Udite udite, arriva un nuovo farmaco “Quentin Tarantino presenta”, cioè film di genere di serie B, C, Z pasticciati insieme, arti marziali, sesso e sangue a fiumi strizzando sempre l’occhio al pop moderno…
RZA, al secolo Robert Diggs, musicista hip hop ci prova e, come altri colleghi prima di lui, esordisce al cinema scrivendo e dirigendo L’uomo con i pugni di ferro. Mosso da una genuina passione, RZA decide di mettere in scena il tipo di cinema che ha da sempre più amato, ovvero il cinema di arti marziali cinese e la blaxploitation, condito con il suo stile di musica. Siamo nella Cina feudale, un fabbro con un talento per il Kung Fu rifugiatosi in un piccolo villaggio chiamato Jungle Village è costretto da due famiglie rivali a costruire armi sempre più infallibili. Quando la situazione degenera però, il fabbro si trasforma in un arma spietata e la vendetta sarà fredda e sanguinosa. Siamo di fronte ad un tipo di cinema che trova il suo slancio vitale nell’amore stesso che il suo autore ha per il genere da cui trae ispirazione. RZA gioca sull’accumulo di situazioni archetipiche del cappa e spada cinese, mescolando bulimicamente tutto il cinema che avidamente deve aver fagocitato nel corso degli anni, tentando di filtrarlo con uno sguardo pop moderno. Insomma quello che regolarmente fa Quentin Tarantino regalandoci in genere film sfavillanti. Non tutti però sono Tarantino e non basta la sola passione perchè il gioco riesca.
Per carità il film è un vero spasso, e chi è appassionato del genere si divertirà come un bambino, probabilmente attraverso il mercato home video potrebbe diventare presto un “guilty pleasure”. Russel Crowe, grasso lussurioso e sornione è veramente godibile e tutte le scene in cui è presente alzano il tiro del film. I combattimenti, ragione principale dell’esistenza di questo film, sono coreografati molto bene e in particolar modo il massacro finale gasa non poco. Il problema è che L’uomo con i pugni di ferro accusa una certa incertezza e grezzaggine nella messa in scena, alcune inquadrature sembrano poco curate e soprattutto poco pensate. Il montaggio in diversi punti risulta troppo veloce e non azzecca i tempi giusti facendo risultare il tutto confuso. RZA è veramente un pezzo di legno monoespressivo, tutto sommato non sarebbe neanche un grosso problema se avesse solo una piccola particina, invece è l’uomo che dà il titolo al film. La musica hip hop scelta come commento sonora non sempre si integra bene con le immagini e l’ambientazione del film. Poteva essere un vero cult movie ma, a conti fatti, è solo un genuino prodotto tuttalpiù da mercato home video che andrà ad aggiungersi alla collezione dei cultori del genere e basta.BLOCCO DIGESTIVO DA (PULP)ETTONE
Dr. Alan Feinstone
Regia: RZA – Cast: RZA, Russel Crowe, Rick Yune, Dave Bautista, Lucy Liu, Jamie Chung, Byron Mann – Paese: USA/Hong Kong, 2012 – Durata: 95 min.