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“L’uomo che ero” di Lucio Caneve

Da Vivianap @vpicchiarelli
luomo-che-ero_davantiUno scrittore dal buon successo. Una docente universitaria bella e solare. Un anziano e simpatico professore. Tutti alle prese con un susseguirsi d’avventure ed emozioni in seguito alla scoperta di un libro dai contenuti sconvolgenti e rivelatori: sulla vita, sull’esistenza, sull’evoluzione dell’uomo. In un abile alternarsi di narrazione e riflessione, questo libro ci parla di viaggi astrali, sincronicità, dakini, pensiero positivo, amore universale. Ma anche di una magica storia d’amore, del vero significato del fatidico 21 dicembre 2012, di un incredibile incontro col passato… Un romanzo che ci invita a risvegliarci, a valorizzare la bellezza delle cose semplici, a scoprire che il segreto della vita è nel vivere ogni cosa con amore, a cogliere i messaggi di ciò che chiamiamo coincidenze. Perché nella vita nulla succede per caso. E ogni cosa è possibile, se viene fatta e chiesta con il cuore… Un libro intenso e complesso per la profondità delle tematiche trattate e che cerca di mettere in luce l’esigenza umana di riscoprire il giusto valore di ciò che siamo e di quello che ci circonda. A far da contrappeso al senso quasi etereo e impalpabile che i temi del pensiero positivo, del daikini e dei viaggi astrali portano con sé, troviamo la descrizione analitica, profondamente terrena e concreta, strizzante l’occhio al cinema, di personaggi, luoghi (Venezia, Asolo e la Casa del Tibet di Votigno di Canossa) e gesti, quasi a voler sottolineare l’imprescindibile legame tra mente e spirito. Fino a che punto, però, l’uomo di oggi, sull’orlo del precipizio della propria esistenza, senza più punti di riferimento e in balia dei suoi stessi demoni, è veramente pronto ad accogliere le infinite possibilità che la riflessione sul senso della vita e suoi suoi misteri può comportare? Nel libro forse si punta troppo l’accento sull’aspetto “mistico” della questione, rendendo complicata una identificazione, o quantomeno una prossimità intellettuale, con i protagonisti e con le rivelazioni che hanno la fortuna e il privilegio di sperimentare. Una scrittura matura, piena, consapevole, è quella di Caneve, la quale testimonia una profonda conoscenza non solo delle tematiche sviscerate, ma anche della ricchezza della lingua italiana e di tutte le sfumature di cui è capace.

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