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L’ulcera gastroduodenale

Creato il 21 maggio 2014 da Framiner
gastro
È stata definita la malattia della civiltà moderna poiché si sviluppa prevalentemente nelle nazioni industrializzate.
Le cause - È una malattia che colpisce molto più fre­quentemente i maschi che le femmine (il rapporto è di 4 a 1) e particolarmente gli individui che hanno una posizione di responsabilità (dirigenti industriali, avvo­cati ecc.). Secondo le più aggiornate statistiche anche soggetti normali hanno sofferto almeno una volta nella vita di un attacco di ulcera gastroduodenale. Le cause capaci di provocarla sono molto complesse e ancora non interamente conosciute. Indubbiamente ha impor­tanza l'azione dell'acido cloridrico contenuto in quan­tità eccessiva nel succo gastrico. Altrettanto importan­te è l'alterata funzionalità del sistema nervoso vegetati­vo. Si sono rilevate infine ulcere gastriche anche dopo trattamento con cortisone o ACTH (ormone adrenocorticotropo), dopo ustioni gravi, emorragie e talune lesioni cerebrali.
Sintomi più frequenti - Il dolore dell'ulcera è avverti­to nella regione epigastrica (in alto e al centro del ven­tre), in molti casi può comparire anche un dolore alla schiena (in posizione dorso-lombare). Il dolore è diffi­cilmente definibile poiché può manifestarsi sotto forma di un senso di pesantezza, di crampi dolorosi, di bru­ciori. Un segno caratteristico è rappresentato dalla sua scomparsa dopo ingestione di cibo.
Di solito il dolore si manifesta tre-cinque ore dopo il pasto, ha un carattere continuo e può prolungarsi per 15-60 minuti; può insorgere anche durante la notte. In molti ammalati, la sintomatologia dolorosa presenta una marcata cadenza stagionale (primavera-autunno), può durare circa due-tre settimane (ma non di rado anche qualche mese) e poi scompare all'improvviso. Fra un attacco e l'altro si hanno intervalli di benessere o anche di remissione completa. Successivamente, gli intervalli di benessere tendono a farsi sempre più brevi, finché, nella malattia non trattata, la sintomatologia dolorosa diviene continua.
Talvolta, i sintomi dell'ulcera scompaiono con l'inizio di una gravidanza.
Anche se la constatazione può apparire strana, eppure la nausea e il vomito sono abbastanza rari, quando manchino le complicazioni. Sintomi invece molto più costanti sono il senso di peso, i rigurgiti, la sonnolenza, la stitichezza. Non esiste febbre (in mancanza di com­plicazioni), mentre può comparire una difesa muscola­re, con conseguente indurimento del muscolo, a livello della regione epigastrica.
Esami - Di solito si prescrivono: il sondaggio gastrico, che rivela la presenza di un aumento del contenuto in acido cloridrico ritardato; l'esame radiologico, che ri­vela segni diretti e indiretti; la gastroendoscopia, che consente di osservare direttamente la presenza della lesione ulcerosa.
La localizzazione dell'ulcera presenta notevoli caratte­ristiche: così, per l'ulcera gastrica si osservano lesioni ulcerose a livello della piccola curva, del piloro, della regione sub-cardiaca (piuttosto rara), delle grandi pa­reti. Nell'ulcera duodenale la localizzazione di gran lunga più frequente è quella a livello del duodeno e soltanto in casi rarissimi le lesioni ulcerose si registrano nella seconda parte del tratto duodenale, ma, comun­que, sempre al di sotto dell'ampolla di Vater. Il diametro maggiore dell'ulcera si osserva nello stoma­co (dove può raggiungere anche i 2 centimetri), mentre nel duodeno generalmente non supera il centimetro. Spesso, nelle immediate vicinanze dell'ulcera si osserva un focolaio infiammatorio (gastrite). In taluni casi si può avere una cicatrizzazione dell'ulcera che non lascia alcuna traccia, in altri la fibrosi che consegue può in­durre aderenze che interessano gli organi vicini: di con­seguenza, si può avere una perforazione dell'ulcera che sbocca nel pancreas, nel fegato, nella cavità del perito­neo o, addirittura, in un vaso arterioso.
Complicazioni - Le complicazioni (rilevabili in circa il 15-20 per cento dei casi) sono costituite da emorragia, associata a senso di malessere generale, perdita di co­scienza, stato di shock ecc.; da perforazione, più fre­quente nell'uomo; da stenosi (restringimento) che può interessare la regione pilorica, medio-gastrica o la por­zione del duodeno; da degenerazione maligna, che si osserva solamente nel caso di ulcera dello stomaco. Un'altra complicazione è rappresentata da un'infiam­mazione del peritoneo in vicinanza dello stomaco e del­l'intestino.
Cura - Si distingue una forma di terapia da eseguirsi nella fase acuta e una da effettuarsi durante il periodo di cronicizzazione.
Nella fase acuta si deve anzitutto imporre al paziente un periodo di assoluto riposo sia per quanto riguarda l'attività fisica che mentale. Ovviamente, durante que­sto periodo assume un'importanza rilevante la dieta che per i primi giorni sarà lattea. Successivamente, si tornerà a un'alimentazione più completa considerando attentamente l'evoluzione della sintomatologia doloro­sa ed escludendo qualsiasi alimento piccante, la frutta cruda, il pane fresco. La terapia medica vera e propria utilizza i sedativi e i farmaci antiulcera. Nella fase cronica l'alimentazione può tornare norma­le, con il divieto di tutti gli alimenti irritanti, piccanti e del fumo; inoltre si dovrà modificare anche il ritmo dei pasti, che dovranno divenire più numerosi e meno ab­bondanti. La vita del paziente dovrà essere quanto più possibile priva di stress soprattutto psicologici e di forti emozioni poiché è ormai dimostrata l'importanza delle alterazioni della vita emotiva e affettiva nell'insorgenza dell'ulcera gastroduodenale.
La terapia medica sarà continuata tenendo conto delle condizioni del paziente.
La terapia chirurgica sarà effettuata nei casi più gravi quando si manifestano fenomeni emorragici, perfora­zioni o stenosi.
Psicoterapia - È la forma di cura d'elezione per tutte quelle forme in cui le lesioni ulcerose siano in relazione a profonde turbe psichiche. Infatti, dove esistono dei conflitti a livello inconscio si può avere, come conse­guenza del disturbo psicologico, la comparsa di un'ul­cera gastroduodenale che ha come sua unica causa, un disturbo di tipo nevrotico.
In questo caso, contemporaneamente all'esecuzione di una terapia di tipo medico, è necessario anche effettua­re presso uno psicologo una psicoterapia che elimini i motivi conflittuali e normalizzi il tipo di reazione psico­logica dell'individuo.

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