gigante che collezionava uova d'oro, ed all'orco Pentolone quello non andava affatto a genio. Fortunatamente le loro nuvole erano così distanti da non presentare un problema di vicinato e l'roco Pentolone regalava giochi e dolcetti a tutti i bambini (ma anche a qualche adulto) sul cui villaggio la sua nuvole si trovava, di volta in volta, a transitare.
Nei periodi in cui non era impegnato a fare regali occupava il suo tempo traslocando da una torre all'altra. L'orco Pentolone infatti viveva in una delle sue dodici torre una alla volta e faceva ben dodici traslochi ogni anno. Gli piaceva, era il suo passatempo preferito. Inscatolava tutto, spostava vestiti e mobilio, poi rimontava tutto, ma solo dopo aver dato una mano di colore alle pareti e magari spostato uno o due muri.
In questa maniera gli sembrava sempre di vivere in un posto nuovo ed il suo castello gli sembrava sempre più bello e confortevole ad ogni trasloco finché, una calda mattina d'estate, appena sveglio,ancora col profumo di latte e biscotti mangiato a colazione nel naso, l'orco Pentolone uscì sul balcone della torre nella quale abitava e si mise a rimirare il paesaggio. Non che ci fosse poi molto da vedere in cima ad una nuvola, per vedere un bel paesaggio avrebbe dovuto guardare di sotto, ma non ne aveva voglia e così si mise a contare le sue amate torri.
"Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto nove, dieci, undici, do..." e li si fermò. La dodicesima torre era scomparsa. Che fine aveva fatto? Per sicurezza le contò, e poi le ricontò, ma la dodicesima torre era proprio scomparsa.
"Che stranezza!" disse fra se a voce alta, per lo stupore "e dire che le avevo anche fissate con dei lucchetti magici, per evitare che i folletti dei boschi me le portassero via!"
Il buon orco non vide altra soluzione che infagottare qualche vestito di tutta fretta e partire alla ricerca della sua dodicesima torre senza voltarsi indietro.
L'orco pentolone viaggio per giorni, che divennero settimane e poi mesi.
Dopo quasi tre anni di inutili ricerche, dopo aver girato in lungo ed in largo i sette regni, si ritrovò un giorno a fare una pausa in una radura ombrosa di un boschetto. Dal villaggio vicino giunse in visita un bambino che gli chieste "Sei tu l'orco Pentolone?"
"Sì" rispose lui un poco demoralizzato.
"Sei tu l'orco che gira da anni i sette regni in cerca della sua torre scomparsa?" chiese ancora il bambino.
"Si, sono io" disse lui sempre più nervoso. "Non dirmi che anche tu vuoi prendermi in giro per questa storia! Sì, sono l'orco che si è perso una delle torri del suo castello! Sei contento ora?!"
Il bambino, affatto spaventato dallo sfogo un poco sopra le righe dell'orco, continuo con le sue domande.
"Ed è vero che le torri erano dodici?"
"Seeee" rispose sempre più sconsolato l'orco.
"Ed è vero che vivi in ogni torre solo un mese l'anno?"
"Vero"
"Ed è vero che lo fai per vivere sempre in una casa nuova e pulita?"
"Sì, va ben! Lo sanno tutti!" disse arrabbiandosi l'orco "La vuoi smetterla di prendermi in giro?"
"Caro il io orco schiocchino, non arrabbiarti e segui il mio ragionamento per cortesia. in quale mese la tua torre è scomparsa?"
"Era luglio. L'estate era calda e soleggiata, lo ricordo benissimo! Quindi?"
Il bimbo sorrise e riprese a parlare.
"E dimmi, caro orco pentolone, quale delle tue dodici torri è scomparsa?"
"Luglio, è scomparsa luglio!"
E l'orco pentolone si fermò di botto. Aveva capito!
La torre non era scomparsa!
Non l'aveva vista dalla finestra semplicemente perché ci stava dentro proprio in quel momento!
Si diede una sonora pacca sulla fronte dandosi dello stupido e poi corse a casa, al suo castello, e già da lontano si rese conto, contandole che le torri erano esattamente quante dovevano essere e quante erano sempre state.
Dodici, una per ogni mese dell'anno.
Riassettò la torre più bella, mandò a chiamare il bambino che gli aveva aperto gli occhi, e gli fece dono di preziosi e oro, per poi invitare tutti gli abitanti del villaggio ad una festa meravigliosa dove offrì a tutti dolci e prelibatezze.
E' sempre meglio guardarsi indietro almeno una volta mentre si lascia un posto. C'è sempre la possibilità di evitare di scordarsi qualcosa, o di evitare una figuraccia.
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