Sono entrato in libreria, ho sceso le scale fino al piano terra. Non devo comprare libri, non uno in particolare, né ho scelto di passare il tempo in contemplazione delle copertine. Voglio guardare quelli che scelgono i libri. Lo faccio per necessità, una libreria è una roulette in cui gli eventi più straordinari e più insignificanti si intrecciano. Ci sono due persone che scrutano tra gli scaffali. Una è una donna con un’aria da maestrina, la gonna al ginocchio, uno scialle di foggia orientale intorno alle spalle. È ferma davanti allo scaffale della saggistica. Forse è in cerca di un’ispirazione per la sua prossima lezione. L’altro è un signore alto e canuto, con un cappotto nero e uno straordinario naso adunco, un rostro d’aquila con il quale sembra mirare ogni dorso di copertina. Non so perché, ma immagino l’uomo che nella penombra della sua casa, seduto a uno scrittoio di fattura antica con addosso una vestaglia in cashmere, sfoglia i libri col naso. Immagino che col naso frughi tra gli indici e gli inizi dei capitoli, che annusi le storie anziché leggerle. Per quanto cerchi di convincermi che si tratta di un pensiero strampalato, a parte i capelli bianchi e gli occhi grigi, non c’è niente di lui che riesca a riportarmi alla realtà, neanche la sua età. Più lo guardo aggirarsi tra i corridoi della libreria passeggiando con le mani dietro la schiena, e più mi convinco che si tratta di un lettore del tutto straordinario. Ci vuole esattamente un naso così, penso, per poter leggere un libro, appunto, col naso. Un naso da assassino o da poeta, un naso da Meo Patacca, da Pulcinella, un naso che ha dentro di sé tutti i nasi della specie umana. Poi penso che i lettori più accaniti hanno per vizio di annusare i libri prima di leggerli, di ficcare il naso fra le pagine fresche di stampa e respirare forte, come se aspirassero l’aria buona e fresca della montagna. Mi viene il sospetto che intorno ai libri ci sia un grosso equivoco, uno sbaglio preistorico. Forse, se il libri fossero fatti di odori anziché di parole, avremmo tutti il naso adunco, gli occhi meno stanchi, i sensi perennemente storditi, e le conseguenze della nostra evoluzione sarebbero inimmaginabili.
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