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“Io ho sempre sperato nella SS. Trinità”, spiegava frate Nicola Saggio da Longobardi. E' questo il suo carisma, la certezza di un Dio abita la storia ed è accanto ai poveri e agli ultimi. La Porta della Bellezza ha il volto del Dio trinitario che riempie di senso il tempo. Il libro 'Il falco della Trinità. Nicola Saggio da Longobardi il Minimo che trovò Dio nei poveri di Calabria', scritto da Piefranco Bruni, Enzo Gabrieli e Gerardo Picardo, con prefazione di mons. Salvatore Nunnari, presidente della Conferenza Episcopale Calabra (Luigi Pellegrini editore, Cosenza), va alle radici di una vocazione alla verità che si fa anche narrazione della terra di Calabria, aspirazione a legare storia e fede, nel segno della speranza. Nelle pagine del volume, Sabrina Pellicone giornalista del settimanale diocesano 'Parola di Vita', intervista Giuseppe Laudadio, l'uomo graziato da San Nicola Saggio. Il 'Minimo dei Minimi' sale agli onori degli altari anche grazie alla tenacia di quest'uomo di 93 anni che per tutta la vita, non solo in terra di Calabria, ha raccontato il miracolo che Dio aveva compiuto in lui per l’intercessione del Beato Nicola: “Sono caduto dall’altezza di più di 10 metri - racconta - mentre lavoravo alla facciata della Chiesa di San Francesco di Paola. Il tempo di dare un passo, poi mi sono ritrovato nel vuoto. Ho invocato il Beato Nicola e mi è sembrato di vederlo mentre precipitavo. Mi tendeva le braccia, quasi come se mi avesse preso al volo per non farmi schiacciare sulla pietra. L'ho visto, e mi ha salvato la vita. Sono caduto sul cemento ed ero sano. Mi sono subito rialzato con l’intenzione di continuare a lavorare. Ricordo che il capo mastro, Francesco Presta mi disse 'No, oggi non fai più niente. Ti riposi'. Ricordo di essermi molto preoccupato perché lui aveva un viso pallido tanto che gli chiesi se si sentisse male. Non feci controlli medici, e la mattina dopo stavo sul cantiere. Ci aveva pensato il frate dei poveri a cacciare lontana la morte”. “Nicola da Longobardi è una stella che brilla nel firmamento della santità calabrese e che irradia di bellezza la nostra terra - scrive nella prefazione mons. Salvatore Nunnari, arcivescovo di Cosenza-Bisignano - questo volume di grande intensità è un ulteriore contributo per la conoscenza e l’approccio a questa meravigliosa figura. La culla della sua santità è stata la famiglia, che ancora oggi deve e può essere lo spazio per una evangelizzazione che passa attraverso semplici insegnamenti di vita virtuosa e poi la famiglia più grande che è la parrocchia dove Nicola crebbe spiritualmente. Essa fu come una palestra spirituale dove l’uomo di Dio si alternava nella confessione e nelle ricezione dei sacramenti, nella pietà e nella recita del Rosario”. “La bisaccia di San Nicola Saggio - sottolinea don Enzo Gabrieli, postulatore della causa di canonizzazione di Natuzza Evolo- diveniva giornalmente carica di storia e soprattutto di storie di sofferenze e povertà da immergere nel cuore della Trinità Santa verso la quale additava la vita degli altri. L’attualità del suo messaggio per la Calabria e per la Chiesa intera sta nella Carità che si alimenta con la contemplazione dell’Amore di Dio ed una vita credibile. Egli in fondo fu un semplice frate, un laico che si è consacrato al Signore attraverso i servizi più umili e più poveri ma che all’eloquenza delle parole ha preferito l’eloquente linguaggio dei segni”. “San Nicola di Longobardi è la ricchezza dell’umiltà e della provvidenza della carità di Francesco di Paola -scrivePierfranco Bruni- ma è anche, come Francesco, il vissuto della bellezza nella quale si incontrano San Paolo e Agostino, l’Agostino della Città di Dio che segnerà i passi a quella Città del Sole di Campanella, in cui il “segreto” monastico è nella Provvidenza che accompagna la Fede” “Al Sud i Santi sono Salmi recitati sulle piazze - conclude Gerardo Picardo in una riflessione tra filosofia e teologia - i Santi sono segno e strada per conoscere il volto del Verbum abbreviatum che ha amato l’uomo alla follia. Nella risposta credente, si riflette la scintilla di quella Gloria venuta a mettere le tende tra le strade dell’umanità”. Anche noi, insieme a quell’uomo santo, vestito con il saio dei Minimi, prendiamo la strada verso un incontro con il Padre ancora da vivere. La santità di Fra Nicola è perciò segno, comunitario, di una Bellezza che salva il mondo e non consegna carne e spirito all’artiglio del male. Un cero acceso alla finestra delle nostre case che custodiscono mille attese e preghiere silenziose. Un’altra pietra di quella via dove gli uomini non si uccidono ma si incontrano e si riconoscono fratelli.
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