Godetevi le novelle più avvincenti, grottesche e malizione de "Le mille e una notte" rielaborate in una nuova coinvolgente storia!
Disponibile sul sito ilmiolibro.it
Disponibile sul sito laFeltrinelli.it
Ordinabile alla cassa di qualsiasi libreria laFeltrinelli
Inizia così:
C’era una volta un Sultano ricchissimo e potente. Nessuno al Mondo possedeva un palazzo degno del suo, bianco e con enormi cupole dorate, risplendeva, sembrava un pezzo di Sole sulla Terra. All’interno, nelle sontuose stanze, c’era ogni bene possibile, arazzi pregiati, gemme e oro in gran quantità.
Aveva inoltre un harem con seicento concubine più belle della Luna.
Queste sue grandi ricchezze non destavano eccessiva invidia, perché il Sultano era dotato di una bellezza e una purezza d’animo degna di rispetto.
Si preoccupava molto del suo popolo, per questo la gente lo amava. Spesso il Sultano, con il suo fidato visir, si vestiva da comune suddito e girava in incognito per le strade del regno, per capire quali potessero essere le soluzioni migliori per rendere piacevole la vita anche alla povera gente. Ogni gesto magnanimo, degno di essere raccontato, era opera del Sultano. Era impossibile per il suo popolo non essergli devoto.
Durante uno dei loro sopraluoghi segreti, il Sultano e il visir si recarono al mercato, qui il Sultano rimase folgorato da un’ancella di straordinaria bellezza. Ordinò al visir di comprarla per lui alla cifra migliore possibile.
Il visir già immaginava di dover sostenere una lunga e ardua trattativa, invece il mercante
propose da subito un prezzo molto basso.
Il Sultano allora intervenne, chiese al mercante se fosse pazzo a vendere una tale bellezza a tal prezzo. Il mercante, che era un uomo anche fin troppo pio e onesto per il suo mestiere, ammise di aver paura della donna perché la considerava portatrice di sventura. Non vedeva l’ora di sbarazzarsene ma allo stesso tempo temeva che potesse nuocere ad altri.
Il Sultano chiese come potesse affermare simili cose.
Il mercante gli rispose che la donna aveva mandato in rovina suo padre, fatto impazzire suo marito e costretto al suicidio i suoi due fratelli.
Tutto ciò era spaventoso, ma nulla poté rimuovere il desiderio del Sultano, ammirando le graziose fattezze dell’ancella, i capelli di seta e i suoi occhi scuri e profondi come la notte, sostenne che fossero state solo delle meschine casualità, era troppo bella per recare danno.
Così il Sultano acquistò il gioiello del suo harem, la sua prediletta, a una cifra ridicola.
La portò nel suo palazzo e organizzò la sera stessa le nozze. Trascorse la notte più bella della sua vita con la sua nuova sposa.
La felicità si protrasse anche nei giorni seguenti. La sua amata sposa ben presto gli avrebbe dato un erede.
Dopo nove mesi, la sposa partorì il figlio maschio che il Sultano sognava da tempo.
Per mesi aveva pensato al nome da dargli, a come istruirlo al meglio per far di lui il futuro Sultano, ma i suoi sogni si infransero appena vide il neonato.
Era l’essere più orrendo che avesse mai visto, non sembrava nemmeno un figlio di un uomo.
La delusione fu troppo cocente: quella perfetta sposa e un tale figlio! Era davvero maledetta, lo aveva avvertito il mercante, il Sultano non poteva prendersela se non con se stesso per essersi fatto accecare da tanta bellezza, che ben camuffava la sciagura in cui lo avrebbe trascinato.
L’ira, il dolore, la paura, tutti sentimenti che non aveva mai provato prima, lo pervasero tutti insieme, e …
Non adatto ai minori