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L’oscura immensità della morte, di Massimo Carlotto

Creato il 23 dicembre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Da Fralerighe Crime n. 10

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1989: Raffaello Beggiato e il suo complice rapinano un gioielliere. Ma la situazione si mette male; e Beggiato, strafatto di coca, uccide due ostaggi. Una donna e un bambino. La moglie e il figlio di Silvano Contin.

2004: Dopo aver scontato quindici anni di carcere, il rapinatore scopre di essere malato di cancro. Nella speranza di poter morire da uomo libero, Beggiato chiede la grazia. Ma ciò implica il consenso di Contin; che in tutti questi anni non è riuscito a rifarsi una vita, devastato dal dolore per la perdita dei suoi cari. E dal desiderio di giustizia, di vendetta.

I personaggi di questo romanzo sono dei grumi di disperazione, uomini segnati dalla vita in modo indelebile. L’autore è riuscito a costruirli in maniera efficace, forte anche dell’esperienza vissuta in carcere. C’è un ché di Bunkeriano in questo libro. La stessa sfiducia soffocante in cui sguazzano i personaggi, la stessa rabbia, gli stessi rimorsi. Non c’è l’America reazionaria incapace di perdonare, ma al suo posto troviamo un’Italia popolata da persone profondamente disinteressate verso il destino delle vittime e dei detenuti, se si escludono le frasi di circostanza e i propositi giustizialisti. Un’Italia, dunque, incapace di dare risposte certe alle vittime e ai carnefici.

Lo stile è quello del miglior Carlotto: asciutto, duro, lucido. L’autore non cerca la frase da incorniciare né la metafora poetica. Si preoccupa “solo” di raccontare in modo realistico una storia cupa e disperata, capace di spingere il lettore a porsi domande importanti.

Con “Arrivederci amore, ciao” l’autore ha dato vita a un personaggio perfido e provocatorio come pochi, e proprio per questo memorabile; con “Respiro Corto” ha spinto al limite il concetto di romanzo d’inchiesta, accantonando in parte le regole della narrazione e mettendo alla prova i lettori con un romanzo estremo. Con “L’oscura immensità della morte”, invece, Carlotto affronta temi tragici ed eterni come il destino, l’odio, la vendetta, la pietà, la giustizia, il perdono, la morte. Alla fine della lettura non restano risposte preconfezionate, ma solo domande. E una consapevolezza: non riusciremo mai a dare delle risposte definitive a questi interrogativi.

Voto: 9

Aniello Troiano



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