"Segreti, intrighi, colpi di scena e sensualità nel nuovo libro di Ornella Albanese, una delle autrici di romanzi storici più amate in Italia."
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RECENSIONE Otranto è la città più a Oriente d'Italia. Otranto è una cittadina piena di storia e di mistero. Come dice Ornella Albanese in questo romanzo:
Hidruntum era una città fatta di luce. Persino la materia ne era intrisa. Il cielo appariva più blu che altrove, il mare più intenso e splendente, le pietre abbagliavano. Il sole arrivava sulla pelle con bruciante implacabilità. Come se fosse più vicino alla terra che in qualsiasi altra parte del mondo.
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Ma i delitti e Otranto sono secondari rispetto alla storia dei due protagonisti, Livio di Tarsia, il giovane bastardo, già incontrato ne L'anello di ferro, che va via dalla sua casa per dimenticare le sue origini e per vedere il mondo, e Mirta di Torrechiara, la figlia del barone Gualtieri di Castrum Minervae, bellissima pedina nella volontà di un padre dispotico, che cerca di ribellarsi al destino stabilito per lei dalla nascita.
La sua altezzosa madre aveva ordinato che non vestisse come le converse e Mirta continuava a usare quel vestito marrone che la rendeva simile alle altre. Lei era sempre così, nei confronti della sua famiglia: ubbidiva e disubbidiva in un unico gesto.
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Il mare è onnipresente: ci troviamo nel Salento, terra bagnata da due mari e le onde del mare danno il ritmo ai momenti più significativi del romanzo. Livio invece viene da Tarsia, all'interno della Calabria e non ha mai visto la grande distesa blu, ma ne è affascinato: quando Yussuf Hanifa, il medico-guerriero ― l’altro personaggio proveniente da L’anello di ferro ― gliene parla, decide di volerlo vedere con i suoi occhi.
«L'ho vista. È una terra aspra e ventosa come la tua, ma il mare può essere dolce, in certi punti. C'è un posto dove il mare ha l'incanto di mille colori.»
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Il respiro gli si bloccò nei polmoni. Gli occhi si allargarono e poi si restrinsero, colpiti da un riverbero accecante. Tutta la fessura era piena di azzurro. Il bambino scostò piano la tenda, allargando la visuale, e quel colore non finiva mai, riempiva l'intero paesaggio. I raggi del sole si frantumavano e si rincorrevano, sospinti dal movimento di tutto quell'azzurro, che catturava e poi irradiava luccichii dorati.
Guglielmo I
Questo libro è ricchissimo di personaggi femminili: oltre a Mirta, la protagonista, ci sono una schiera di nobildonne, dame di compagnia, monache, popolane, nomadi. Tuttavia ogni donna sembra distaccata dalle altre: perfino fra Mirta e Blanche, sua madre, sembra non esserci alcun legame d'affetto, come se le donne di questo periodo si trovassero isolate a dover fronteggiare gli uomini senza un minimo di complicità femminile. Forse dipende dal fatto che all’epoca le donne erano completamente sottomesse agli uomini: dovevano sottostare agli ordini del padre prima e del marito in seguito, un marito che non sposavano per amore, ma per obbedienza verso i genitori. Solo all'interno del convento in cui Mirta viene rinchiusa per ritardare il matrimonio con il brutale cugino Boemondo, la giovane troverà calore e comprensione.Meravigliosi i personaggi storici, la domina Mabilia Accardi e sua figlia, la badessa Emma del convento di San Giovanni Evangelista di Licium (Lecce), su cui Ornella Albanese ha avuto una fortunata intuizione storica, poi confermata da una persona autorevole.
Tancredi di Lecce
I personaggi storici femminili sono affiancati da numerosissimi personaggi maschili, che entrano nelle pagine di questo libro e interagiscono con quelli creati dalla Albanese. Fra tutti spicca la regale figura di re Guglielmo I, detto il Malo, figlio di Ruggero II, che è diviso fra le mollezze orientali del suo palazzo di Palermo e le responsabilità di sovrano a cui viene conteso il potere, e il suo consigliere Maione da Bari. Anche il nipote illegittimo di Guglielmo, Tancredi d'Altavilla, gioca un ruolo fondamentale nel romanzo, pur non comparendovi. Bellissimi i riferimenti a Gerberto D’Aurillac ― Papa Silvestro II ― e ai suoi scritti considerati blasfemi e demoniaci.Silvestro II e il diavolo
Lo stile di Ornella Albanese è semplice, lineare e scevro di inutili orpelli. Ogni parola è calibrata e inserita con precisione nel testo. La terza persona onnisciente si avvicina ai numerosi personaggi facendoci percepire i loro stati d'animo e i punti di vista. Il romanzo è suddiviso in nove parti ― ciascuna delle quali è ripartita in capitoli ― che lo rendono snello e scorrevole.L'oscuro mosaico è il secondo romanzo di Ornella Albanese che esce dagli schemi del romance per addentrarsi nel romanzo storico vero e proprio, con una punta di mystery che non guasta. E questa seconda prova è riuscita ancora meglio della prima, promuovendo a pieno titolo l'Albanese fra gli scrittori di una letteratura più colta, raffinata e assolutamente unisex.
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Ornella Albanese ha sempre scritto, sin dalla tenera età di otto anni. Da allora trascorre il suo tempo a immaginare storie complesse e ricche di dettagli storici, in cui il pericolo, l’intrigo e il romanticismo sono sempre presenti. I suoi romanzi hanno diverse ambientazioni e spaziano dal Medioevo all’Ottocento. Come lei stessa ha affermato: «Mi piace collocare i miei romanzi nel Medioevo perché ritengo sia un periodo così tormentato della nostra storia da amplificare le pulsioni degli uomini: si uccideva con più ferocia, si credeva in Dio con più fanatismo, si coltivavano ambizioni ossessive, si perseguitava con più crudeltà e si amava con più furore.» Di questa autrice, Leggereditore ha pubblicato L'anello di Ferro nel 2011. Sito Autrice