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L’Unione sindacati di base: a rischio oltre 300mila posti di lavoro nella pubblica amministrazione

Creato il 19 giugno 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il decreto per lo sviluppo dà il via ai licenziamenti di massa nel pubblico impiego

Lo sciopero generale del 22 giugno è un’opportunità per i lavoratori pubblici

di esprimere tutto il loro dissenso

E’ quel che sostiene un comunicato dell’Usb, Unione sindacati di base, esprimendo timori tutt’altro che infondati. Si vuole che l’Italia si sviluppi? L’unica via pare a Mario Monti quella di smontare la pubblica amministrazione. Gli stessi servizi, le stesse funzioni che svolge il settore pubblico oggi, domani probabilmente saranno in mano ai privati. Come al solito, gli imprenditori invece di fare il loro mestiere, ottengono assistenza dallo Stato e lo sostituiscono. In questo modo però il mercato viene drogato. Prima o poi gli imprenditori privati non avranno più nulla da portar via allo Stato. Che cosa faranno? Ci vorrà una nuova mega crisi internazionale per scoprirlo? Disgraziatamente abbiamo un ceto imprenditoriale che non ha saputo investire. E nulla garantisce che funzioni questo epocale passaggio di mano dal pubblico al privato, che avverrà dopo aver privatizzato, sequestrato, sottratto alla sovranità popolare la presidenza del consiglio operazione già iniziata con Berlusconi. L’ultimo dato di fatto che pare chiaro è che una gran quantità di statali sarà tolta dai bilanci dello Stato, per la gioia del professor Monti. Segue il comunicato dell’Usb:

Le misure adottate dal Consiglio dei Ministri hanno come vero obiettivo quello dello smantellamento della Pubblica Amministrazione e del welfare nel nostro Paese, è il commento di Massimo Betti, dellEsecutivo Nazionale USB Pubblico Impiego. Dopo averlo promesso ad Obama e alla Merkel, Monti si appresta a privatizzare tutto ciò che ha una funzione pubblica, e a questo
scopo taglia centinaia di migliaia di posti di lavoro nella Pubblica Amministrazione.

Prosegue il dirigente USB: I cosiddetti tagli lineari ai ministeri, che avranno inizio con leliminazione del 10% dei lavoratori pubblici della Presidenza del Consiglio e del Ministero dell’Economia, nonché la soppressione dei Monopoli di Stato e dellAgenzia del Territorio,
determinano in forma automatica migliaia di lavoratori in esubero, che se rapportati, come sembra nelle intenzioni del Governo,  a tutta la P.A. raggiungeranno la quota di oltre 300.000.

Il Governo  sottolinea Betti – dà così inizio ad un percorso, preannunciato con  laccordo firmato lo scorso 3 maggio da Cgil Cisl Uil e sindacati autonomi, che porterà a licenziamenti di massa. Il 22 di giugno, nell’ambito della giornata nazionale di sciopero intercategoriale indetto da
USB e dal sindacalismo di base e conflittuale, i lavoratori pubblici avranno una grande opportunità per esprimere tutto il loro dissenso e far emergere la giusta rabbia che negli uffici, negli ospedali, nelle scuole, nei comuni si respira quotidianamente, conclude Betti.

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