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L'uguaglianza comincia tra le mura domestiche

Creato il 12 novembre 2013 da Societydoesntexist
Sicuramente uno degli importanti punti fermi che il femminismo di oggi si propone di realizzare è una maggiore uguaglianza lavorativa tra uomini e donne, a livello salariale e di posizioni occupate.
Uguaglianza che potrebbe realizzarsi già partendo dalle mura domestiche, con una maggiore collaborazione maschile, per non trasmettere ai figli il messaggio che sono solo le donne ad occuparsi del focolare domestico e che non potranno puntare molto più in là per la propria autorealizzazione.
L'uguaglianza comincia tra le mura domestiche
 Cito un articolo di Paolo Mastrolilli sul pensiero di Sheryl Sandberg, manager di Facebook:
"La strategia per aumentare le donne in posizione di leadership comincia dalla cucina di casa, o la stanza da letto dei figli. Ne è convinta Sheryl Sandberg, chief operating officer di Facebook, perché non sarà possibile arrivare ad una vera parità, fino a quando gli uomini non condivideranno a pieno i lavori domestici e famigliari. Non è solo una questione di fatica fisica, ma soprattutto di cultura. Infatti finché sopravviverà lo stereotipo che le femmine stanno a casa, e i maschi guadagnano il pane, sarà difficile far passare l’idea di una signora alla Casa Bianca.
La riflessione del braccio destro di Mark Zuckerberg è nata dal recente libro di Marianne Schnall, intitolato “What Will It Take to Make a Woman President?”. Già, cosa ci vorrà per avere finalmente una donna presidente negli Stati Uniti? Per trovare la risposta, la Schnall ha intervistato una serie di signore che già occupano posizioni di leadership, nella politica e negli affari. Tra loro la Sandberg, che certamente ha già infranto molti pregiudizi.
La Coo di Facebook è certa che la differenza nasca nei primi anni di vita, quando le bambine vengono convinte che non possono aspirare ai veri ruoli di leadership, o a fare mestieri da uomo come il chirurgo o l’ingegnere. Se qualcuna ci riesce, è un caso singolare, che va sempre preceduto dall’aggettivo “female”. Quando una donna diventa astronauta, tutti sentono la necessità di sottolineare la sua straordinaria appartenenza al sesso debole, mentre quando un uomo mette piede sulla Luna nessuno pensa di dover chiarire che si tratta di un pilota maschio.
L’istruzione dunque è il primo passo, per superare gli stereotipi. Convincere le bambine che possono fare qualunque cosa vogliono, e dare loro gli strumenti accademici e sociali per riuscirci. Poi però bisogna cominciare a mettere le donne in posizione di leadership, per dimostrare agli uomini che riescono bene, e alle altre donne che possono sognare di imitarle. Ma qui si crea l’intoppo. La questione diventa un cane che si morde la coda, frenando le leader di sesso femminile, perché se non ci sono già non ne emergono altre. Infatti nel mondo del business americano il livello di posizioni guida detenute dalle donne è fermo sotto il 20% da almeno dieci anni.
Per scuotere questo albero, ecco la proposta della Sandberg: «La cosa concreta è che gli uomini devono fare più assistenza ai figli e più lavori di casa. Dobbiamo creare l’eguaglianza nelle famiglie. Non potremo averla in ufficio, fino a quando non l’avremo a casa». Il punto non sta tanto nella sostituzione dei ruoli, secondo cui se gli uomini fanno i lavori domestici, lasciano alle donne quelli esterni, liberando così posti per far avanzare le loro carriere. L’idea è piuttosto quella di un mutamento della mentalità. Se gli uomini si abitueranno a svolgere in casa le stesse mansioni delle donne, impareranno ad accettarle veramente come uguali anche fuori, magari fino alla Casa Bianca."

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