Magazine Diario personale

L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo

Da Stefano Borzumato @sborzu
darospoaprincipeIo e un manipolo di Martoniani ci ritroviamo allegramente davanti al cinema in preda al dilemma del momento: Zoolander 2 girato a Roma con la sua magnifica Magnum, o La vera storia di Dalton Trumbo girato nell'america oscurantista del maccartismo? Espressioni d'arte differente.

Guardiamo i voti su MyMovies: 3,09/5 per Trumbo e 1,79/5 per Zoolander. Il dado è, ahimé, tratto. Martoniani - io : 1 - 0. A nulla vale sottolineare che quel sito ha affibbiato un pomposo 3,58/5 all'imbarazzante Hateful eight: i Martoniani sono sordi al mio lamento.Pollice verso su Roma, dunque: esterofilia portami via! Entriamo. Ce lo sapremo ridire...
Davvero la Magnum risulta così poco attrattiva? Tentare fino all'ultimo non mi sembra prassi tanto scorretta. Ma loro non demordono.E sia: buttiamoci nelle parole di Trumbo e facciamola finita, allora. Mai rimpianti!

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L'incipit del film costituisce notevole spunto di riflessione: gli u.s.a. hanno deciso che Hitler era cattivo e si sono alleati coi Russi comunisti per sconfiggerlo. Una volta abbattuto il pericolo nazista, hanno cominciato a paventare quello comunista aizzando le bovine folle contro il pericolo rosso. Lo scioglimento del Patto di Varsavia del 1991 decreta formalmente la fine della Guerra Fredda: altro nemico venuto meno... e mo? Ecco subito pronta la soluzione: dicono che Saddam (ex loro alleato in medioriente) è cattivo e lo attaccano. E il gioco continua. Ma questa è un'altra storia... Sempre la stessa, in verità, composta di pensieri u.s.a & getta.A ciascuno il proprio sistema per incrementare la produzione, in soldoni. E le guerre, come insegnava già Goebbles, si cominciano a preparare all'interno del paese.
'Il mondo è pieno di gente arrabbiata e incapace che si riproduce in maniera esponenziale'
darospoaprincipeSe fino a prima della Seconda Grande Guerra Trumbo (un fedele e puntuale Bryan Cranston) era sceneggiatore affermato e universalmente riconosciuto per la sua genialità, dal 1947 passa nella lista dei cattivi: i film, dichiara l'ascoltatissima e influente giornalista Hedda Hopper (una splendidamente acida Helen Mirren), sono il più grande veicolo di propaganda sovversiva.L'attacco del Maccartismo all'industria del cinema capitanata dagli ebrei fu duro e diretto: e questi si piegarono senza remore al potere precostituito per non perdere gli agi conquistati. Tutta la Hollywood capitanata da John Wayne e Gregory Peck, finisce coll'inginocchiarsi. E al diktat del potere non resiste neppure uno degli amici di Trumbo, Edward G. Robinson, attore noto per i suoi gangster movie (un impressionante sosia interpretato da Michael Stuhlbarg), inizialmente nel gruppo de I dieci di Hollywood.

Si dichiarava Comunista, Trumbo. Non era ebreo, Trumbo. Difendeva i diritti delle maestranze, Trumbo. Un idealista, insomma. E quando gli chiesero di abiurare al suo intimo credo con la sottesa minaccia di perdere il suo conquistato benessere, contrariamente alla massa, rispose:

'Non sono disposto a perdere tutto, ma sono disposto a rischiare tutto!'
E tutto rischiò.Un grande uomo, Trumbo. Un esempio ancora attuale per tutti quelli che si piegano senza un minimo di dignità. Pagò la sua coerenza con quattro anni di carcere. Cospirazione... Reato d'opinione... Oltraggio alla corte... Palle varie artatamente create per mettere in ginocchio un libero pensatore. Invano.darospoaprincipeDietro un grande uomo, come sappiamo, c'è sempre una grande donna. Clio. Una donna discreta e capace di cedere davanti alle piccole follie quotidiane del genio, ma sempre presente e con la forza di riportarlo sulla retta via quando necessario: una sempre splendida Diane Lane.Ed è con il suo aiuto e con quello dei tre figli e degli amici più cari che si tira fuori dalla marana in cui il regime u.s.a. lo ha gettato. Oltre che con l'aiuto del suo genio, naturalmente.Si rimette in corsa. Comincia a scrivere sceneggiature sotto falso nome dapprincipio per i King Bros, produttori di B movie, il cui amministratore è un divertente John Goodman, poi per altre case di produzione. Una di queste la prende il suo amico Ian Mclellan Hunter per la Paramount e... ci vince l'Oscar nel 1954. Il film è Vacanze Romane (Roman holiday), una sorta di nemesi per il servizievole Gregory Peck.

Molto bello l'incontro tra Eddie, l'umano che ha ceduto alle pressioni del sistema e Trumbo, l'indefesso idealista. Umana fragilità vs. Idealismo. 


'Tu lo sai: non potevo fare altrimenti. Per te è più facile: lo sceneggiatore può scrivere sotto falso nome; io posso recitare solo con la mia faccia!'

Come biasimarlo? 

Nel 1956 Trumbo vince un altro Oscar per la sceneggiatura de La grande corrida (The brave one), sempre sotto falso nome, completamente inventato, questa volta.

Sono il produttore Otto Preminger e Kirk Douglas a sdoganarlo nel 1960 dopo averlo voluto per la sceneggiatura di Spartacus, diretto da un maniacale Stanley Kubrik. La storia di uno schiavo che si ribella al potere precostituito. Ed è il positivo giudizio espresso da John F. Kennedy nelle interviste rilasciate dopo aver visto il film a restituire Trumbo alla vita pubblica. Un presidenziale colpo di bianchetto alla lista nera.


'Quello che l'immaginazione non può realizzare, la realtà te lo pone innanzi con una scrollata di spalle'

L'ultima parola è del fantastico sceneggiatore. La commissione viene chiusa. Ma chi paga per gli anni sottratti a Trumbo? E chi ci ripaga dell'arte demolita da un'ottu.s.a. censura? Il fumo tutto ricopre. 

darospoaprincipeTutti fumano. Nei film come nel quotidiano. Ai quindicenni di oggi sembrerà un altro mondo. E invece... Sigarette a parte, il fumo continua leggiadro ad aleggiare sulle nostre chinate esistenze. Così come la censura, in effetti. 

In realtà oggi siamo liberi, pensano i Martoniani che leggono La Repubblica e che hanno comunqueapprezzato la storia diretta da Jay Roach.

Ma dopo questo film, la libertà come ce l'hanno dipinta nel dopoguerra ci appare a tutti più lontana e meno nitida. Più fumosa.

Ci sentiamo pieni di ideali u.s.a. & getta. Nulla di più.

Peccato davvero non esserci distratti con la Magnum di Ben Stiller.


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