Avete presente Pasquale Ametrano, l’emigrante del film “Bianco rosso e Verdone” che dalla Germania deve recarsi in Lucania per votare e, appena oltrepassato il Brennero, è soggetto ad ogni tipo di sventura e di vessazione, iniziando dal furto, pezzo per pezzo, della sua amata Alfasud?
Alla fine, giunto al seggio elettorale del suo paese, dopo aver taciuto per tutto il viaggio da Monaco a Matera, sbotta in un lunghissimo sfogo contro l’Italia, le sue istituzioni ed il modo di vivere in questo paese.
Ecco, quando torno in Italia dall’estero ed in particolare dalla Germania, io mi sento come lui.
Mi chiedo perché all’estero le città siano pulite ed ordinate, senza muri imbrattati; perché le carrozze dei mezzi pubblici abbiano i sedili in vellutino o similpelle senza strappi e macchie e non siano ridotte a cestini dell’immondizia, senza vetri graffiati e vagoni diventati preda di sedicenti writers, (in realtà semplici imbrattatori in quanto i veri writers sono tutt’altra cosa); perché non c’è nessuno che mendica per strada o venda mercanzia poggiata su lenzuola per terra tipo bazar orientale; perché altrove i monumenti sono considerati per quello che sono, ossia opere d’arte, e non improvvisate palestre per scalatori o, peggio, deturpati e rovinati come succede da noi.
Ecco, faccio ad esempio i confronti con la metropolitana di Milano dove, se va bene, si trovano giornali spiegazzati per terra e dove bambini in età scolare sono spinti a mendicare…
La rabbia monta, mi chiedo perché mai dovremmo essere orgogliosi di essere italiani… Solo perché abbiamo un passato glorioso? Ed ora invece? Mi rendo conto che la differenza sta tutta nel come si consideri il bene pubblico: dalle altre parti è un bene comune, che appartiene a me, ma anche ad altri, e tutti hanno interesse che sia conservato bene. Da noi invece è “roba” di nessuno, e ciascuno può farne ciò che vuole. Bologna, ad esempio, dove i portici che portano all’Università sono stati deturpati in modo osceno. Questo da parte di studenti che dovrebbero aver a cuore la cultura!
O altri posti dove le scritte “Caio ama Tizia” o altre scritte anche indecenti sono incise su marmi secolari.
Per non parlare dell’imbecillità di chi ha seguito la moda di quello scribacchino (chiamarlo scrittore sarebbe troppo) che ha lanciato la moda dei lucchetti sul ponte Milvio, moda che si è estesa a tutta Italia.
E così i nostri antenati hanno glorificato l’Italia con opere pregevoli che tutti ci invidiano, e i loro discendenti, da veri cretini quali sono stanno distruggendo tutto, e nessuno fa nulla per fermarli!