![L' Unico Rimbaud e lo schermo in Stencil ░ L' Unico Rimbaud e lo schermo in Stencil ░](http://m2.paperblog.com/i/280/2802630/l-unico-rimbaud-e-lo-schermo-in-stencil-L-d5VZc3.jpeg)
Il nome è A-Erre-Ti-Acca-U-Erre. Il cognome è Erre-I-Emme-Bi-A-U-Di. Il ragazzo si presenta così in Io non sono qui di Haynes. Ammette di avere quasi vent'anni e chiede se può fumare. Tutta questa scena è in bianco e nero. Naturalmente questo Rimbaud non è l'UNICO Rimbaud, quello morto, che fu poeta. È solo una maschera applicata ad un prestanome, cioè un attore: troppo Rimbaud per essere Rimbaud. È anche vestito da Rimbaud, capite. Come Warhol in Factory Girl: una statua di cera, che esprime Warhol, troppo Warhol per essere Warhol. E anche il Giovane Favoloso di Elio Germano è talmente Leopardi – così esageratamente gobbo, così represso – da non essere più Leopardi.Ma non ha la voce recanatese, pesante e locale: la gobba c'è, anche troppo, l'accento non c'è. Alla fine, è un Leopardi per il Delfino: una macchietta per studenti e italiani-medi, tutto qui.Una gobba non fa primavera e un po' di ordine non fa una camera; una presa per il culo non è una ripresa, e – in generale – la rappresentazione sopra le righe è troppo vera per essere reale. Il vero è mentale e il reale appare, e chi vive si dà pace, finché può.Nel Cielo sopra Berlino Peter Falk è solo nella PARTE DI SE STESSO. A Bruno Ganz dice di essere stato un angelo, anche lui, ed è credibile. E perché è credibile? Perché recita, ma non cita, non ha le ali ed è straordinariamente sotto le righe, lui e il suo accento schifoso. Quindi Peter Falk è un angelo, non è una maschera e non è un'evocazione. L'angelo Peter mi permette di essere un po' passivo, non intelligente. Mi piace, quando sono uno spettatore, e solo allora.
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