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L’ottobre caldo dell’Est, elezioni dai Balcani al Caucaso

Creato il 29 ottobre 2012 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 29 ottobre 2012 in Elezioni ad est, Slider with 0 Comments
di Matteo Tacconi

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In questo mese si sono tenute, nell’Europa centro-orientale e balcanica, diverse elezioni. Sono andati alle urne gli ucraini, i lituani, i montenegrini, i bosniaci e i georgiani. Di seguito un breve riassunto – dall’ultimo voto al primo – di come sono andate le cose, nei vari contesti.

Ucraina – Elezioni parlamentari. Le prime dall’ascesa alla presidenza del filorusso Viktor Yanukovich, le terze dalla rivoluzione arancione del 2004-2005 (qui uno schema di presentazione della tornata). I risultati parziali dicono che la maggioranza relativa della Rada è stata conquistata dal Partito delle Regioni di Yanukovich, radicato nei distretti orientali e meridionali del paese. A seguire l’Opposizione democratica di Yulia Tymoshenko, che però non ha corso in quanto com’è risaputo è in carcere. Il Partito comunista sarebbe la terza forza della Rada. La quarta, invece, dovrebbe essere Udar, la formazione capitanata dal pugile Vitaly Klitschko, uno dei più grandi della storia. Entrano in Parlamento anche i nazionalisti di Svoboda, puristi dell’ucrainità. Hanno raccolto preferenze nelle regioni occidentali, il loro tradizionale bacino. Più qualche voto di protesta. Come del resto i comunisti e Udar. Due opzioni per il futuro governo: l’alleanza tra il Partito delle Regioni e i comunisti oppure il terzetto Tymoshenko-Klitschko-Svoboda (più difficile).

Lituania – Parlamentari, a doppio turno. Il secondo s’è tenuto ieri e ha confermato quanto emerso dal primo (14 ottobre): vittoria netta per il cartello delle sinistre, che ha presentato agli elettori una piattaforma di programmi sociali per ribaltare i quattro anni d’austerità del precedente esecutivo. Gli analisti ritengono però che la sinistra abbia margini di manovra ridotti. Un obiettivo del futuro governo, che sale al potere anche grazie ai voti della minoranza russa, è riallacciare rapporti di collaborazione con Mosca. Questo è il pezzo, chiaro, che la Reuters ha dedicato all’argomento.

Russia - Amministrative, il 14 ottobre. A valanga Russia Unita, il partito del potere putiniano. Non è pervenuta l’opposizione. Che però, una settimana dopo, ha tenuto le sue primarie. Online. Questo è l’articolo che ho scritto a riguardo della consultazione degli oppositori, dopo la quale il Cremlino ha fatto scattare una purga nei confronti dei dissidenti più noti. Tra cui Alaxei Navalny e Sergei Udaltsov. Nel secondo caso c’è stato persino un misterioso rapimento a Kiev, con pestaggi e torture psicologiche. Brutta storia, se fosse confermata.

Montenegro – Elezioni politiche, 14 ottobre. Confermano al potere la coalizione che fa capo a Milo Djukanovic, da più di vent’anni mattatore assoluto della scena. Tuttavia, per la prima volta in questi due decenni, Djukanovic non avrà la maggioranza assoluta, complici la buone performance ottenute dal Fronte democratico dell’ex ambasciatore jugoslavo in Italia Miodrag Lekic e da Montenegro Positivo, partito di nuovo conio.

Bosnia - Elezioni amministrative. Vittoria dei partiti nazionalisti, come al solito. Ma i fari dei riflettori sono stati puntati soprattutto su Srebrenica, dove c’è stata la seria possibilità che i serbi, prima volta in assoluto, potessero esprimere il primo cittadino. L’assalto al municipio è fallito. I musulmani, timorosi che un’affermazione serba averebbe messo in discussione la verità storica sul genocidio del 1995 (8mila musulmani di sesso maschile giustiziati dalle truppe serbo-bosniaco di Ratko Mladic) hanno lanciato un programma di mobilitazione e sono riusciti a schivare l’insidia. Il punto lo trovate a questo link.

Georgia – Parlamentari, primo ottobre. Il voto ha sancito la fine del potere del Movimento nazionale unito, guidato dal presidente della repubblica Mikhail Saakashvili, protagonista della rivoluzione delle rose del 2003, primo dei regime change di piazza succedutisi nell’arco post-sovietico. A disarcionare gli uomini di Saakashvili è stato il miliardario Bidzina Ivanishvili, anche grazie a uno scandalo sugli abusi nei confronti dei detenuti in carcere scoppiato proprio alla vigilia di questa tornata. L’ho raccontato (multimedialmente), in questo articolo. Quest’altro pezzo, invece, parla del lascito della rivoluzione delle rose, tra luci e ombre.

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Tags: bosnia, elezioni, europa orientale, Georgia, Lituania, Matteo Tacconi, Montenegro, risultati elezioni, Russia, Ucraina Categories: Elezioni ad est, Slider


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