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L’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce può dire la sua sulla valorizzazione energetica dell’olio lampante?
Da Antoniobruno5---------------------------------------
Le leggi dello Stato italiano impongono l’iscrizione all’albo professionale per esercitare la professione di Dottore Agronomo e di Dottore Forestale. Per accedere all’ albo professionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Lecce è necessario possedere Laurea in Scienze Agrarie e avere superato l’esame di Stato oltre ad essere in possesso obbligatoriamente di una fedina penale pulita e di requisiti morali.
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L’albo professionale è un documento accessibile al pubblico http://www.agronomi.it/albo-agronomi. Il Registro Unico costituisce l'Elenco nazionale dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali istituito in attuazione dell'art.39 del Decreto legislativo 12 aprile 2006 n. 163. Il Consiglio Nazionale effettua altresì il trattamento di una banca di dati dei professionisti iscritti in base ai dati comunicati ai sensi dell'art.36 dell'ordinamento Professionale.
La registrazione dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali all’albo è necessaria perché siamo liberi professionisti e dobbiamo necessariamente sottoscrivere perizie, consulenze, certificazioni, progetti.
L’albo professionale dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce è aggiornato sistematicamente dell’Ordine che salvaguarda l’attività svolta dai professionisti e rappresenta l’organismo di autogestione della professione di Dottore Agronomo e di Dottore Forestale. L’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce è un Ente pubblico vigilato dal Ministero della Giustizia, e la sua principale funzione è di assistere i cittadini e assicurare la coerenza tra la qualità dei servizi forniti e le retribuzioni adottate. L’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce, oltre a tenere la revisione degli albi, deve tutelare, attraverso la comunicazione alla magistratura, gli abusi delle funzioni di una professione.
Ciò scritto di seguito è riportato lo scambio di e mail avente per oggetto il dibattito sorto nel Tavolo Interprovinciale sull’olivicoltura dello scorso 28 febbraio 2011 che ha tra l’altro messo in luce la possibile valorizzazione energetica dell’olio lampante tra il collega Nicola Murrone e il collega Ludovico Maglie che in questo momento ricopre l’incarico di Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce
Il Dott. Agr. Nicola Murrone il 3 marzo 2011 ha scritto al Consiglio dell'Ordine dei Dottori Agronomi e dei Dottori Forestali della Provincia di Lecce:
per dare un po' di ossigeno ne basterebbero due (termovalorizzatori a olio lampante n.d.r.)da 13 MW credo che anche il Nostro Ordine dovrebbe dire la sua
cordiali saluti
Risponde Ludovico MAGLIE – Dottore Agronomo – Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di Lecce
Caro Nicola
L’Ordine ha competenze solo sulla Professione e quindi non deve esprimersi nel merito, anche perché, tra gli iscritti, ciascuno è libero di affrontare e risolvere i problemi non esclusivamente tecnici come più ritiene giusto ed opportuno.
Inoltre, come puoi constatare anche tu, nelle varie manifestazioni che si succedono continuamente anche a livello provinciale, l’Ordine non viene mai coinvolto seriamente, ma solo invitato. Occorrerebbe rammentare agli stessi iscritti innanzitutto che, su argomenti che riguardano l’agricoltura, almeno dal punto di vista tecnico, dovremmo essere considerati i più alti in grado e quindi non è molto edificante per la categoria andare da invitati ad un convegno.
Sull’argomento specifico dell’olio lampante io stesso sono piuttosto critico, nel senso che, se dal punto di vista della “politica dell’emergenza” potrebbe rappresentare una soluzione condivisibile, certamente non si tiene in debito conto lo scenario futuro che, come facilmente prevedibile, prefigurerebbe la fine dell’olivicoltura “food” per tutta l’area salentina. Occorrerebbe innanzitutto salvaguardare il prodotto di qualità e poi pensare a tutto il resto: se non si rende economicamente vantaggioso produrre olio extravergine, l’incentivazione al lampante avrebbe la meglio e sarebbe esiziale per il comparto. Oltre alle inevitabili conseguenze di medio periodo dovute alla scarsa diversificazione produttiva che, come la storia insegna (oltre che l’economia), porrebbe inevitabilmente l’agricoltore in posizione di debolezza contrattuale con l’unica differenza che sarebbe ostaggio di un tipo di industria (energia) invece che di un’altra (alimentare).
Come vedi, Nicola, l’argomento è complesso e non si può liquidare con proclami più o meno demagogici o convincendosi di una convenienza economica (neanche tanto ben distribuita) che non potrà che rivelarsi illusoria ed effimera.
Infine, occorrerebbe affrontare seriamente il problema dal punto di vista energetico…
Cerchiamo di parlarne.
Un caro saluto
Vico
(Ludovico MAGLIE – Dottore Agronomo – Presidente dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Provincia di lecce)
Risponde il Dott. Agr. Nicola Murrone:
Caro Presidente,
conosco bene le competenze ed i compiti degli ordini professionali, sicuramente è compresa la tutela della professione ed è proprio questo il punto la grave crisi del nostro settore mette a repentaglio (per essere ottimisti) il nostro lavoro, senza aziende non vi possono essere consulenti, professionisti ecc..
La nostra forza ed il nostro compito dovrebbe essere quello di essere attori e non spettatori delle dinamiche del settore. A mio modesto avviso sulle rinnovabili siamo a tuttora a mala pena spettatori, qualche volta semplici pedine (molto spesso sfruttate) dei meccanismi posti in essere
sicuramente non ingegneri del territorio, tutt’altro.
Affrontando l'argomento nello specifico non bisogna sottovalutare la politica dell'emergenza in quanto parliamo di essenze arboree a ciclo lungo; il rischio attuale è quello della distruzione del comparto cosa che obbiettivamente è difficile dal recuperare. Nel salento come in Calabria credo di non essere smentito se valuto in circa il 30% la quantità massima di extra realizzabile dalla nostra produzione di olive, ed è una produzione da difendere, promuovere e tutelare dalle truffe purtroppo non abbastanza contrastate dalle norme vigenti.
Il lampante è strutturale e certamente non è una vergogna, anzi si deve avere il vanto di tutelare un paesaggio unico e invidiato da molti. La proposta dell'utilizzo energetico deve essere valutata attentamente in tutta la sua portata e credo che la nostra categoria ne abbia doverosamente l'onere oltre che la necessità.
E’ bene approfondire la questione e cercare per quanto possibile di essere incisivi
un abbraccio
nicola murrone
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