Ora, mentre scrivo, il 38% è triste. Fino a ieri invece il 36% (ma prima ancora il 40, il 45, il 46%) si diceva "soddisfatto". Parlo dei lettori del Corriere.it, di quelli che ci hanno tenuto a esprimere il loro stato d'animo sulla notizia della morte di 13 migranti sulla spiaggia di Sampieri, vicino a Scicli, dalle mie parti. Quindi per molte ore, a caldo, la reazione è stata quella: soddisfatti. Altro che indignati o preoccupati. Ho tremato quando l'ho visto. Perché nel mio pessimismo cronico ho trovato conferma a ciò che spesso penso: per un'Italia solidale, buona e pronta a correre in soccorso di chi soffre, ce n'è un'altra – che a me pare maggioritaria, mi spiace per chi è convinto della retorica contraria – che invece è cattiva, razzista, xenofoba, disinteressata, che esulta persino se 13 disperati eritrei e siriani muoiono annegati in uno sbarco tragico. Un'Italia stronza, che ha reagito contravvenendo a quello stereotipo insopportabile degli "italiani brava gente".
Un'Italia stronza, come quel ghigno apparentemente innocente. Con quella faccina sorridente che dice andreottianamente "se la sono andata a cercare". E se la prende con il ministro Cécile Kyenge (ah, per inciso, a me non piace) e con la presidente della Camera Laura Boldrini (qui lo scrivo, lo dico e non lo nego, anzi lo rivendico: sono contento di averla potuta votare come capolista nel mio collegio elettorale), e naturalmente pure con il papa (visto Santità cosa succede a lanciare un messaggio rivoluzionario come quello di Lampedusa?). Perché per questa Italia "soddisfatta", ma che pretende pure di essere rimborsata, gli ipocriti sono sempre e solo gli altri.
La vignetta di oggi su il manifesto
Poi, come al solito, mi fermo a riflettere. Penso a come la mia categoria tratta questi temi e quale servizio offre ai lettori. E allora, per la mia solita pignoleria (ma non solo), mi sono innervosito per la sciatteria di chi continua a ignorare la geografia. "Sbarco a Siracusa"??? Bah, Scicli e Siracusa mi sembrano due nomi diversi, oltre al fatto che, ancora una volta, si confondono le province. Ma questa, lo ammetto, è una mia fisima – anche se, sia chiaro, un giornalista questi errori non deve farli.Molto più serio il dubbio che mi è venuto leggendo le pur belle pagine di Repubblica (decisamente migliori di quelle del Corriere) sul tema: mi ha lasciato perplesso leggere nome e cognome di due migranti salvati a Sampieri. La Carta di Roma, il protocollo deontologico su profughi, migranti e richiedenti asilo, prevede un trattamento molto preciso e attento in questi casi. Cito testualmente:
Tutelare i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta ed i migranti che scelgono di parlare con i giornalisti, adottando quelle accortezze in merito all’identità ed all’immagine che non consentano l’identificazione della persona, onde evitare di esporla a ritorsioni contro la stessa e i familiari, tanto da parte di autorità del paese di origine, che di entità non statali o di organizzazioni criminali.Spero che il bravo Francesco Viviano di Repubblica Palermo abbia adottato tutte quelle accortezze...