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L’unione fa la forza

Creato il 06 dicembre 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

le storie diario tialiano

Il preambolo di Corrado Augias nel suo appuntamento quotidiano Le storie – Diario italiano, merita di essere riportato, pari pari: “Vorrei cominciare questa puntata facendovi vedere il titolo del Giornale che, appena saputi i risultati delle primarie del centro sinistra ha aperto con questo titolo: ” Le primarie del PD, RESTANO COMUNISTI”. Perché questo titolo mi addolora, mi imbarazza e mi sembra fuori luogo?

  1. Perché per richiamare lo spettro del comunismo oggi, quando Cuba e la Cina perfino sono ormai avviate su una strada chiaramente di tipo capitalistico, è assurdo. Ma quando in Italia del comunismo non c’è più traccia, anzi, le critiche chi si possono fare è che si stanno introducendo elementi di neoliberismo per alcuni esagerati.
  2. Non è un po’ un  offesa ai loro stessi lettori, perché se questo titolo prelude al fatto che la prossima campagna elettorale di primavera sarà giocata ancora una volta non sulle proposte o sulle possibilità, non sulle soluzioni o promesse, sia pure in una situazione difficile come quella attuale nella quale ci troviamo, ancora una volta ricorrere alla minaccia che arrivano i comunisti che mangiano i bambini, preoccupa”.

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Dunque, un Augias agguerrito che, ospitando lo scrittore e giornalista Antonio Galdo, autore del libro “L’egoismo è finito, la nuova civiltà dello stare insieme” vuole portare l’attenzione dello spettatore su nuove prospettive, di cui l’autore è convinto. ” È una presa d’atto, l’egoismo è finito, perchè per lunghi decenni abbiamo vissuto nell’illusione che la bussola dei comportamenti privati e pubblici potesse essere solo, IO, IO, IO. Viceversa abbiamo bisogno di, NOI. E l’unione fa la forza, abbiamo bisogno di riscoprire il valore dello stare assieme, della comunità”.

Riflettiamo allora, che non  c’è mai stato nulla in Italia di più egoistico della nostra politica degli ultimi anni, abbiamo ricondotto, il far politica, ad un uso strettamente personale del potere, con conseguenti aberrazioni del  sistema e con gente che ne ha abbondantemente approfittato, spendendo denaro pubblico, riconducendoci dentro al concetto di  puro egoismo . Poi ci siamo, recentemente svegliati, abbiamo cominciato a reagire, dicendo no, a quella forma di politica accentratrice e piano piano stiamo ritrovando (anche nelle primarie) una forte domanda di partecipazione, una voglia di condivisione, di esserci e di tornare in campo, attraverso quello che i partiti sono, ovvero delle comunità per restituire l’anima alla politica. La strumentalizzazione, utilizzata con il titolo  giornalistico  intimidatorio dell’arrivo dei comunisti è un giochino che funziovava anni fa, ora sicuramente non funziona più, dovrebbero prenderne atto e adeguarsi. Certe tattiche oramai, non incantano più, visto che all’ordine del giorno registriamo problemi di ben altro tipo! 

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Ritornando al nostro passato e alle riflessioni sorte grazie al tema della puntata di Augias, è bene ricordare che lo spirito dello stare assieme, affonda le radici proprio nei lavoratori delle fabbriche che, sono stati i portatori di una cultura collettiva. La fabbrica, trasmettendo un sapere tecnico, applicato al lavoro, offrì l’occasione di appartenenza ad una comunità dove, proprio il lavoro accentuava i legami profondi, umani e di  classe. Passando dalla condizione agricola a quella industriale, per la prima volta in Italia, chi lavorava, si trovava in gruppo, insieme. Facevano parte della classe operaria con progetti, problemi, speranze comuni. È nato così, il valore dell’associazionismo moderno. La fabbrica è stata una grandissima comunità, con condizioni dure di lavoro ma, con quella forza e quell’energia che ci ha permesso di diventare, gente benestante. Ora, sta tornando a galla quella voglia. Per ricostruire abbiamo bisogno di ritrovarci, insieme. Un nuovo progetto, una sorta di numero zero italiano, per ricominciare e trovare un ‘alternativa più solidale. Non c’è nula di ideologico in questo, nè tanto meno un appello nostalgico al passato, è semplicemente l’unica rispostra possibile al bisogno attuale. Dobbiamo ridarci la possibilità di stare assieme per risolvere problemi che, ci cambierranno la vita.

Questo significherà, riavere il futuro che ci hanno rubato.

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In conclusione a questa bella puntata con vari esempi di nuove forme di condivisione, citiamo le sagge parole dell’economista, Giorgio Ruffolo: ” Crediamo che sia finito il momento de pensare all’economia della competizione per passare a una nuova economia della cooperazione. Nuove forme di cooperazione potrebebro condurci verso un’età di rinnovato benessere”.

Dunque la grande crisi può rivelarsi un motore che deve spingerci a trovare risposte nelle scelte colelttive. Conviene  stare insieme, solo così, potremo farcela e prima facciamo, meglio è. Questa, è la vera luce in fondo al tunnel!

 


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